Era tornato
La Cassazione annulla la sentenza di assoluzione per mafia di Raffaele Lombardo
Si dovrà rifare il processo per mafia contro Raffaele Lombardo. Annullata l’assoluzione.
Tremano tutti coloro che in questi mesi lo hanno ricominciato a cercare, chiedendo insistentemente appoggi, sostegni, buone parole. Tremano i big del Partito Democratico che lo hanno invitato a casa per estorcere l’alleanza alle elezioni. Sconvolti quelli che lo hanno inondato di messaggi supplicando un suo impegno in loro favore.
E chissà se il nuovo Sindaco di Catania Salvo Pogliese, indaffarato a chiudere gli accordi per nominare la sua Giunta, manterrà la promessa di piazzare in un ruolo qualsiasi di assessore Giuseppe Lombardo, nipote e delfino del Presidentissimo.
Che scocciatura per don Raffaele. Il suo telefono aveva ripreso a squillare incessantemente, i postulanti avevano ricominciato a mettersi in fila, gli uomini di potere si avvicendavano nuovamente al suo cospetto per chiedere consigli e illuminanti strategie, la gente era tornata a stringergli la mano in strada. E adesso di nuovo lo stigma del processo in corso, della condanna per mafia.
Dovranno ricominciare a cercarlo di nascosto, ammucciuni, smentendo categoricamente ogni relazione. Torneranno a insultarlo pubblicamente per poi chiedere scusa in privato, cospargendosi il capo di ipocrisia, opportunismo e cenere.
Non è mai interessato a chi aveva le mani in pasta con la politica delle relazioni di Lombardo, del suo sistema di potere, del controllo maniacale di ogni cosa pubblica, delle raccomandazioni e delle clientele, dei suoi incontri con mafiosi e amici dei mafiosi. Le sentenze del Tribunale sono servite soltanto a levarlo di mezzo, disarcionando un grosso concorrente politico, oppure a riabilitare un fortissimo potenziale alleato.
Contro la mafia sono rimasti a combattere solo quei ragazzini che hanno sempre saputo chi è Lombardo, cosa rappresenta, cosa muove, quanto potere ha. Che fosse condannato per mafia oppure no.
A che bell’ò cafè
pure in carcere ‘o sanno fa
co’ à ricetta ch’à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà
…”A che bell’ò cafè
pure in carcere ‘o sanno fa
co’ à ricetta ch’à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà”…