Così hanno tolto la scuola ai bambini del mio quartiere
Noi non pretendiamo di essere gli unici ad offrire queste opportunità, ma pensiamo che non sia giusto sopprimere un’Istituzione che ha avuto una funzione fondamentale per il quartiere. Si potevano fare delle scelte diverse? Quella della coesistenza ad esempio? Sentiamo cosa ne pensa la preside dell’Istituto Comprensivo “Andrea Doria”, Angela Maria Santangelo. L’abbiamo intervistata il 28 giugno.
Nerina: – Stavolta lo sfratto lo attuano davvero? E in quanto tempo?
Preside: – Credo proprio che non ci siano altre possibilità, anche perché il Comune non paga da diversi anni. Sui tempi: è chiaro che non si può certo operare un trasloco in pochi giorni, ci vorranno mesi e ad anno scolastico iniziato non sarà facilmente praticabile, per cui presumo che per un altro anno, quello di passaggio prima dell’accorpamento, la sede rimarrà attiva. In ogni caso noi siamo in attesa di incontrare i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, perché intendiamo avere rassicurazioni innanzitutto su come trasportare, eventualmente, i nostri alunni in via “Case Sante” (il plesso in zona Cappuccini destinato a diventare la nuova sede centrale, n.d.r.).
Nerina: – La sede di via della Concordia resterà alla “Doria” o anch’essa è stata sottoposta a sfratto esecutivo?
Preside: – Da quello che ci risulta la sede di via della Concordia non è stata sottoposta a sfratto, tuttavia non sappiamo se per quei locali il Comune ha pagato l’affitto. Noi riteniamo che debba restare alla Doria.
Nerina: – Pensa che si sarebbe potuto evitare lo sfratto?
Preside: – Se le scuole avessero scelto di mantenere la loro identità, rinunciando ad espandersi l’una a danno dell’altra, come hanno fatto in altri contesti…
L’idea che ci eravamo fatti non era proprio sbagliata. Bisognava pensare un po’ di più ai ragazzi, alle loro esigenze, all’importanza che un presidio scolastico, con la storia che ha l’Andrea Doria, può avere in un quartiere come San Cristoforo, a quanti ragazzi sono stati tolti dalla strada, a quanti professionisti, dirigenti e amministratori provengono proprio dal quartiere o sono arrivati alle loro posizioni grazie al sostegno o ai voti degli abitanti del quartiere.
Per dirla in breve bisognava farne una questione di diritti e non di dritti.
Ma si sa che è più facile togliere a chi ha già veramente poco! E non invochiamo l’intervento delle mamme, perché le cose stavolta sono state fatte “per bene” e non si è lasciato spazio neppure alla possibilità della protesta. Un po’ come sta accadendo a livello nazionale. Dobbiamo credere tutti che quello che si fa è “davvero” necessario.
E io vi chiedo, ma è davvero necessario che a pagare siano sempre i più deboli, mentre gli altri assistono dalle loro speculazioni, dai loro guadagni spropositati, dalle loro pensioni d’oro, dall’alto delle loro competenze (tutte da dimostrare, visto che il mondo è stato per decenni nelle loro mani e ci hanno ridotto così) alla distruzione di quei pochi diritti che pian piano erano stati conquistati come il diritto all’istruzione, quello vero, non quello annunciato e poi disatteso.
Sì, disatteso, perché quando si taglia come si è tagliato e ancora si continua a tagliare nella Scuola Statale e si versano contributi alle Scuole e alle Università private, vuol dire che c’è un disegno preciso nel quale si inserisce anche la storia dell’Andrea Doria.