Diritto all’abitare: a Catania è un miraggio
Sfrattati e senza casa manifestano in via Etnea
Uno striscione, due casette di legno e tanti bambini insieme alle loro mamme. Sembrava una festa ma non c’era nulla da festeggiare.
E anche se si giocava e ci si rincorreva, ieri alle 18.00 in via Etnea, ai Quattro Canti, c’è stata una manifestazione riguardo a qualcosa di molto serio. Anzi drammatico: il diritto all’abitare. Il Comitato casa per tutti ha organizzato l’ennesimo presidio, facendo presente che “l’estate è alle porte ma la difesa dei diritti non conosce stagioni”.
La situazione a Catania è in stallo da mesi. Anzi da anni. Su tredicimila richieste di alloggi, la giunta Bianco sculetta promettendone circa duecento. Ma non subito. In estate forse. Oppure vedremo.
Non ha senso neanche fare domande se qualcosa sia cambiato nel frattempo. La promessa di qualche mese fa di fare un tavolo tecnico insieme ai cittadini per cercare soluzioni più solerti? Un’utopia, visto che si è conclusa con la solita tiritera del bonus casa di duecentocinquanta euro. L’assessore Villari è fermo ancora al bonus. Nel frattempo una palazzina con oltre sessanta persone è stata sgomberata, ed altre famiglie si ritrovano a fronteggiare situazioni di sfratto. A tal proposito il Comitato ricorda attraverso il volantino che distribuisce che ci sono state “solo nella provincia catanese più di tremila richieste di esecuzione di sfratto, novecentoquarantatrè quelli eseguiti, di cui il 95% per morosità incolpevole”.
Non ci sono solo i volti delle persone che hanno occupato l’edificio in via Calatabiano alla manifestazione. Se ne aggiungono sempre altri, nuovi, disperati. La signora Michela (la chiameremo così) ha una casa in affitto in una zona limitrofa al San Cristoforo “Non riesco a pagare l’affitto da un anno ormai. Sino a ieri è venuto il proprietario a lamentarsi perché voleva i soldi. Ma da dove li prendo?”. Ha due bambini piccoli: così vivaci che probabilmente non hanno ancora capito che rischiano di essere buttati per strada da un giorno all’altro.
Agata invece l’ha capito benissimo perché è da mesi che vive questo disagio insieme al fratello e ai genitori. Ma ha lo stesso gli occhi che le brillano ed è piena di energia. Quando Simone del Comitato la provoca porgendole il megafono per fare un intervento lei non si tira indietro. È pronta. E riesce con la semplicità di una bambina di otto anni ad attirare passanti distratti “Io so cosa vuol dire essere senza una casa e spero che non possa capitare a nessuno di voi di perderla perché è una cosa bruttissima”.
Durante il corteo si ricorda come “l’articolo 5 del Piano casa prevede la cancellazione de iure di migliaia di persone che in tutta Italia occupano per necessità, negando così il diritto alla residenza e vietando l’allaccio delle utenze. Senza residenza non ci si può iscrivere a scuola e non si può avere accesso nemmeno alle cure mediche di base”.
In via Etnea il popolo è indifferente come sempre, passeggia tra le vetrine, agghindato per affrontare la movida del sabato sera, non di certo l’emergenza casa. Qualcuno tra i passanti si rifiuta di prendere persino il volantino, girando la testa dall’altra parte come se prendesse la scossa elettrica. Ma non è una novità. “Se i problemi sono degli altri, perché crucciarsi?” pare di leggere sulle loro facce impietrite.
Ma per fortuna una piccola minoranza di associazioni era presente a fianco dei senza case per dare la propria solidarietà. E mentre sindaco e assessori si trincerano dentro le stanze del potere ad inventarsi le bugie che poi ci racconteranno, il Comitato casa per tutti ha attivato uno sportello che offre assistenza legale a coloro che sono a rischio sfratto e non riescono a pagare luce e acqua, ci si può rivolgere ai seguenti numeri: 3400537604 oppure 3926602631.