Donne catanesi
“L’idea è nata da un impegno didattico: dovevo scegliere un tema da portare come progetto per la materia “Elaborazione digitale” allora ho pensato a ciò che importa davvero: essere donna.” Luna Grasso è una studentessa dell’Accademia iscritta al corso di Fotografia a Catania.
“Volevo dare spazio alla donna che non ha paura di niente, alla donna che decide di mettersi in gioco e fare ciò che realmente vuole, tracciando anche delle linee antirazziste. Quindi perché non ritrarre donne di etnie diverse che vivono in una città a loro sconosciuta?”, racconta Luna. “Le ho fotografate per strada girando per il centro di Catania. Ad esempio la prima era una ragazza madre afro-americana, venuta qui con una sua amica. L’ho osservata a lungo e lei non ha avuto paura di me, anzi! Si è fatta fotografare volentieri con il suo bambino. Era felice di essere lì, alla pescheria, non aveva paura di girare in canotta e shorts davanti ad un pubblico per lo più maschile.”
“La seconda ragazza invece è francese, l’ho notata subito per “il filo” che le facevano gli uomini delle varie botteghe. Dai suoi modi di fare, dalla sicurezza con cui posava ho capito che era una ragazza “cazzuta” come si dice da noi.”
“La terza è una mia amica tunisina, Armel. Si è trasferita con la sua famiglia qui a Catania quando era molto piccola per trovare lavoro. Lei rappresenta veramente un simbolo importante: non indossa il velo per sua scelta, stessa cosa quando torna in patria. Si veste come vuole, anche con minigonna e canotta. La sua famiglia che le ha insegnato a vivere per sé stessa”, dice la giovane fotografa catanese.
“Noi non ce ne accorgiamo ma Catania ha più stranieri stabilizzati che catanesi stessi. Siamo accoglienti noi siciliani, la nostra città potrebbe essere paragonata a una metropoli del calibro di Roma o Milano. L’altra faccia della medaglia ci ricorda che qui esiste ancora la “fuitina” o l’idea della donna che deve dedicarsi a marito e figli, dovendo rinunciare alla carriera, causa gelosia.”
“Io non penso che il mio progetto possa cambiare il mondo, ma sto facendo la mia parte, in piccolo, attraverso una risorsa estremamente stimolante e attuale quale è la fotografia.”