Crisi italiana: un’opportunità per rovesciare gli equilibri dell’Unione Europea.
L’Italia vista da Atene
In questi giorni stiamo seguendo con preoccupazione l’instabilità delle banche italiane (e non solo), che vengono pressate per coprire la ricapitalizzazione con il recente esempio del 7 luglio, un giorno del giudizio per il sistema bancario italiano. Le banche italiane hanno fatto un tonfo borsistico tra le crescenti paure circa il problema principale dei prestiti “rossi” e delle rispettive prestazioni.
A quel punto, il governo italiano ha deciso di presentare un proprio piano di ricapitalizzazione, utilizzando denaro pubblico per 40 miliardi di euro per sostenerle sostegno: cosa in contrasto con le norme europee che vietano di salvare le banche con il denaro dei contribuenti.
Da quel momento è iniziata una guerra politica tra il Governo italiano e il centro decisionale che si esprime attraverso la cancelliera Merkel, che ha cercato di ostacolare n ogni modo il piano di salvataggio delle banche italiane. “Non possiamo ogni volta – ha dichiarato nell’ultimo vertice – rimettere tutto in discussione; le regole UE per la ristrutturazione e la ricapitalizzazione delle banche offrono un adeguato margine di manovra per le emergenze affrontate dagli Stati membri”.
Ma se le banche italiane dovessero – come si dice in gergo bancario – “esplodere” le conseguenze potrebbero causare una scossa simile alla crisi del 2011. Ma quello che sembra cambiato è l’atteggiamento del governo italiano e del capogruppo socialista all’Europarlamento, che hanno scatenato un duro attacco rispettivamente alla Cancelliera ed al Ministro delle Finanze tedesco.
“Sappiamo – ha dichiarato al vertice il primo ministroitaliano – che cosa fare per le banche. Lo faremo nella consapevolezza delle esigenze del paese e nel rispetto degli standard europei. Non siamo qui per prendere lezioni dalla… maestra”. Anche le dichiarazioni di Pittella avevano il medesimo tono feroce nei confronti di Schäuble: “Non capisco che cosa intende il signor Schaeuble quando dice che il metodo intergovernativo ha dato risultati. Dov’era il signor Schäuble durante la crisi greca? Dov’è stato durante la crisi dei rifugiati? Austerità e flessibilità vanno applicate con cautela”.
Le ossessioni di Germania e burocrati – se dobbiamo trarre da tutto ciò una conclusione – svelano un deficit democratico all’interno dell’Unione europea, in particolare dopo il referendum britannico. Ma quel che ci ha colpito è la reazione dell’Italia, che per la prima volta dopo anni ha reagito a precisi centri decisionali.
Molto probabilmente, lo schiaffo che ha subito il partito democratico italiano alle elezioni amministrative di giugno ha risvegliato i riflessi del governo italiano, che ora sembra capire che le rigidità imposte dal patto di stabilità e la governance economica della UE non solo non risolvono i problemi, ma li aggravano. Ne è un esempio l’opposizione del 29 giugno del premier italiano all’imposizione di sanzioni economiche ai paesi iberici per il mancato raggiungimento degli obiettivi.
Si presenta così l’occasione di promuovere un contratto politico, democratico e sociale, che comprenda anche una revisione radicale di regole e quadro istituzionale dei membri ell’Unione; di rovesciare in sostanza le politiche di austerità. I popoli e i governi del Sud possono e debbono segnare il rovesciamento politico delle politiche neoliberiste in Europa, proponendo l’istituzione di un quadro per la stabilità economica e la crescita per il bene della società, con controllo pubblico, trasparenza e meritocrazia. Il settore finanziario deve essere uno strumento per il buon funzionamento dell’economia reale e non il drago che minaccia di distruggere ogni aspetto dello stato sociale.
Jannis Boulekos è un giurista, membro del dipartimento Politica Europea di Syriza