Educazione ambientale: quando nella scuola si fa disinformazione
Tirrenoambiente, una società a capitale pubblico privato, proprietaria di una delle più grandi discariche di rifiuti indifferenziati della Sicilia, quella di Mazzarrà Sant’Andrea, occupando la cronaca degli eventi più importanti accaduti in provincia di Messina negli ultimi 10 anni perché al centro di contrasti con gli abitanti dei centri vicini al sito di smaltimento che denunciano gravi episodi inquinamento, e con i suoi vertici coinvolti in processi di mafia (l’ex presidente del Cda condannato in primo grado per concorso esterno) e su reati ambientali (proprio per la malagestione della discarica), da qualche anno a questa parte si prodiga nel tentativo di accreditarsi in un ruolo positivo in materia ambientale.
I suoi strateghi della comunicazione – con la collaborazione di scuole e altre istituzioni pubbliche – inondano gli studenti di messaggi “positivi” per informarli con “trasparenza” sui progetti dell’azienda e sulla natura delle attività “green” esercitate al suo interno.
Quest’anno il concorso “Piccoli gesti per un mondo migliore” nell’ambito del più ampio progetto “Riduzione Riuso Riciclo Recupero”, ha coinvolto 64 istituti di Messina e provincia con un riscontro da parte di ben 200 scuole.
La scuola deve svolgere un ruolo fondamentale come agenzia privilegiata nel promuovere e attivare una educazione ambientale. Perplessità suscita però la scelta di un partner che – gestendo in monopolio, le discariche e, grazie ad intrecci societari, in alcuni casi anche a la raccolta – ha costruito il suo business proprio sullo smaltimento in discarica dell’indifferenziato e che non ha mai avuto alcun interesse a favorire quella raccolta differenziata che oggi, con queste “sponsorizzazioni”, dichiara di voler incentivare.
I numeri parlano chiaro: i crediti che la società vanta nei confronti degli enti siciliani raggiungono i 72 milioni e 300 mila euro. Solo Ato 3 e Comune di Messina, dovendo versare nelle sue casse ogni mese ottocentomila euro, devono a Tirrenoambiente 28 milioni di euro.