giovedì, Novembre 21, 2024
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E parliamo di cose serie

Sono un operaio, scrivere è una fervida passione che nutro da anni, ecco il mio racconto E parliamo di cose serie.

Erano le 18.10 quando l’onorevole Corvino arrivò da Roma, all’aeroporto di Palermo Falcone-Borsellino. Ad attenderlo c’era il suo autista Michele Scicchitano.

Palermo, photo credit Pixabay

“Ben arrivato dottore…”

“Grazie Michele…tutto apposto?” domandò l’onorevole.

“Non ci possiamo lamentare…” rispose sorridendo Michele.

Fatto accomodare l’onorevole e posati i bagagli, Michele si mise al posto di guida, inserì la chiave, mise in moto e partirono. La giornata era calda, un forte scirocco avvolgeva tutto intorno, rendendo l’aria arida, secca, il nero asfalto cuoceva sotto le ruote dell’auto, mentre sfrecciava veloce.

L’onorevole, seduto sul sedile posteriore, leggeva e rileggeva il discorso ca s’avia priparatu la sera prima, per il meeting dell’antimafia. Per un attimo distolse lo sguardo dalle carte e guardò fuori.

Erano le 18.55, la strada era miracolosamente deserta, avevano appena superato viale Regione Siciliana e si erano immessi sulla A19, in direzione Agrigento-Villabate.

“Michele che ora è?” chiese l’onorevole.

“Le 18.55…” rispose Michele.

“Non correre. Di tempo ne abbiamo, anzi facemu ‘na cosa, prima di arrivare a Cardiddi, fermiamoci a Bagheria al bar da Tanino, ca ci prendiamo ‘na bella granita al limone…e poi ripartiamo, chi dici…”.

“Sta bene…” rispose Michele.

Michele ammirava quell’uomo che dava anima e corpo per la lotta alla mafia, quell’uomo semplice, sempre pronto a inaugurare iniziative antimafia e presente a ogni cerimonia commemorativa per le vittime di mafia, quell’uomo “senza scorta”, com’era etichettato dai media, perché per cavilli burocratici tardava ad arrivare.

A volte Michele, per rendergli le giornate serene, quando s’annirbava perché non si capacitava di tanto ritardo, gli diceva sorridendo “Ma di che si preoccupa dottore…ci sono qui io…” e la giornata riprendeva a sorridere.

Erano le 21.50 quando il presidente del movimento giovanile “Stop! Mafia”, Giovanni Li Causi, diede la parola all’onorevole Corvino.

“E con sommo piacere dò la parola all’uomo che porta la bandiera dell’antimafia: un uomo giusto, puro di spirito e di cuore…l’onorevole Pino Corvino!”.

L’onorevole sale sul palco, stringe calorosamente la mano a Li Causi, poi alzando le mani saluta la platea, e tra gli applausi e gli slogan contro la mafia ‘ncumincia a parrari.

“Sono orgoglioso di stare qui con voi, in questa serata che profuma di pace e legalità. Sono sincero con voi: non sono venuto per fare il solito discorso o la solita predica da politico. A me basta ricordare: i giudici Falcone e Borsellino, Boris Giuliano, Pio La Torre, Placido Rizzotto…”. La folla si alzò in piedi e cominciò ad applaudire “…il generale Dalla Chiesa, Peppino Impastato, padre Puglisi, Rocco Chinnici, i giornalisti Giuseppe Fava e Mario Francese…e il piccolo Di Matteo”. Una lacrima segnava il volto dell’onorevole, al solo pensiero di quelle vittime.

Dopo un attimo di silenzio, riprese il discorso “La mafia non esiste…” disse sorridendo “lo disse un avvocato rispondendo ad una domanda fatta da un giornalista…” poi aumentando il timbro della voce e battendo i pugni sul leggio “la mafia esiste, signori miei! Noi dobbiamo sconfiggerla a tutti i costi, usando qualunque mezzo. E ricordatevi ca na nuci dintra u saccu ‘un fa scrusciu, una noce dentro un sacco non fa rumore, dobbiamo essere uniti per combattere questo cancro che si è ramificato nel tessuto sociale, dobbiamo essere uniti per fermarlo… gridando no! Alla mafia, no! Alla mafia…”.

Placati gli applausi, terminò il discorso “Adesso concludo…e permettetemi di usare le parole del giudice Giovanni Falcone: La mafia non è affatto invincibile. E’ un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine…” poi salutò, e andò via accompagnato dal forte applauso del pubblico.

***

Erano le 23.15 quando Michele aprì la portiera posteriore dell’auto per far accomodare l’onorevole.

Talè, Michè…dammi le chiavi, la porto io la macchina…tu sarai stanco. Anzi facciamo una cosa: ti accompagno io a casa e poi ti passo a prendere domattina…”.

“E lei?” domandò preoccupato Michele.

“Tu riposati e ‘un ti pigghiari pinseri…andrò all’hotel Cristal per questa notte.” rispose Corvino.

Prese le chiavi, fece accomodare Michele sul sedile posteriore, poi si mise al posto di guida, sistemò lo schienale, inserì le chiavi nel cruscotto, accese il motore e…

***

Il Cristal è un piccolo hotel situato nella strada che porta da Cardiddi a Roccaminnitta. Erano le 23.45 quando l’onorevole Corvino ci si fermò. La saracinesca del ristorante posta a mezz’aria segnalava la quasi chiusura del locale, si chinò, entrò. Ad accoglierlo con applausi e strette di mano c’erano l’onorevole Erminio Carminio (fazione opposta a Corvino) e don Masino Buscemi proprietario del locale.

“Certo Pino di minchiate al meeting ne hai sparate…”.

“Egregio onorevole…” rispose Corvino con tono pacato “una cosa o si fa bene o non si fa per niente…” poi sorridendo “ed io le cose le faccio non bene, benissimo. È vero don Masino?”.

“Devo dire la verità, hai un po’ esagerato…” rispose don Masino “…quasi, quasi mi pareva ca dicevi veru…”.

“Ma che va pensando…” rispose Corvino.

“Comunque” riprese don Masino “basta babbiare e parliamo di cose serie. L’appalto della spazzatura va ai fratelli Calandra…ci pensi tu Pino?”.

“Sì signore…” rispose Corvino.

“Poi l’appalto per l’ospedale di Collesanto va alla famiglia Rosato. Dobbiamo sistemare il nipote di sua Eminenza e badate bene che lo “zio” ci tiene tanto. Per l’accordo col banchiere ci pensi tu…Come finì con quella partita di…tutto apposto…”.

 

 

 

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