giovedì, Novembre 21, 2024
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“Cosa c’è dietro Isis?”

L’acuto “antiimperiali­smo” di certa sinistra… 

Sono mesi che alcuni fini dietrologi e acuti analisti di sinistra cercano di con­vincere se stessi e il mondo del fatto che l’ISIS sia un fenomeno voluto e creato da­gli USA. Citano, ormai da mesi, le dichiarazioni della Clinton o del Gene­rale Clark, adducono come grave indi­zio il fat­to che ancora l’ISIS non si sia scagliato contro Israele e, con aria pen­sosa, ma che nasconde un mondo di profonde riflessio­ni, si chiedono “Ma l’Isis, a chi giova?”. 

In tutto ciò, i suddetti analisti, troppo in­daffarati nel cercare l’indizio che colleghe­rebbe l’Isis agli USA, hanno dimenticato di leggere i giornali e in particolare la no­tizia, fornita dallo stesso comando militare USA, che si sta preparando la grande bat­taglia per Mosul, in aprile o maggio.

Questa battaglia vedrebbe schierati l’esercito iracheno, quello USA (da capire in che forma) e i curdi. Scopo: liberare Mosul dalla morsa dei tagliagole Isis. Il che, in astratto, sarebbe una gran bella cosa, salvo che Mosul è una città di due milioni di abitanti, in prevalenza arabi sunniti. Salvo che le truppe dell’esercito iracheno sono potentemente condizionate dagli elementi sciiti e dallo stesso Iran. E salvo il fatto che, come Human Rights Watch non manca di osservare da mesi, gli arabi sunniti, nelle zone nelle quali sono minoranza, sono soggetti a pulizia etnica da parte di sciiti e curdi.

D’altro canto, una delle più importanti cause che hanno permesso l’affermazione dell’Isis (altro che qualche iniziale finan­ziamento USA!) è stato il fatto che molti sunniti vedono nei tagliagole una sorta di protezione contro i loro avversari storici. Se è lecito il paragone: la protezione che il negoziante cerca dalla mafia contro il rapinatore.

La battaglia di Mosul 

Questo è il quadro di riferimento della prossima battaglia di Mosul, il cui primo paragrafo si sta scrivendo in questi giorni con l’assalto cominciato il 2 marzo a Ti­krit, città natale del sunnita Saddam Hus­sein. Naturalmente a condurre le operazio­ni sono le milizie sciite addestrate dagli iraniani, inquadrate o meno nei ranghi dell’esercito iracheno, che si avvale di consulenti militari giunti da mezzo mon­do. Sul posto, tra l’altro, segnalata la pre­senza di Qassem Soleimani, comandante delle forze speciali iraniane. Non certo per caso, visto che è stato uno dei principali artefici della riorganizzazione in senso sciita e filoiraniano dell’esercito. Natural­mente la propaganda irachena presenta la battaglia di Tikrit, come un capitolo della guerra di liberazione contro gli invasori dell’Isis, ma la “liberazione” di Mosul (Ti­krit è la prima tappa di avvicinamento), in realtà, vedrà marciare compatti contro la città sunnita tutti i nemici storici affratella­ti: curdi, sciiti (all’interno dell’esercito ira­cheno o come milizia paramilitare) e que­gli USA che hanno appoggiato il governo dello sciita Al Maliki durante il quale si compivano i raid degli squadroni della morte sciiti. Come finirà la battaglia, am­messo che ci sarà, non lo sappiamo. Ma è possibile che diventi una carneficina di proporzioni sconosciute negli ultimi de­cenni, salutata, almeno sulle prime, dai fragorosi applausi di tutto l’Occidente (di destra o di sinistra). Le popolazioni civili, già ora soggette alla pulizia etnica, saran­no bersaglio di ogni violenza. Non ci sarà luogo nel quale potranno rifugiarsi se non, forse, la Turchia previo attraversamento delle regioni curde. Se prevarrà la coali­zione curdo-sciita è facile prevedere l’assoggettamento della popolazione sun­nita nei prossimi anni, ed è facile prevede­re che, in questo caso, il fuoco coverà sot­to alla cenere, pronto a deflagrare in futu­ro. Perché, purtroppo, questa non è una fa­cile guerra di buoni contro cattivi: l’Isis è ovviamente cattivo (anzi: pessimo) ma chi lo combatte non diventa buono automati­camente per questo.

Ma torniamo all’inizio, alla sinistra ita­liana. Sempre orfana del XX secolo (se non del XIX) vede il mondo come prodot­to di un Grande gioco condotto dalle su­perpotenze e da una in particolare. Gioco imperscrutabile ai più, ma non alla sinistra stessa, ovviamente. Che gli USA possano compiere errori non è contemplato: se qualcosa succede è perché gli USA lo vo­gliono. Resta solo da capire cosa vogliano.

Ma non disperiamo: la sinistra è così colta e furba da riuscire a capirlo, persino quan­do la risposta è ignota agli stessi america­ni. Anche nel caso dell’Isis, classico esem­pio di ciò che gli americani non volevano e che, invece, è successo grazie alla loro incapacità e ignoranza. E gli USA, in que­sta vicenda, di errori ne hanno fatto a biz­zeffe. Innanzitutto il GRANDE errore: la guerra in Irak (per tacere dei precedenti). Fatto quello non si sono resi conto che un governo iracheno, costruito col manuale Cencelli delle religioni, avrebbe portato allo strapotere della componente sciita a scapito di quella sunnita con relativi squa­droni della morte e successivi sentimenti di rivalsa che avrebbero concimato l’Isis. Poi gli USA si sono convinti che bastasse buttare giù qualche dittatore (prima Sad­dam poi, in tempi recenti, Assad, Muba­rak, Gheddafi tra gli altri) per far scaturire come d’incanto la democrazia. E quindi hanno finanziato chiunque potesse aiutarli nello scopo (ivi compreso l’Isis, ovvia­mente). Salvo poi trovarsi, in seguito a li­bere elezioni, i Fratelli Musulmani al Cai­ro e l’Isis padrone di mezza Siria. Ora, per riparare a questa spettacolare serie di gi­ganteschi errori (ne ho elencati solo alcu­ni, e solo quelli di questo secolo) stanno finalmente facendo quella che a loro sem­bra la cosa giusta che rimetterà a posto tut­ti i cocci: la carneficina di Mosul. Comin­ciando dal test di Tikrit.

In tutta questa tragedia, si aggirano mol­ti fini pensatori della sinistra che ricercano disperatamente una coerenza. Se gli USA hanno agito così è perché hanno voluto ot­tenere questo risultato. Il sospetto che si siano comportati come un elefante ubriaco in una cristalleria non li sfiora nemmeno. E quindi l’Isis, ovviamente, esiste perché l’hanno voluto (o quantomeno aiutato intenzionalmente) gli americani, non (anche) perché i suddetti americani sono passati da una castroneria all’altra, no, questo no.

Ormai solo la sinistra ritiene gli USA in­fallibili e lungimiranti. Hillary Clinton ammette che gli Usa hanno fatto una cretinata, la sinistra italiana no.

P.S. ovviamente io sono di sinistra, e tutto ciò non mi fa per niente piacere. 

http://www.militarytimes.com/story/military/pentagon/2015/02/19/centcom-battle-of-mosul-could-begin-in-april/23697219/

http://www.hrw.org/world-report/2015/country-chapters/iraq

http://www.hrw.org/news/2015/02/25/iraqi-kurdistan-arabs-displaced-cordoned-detained

http://www.hrw.org/world-report/2015/essays/tyranny-false-comfort

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