Come lottizzare a Salina e vivere tutti amici e contenti
L’inchiesta giudiziaria Isola Verde
L’inchiesta giudiziaria Isola Verde sugli innumerevoli casi di abusivismo edilizio perpetrati a Salina, una delle perle dell’arcipelago delle Eolie, rischia di generare uno tsumani che potrebbe investire la Sicilia intera e in particolare la città di Messina.
Tra gli 84 avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto compaiono infatti nomi eccellenti: amministratori vecchi e nuovi, industriali, funzionari regionali, professionisti, ecc.. Tra essi, in particolare, ce ne sono due che stanno creando malesseri nel mondo dell’editoria e presso gli stessi uffici di presidenza della Regione siciliana. Nei loro confronti, la Compagnia dell’Arma dei Carabinieri di Milazzo chiamata a indagare sul presunto sacco dell’isola di Salina, aveva perfino chiesto nell’informativa di reato inviata il 4 ottobre 2017 in Procura, l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari “onde evitare l’inquinamento delle prove e la reiterazione delle medesime condotte illegali”. Il provvedimento non è stato autorizzato dai giudici che hanno pure respinto la richiesta di sequestro preventivo dell’area oggetto del piano di lottizzazione di un complesso turistico stagionale nella frazione di Lingua di Santa Marina Salina, ritenuto illegittimo e di cui proprio uno dei due indagati è il titolare proponente. Lui è il noto giornalista-avvocato Primo Mario Cavaleri, sino al dicembre 2018 caposervizio del quotidiano Gazzetta del Sud, nonché delegato peloritano dell’associazione ambientalista Marevivo. L’altro vip scivolato sul piano di lottizzazione di Lingua è invece l’architetta Mirella Vinci, da fine giugno sovrintendente ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina (la nomina è del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci), già responsabile della sezione beni artistici della Soprintendenza ed ex progettista e direttrice lavori della Biblioteca regionale della città capoluogo dello Stretto.
Presunti corrotti e corruttori della regina delle Eolie
Secondo quanto si legge nell’avviso di conclusioni delle indagini preliminari dell’inchiesta Isola Verde, emesso il 20 agosto dal Pubblico ministero della Procura della Repubblica di Barcellona, dottoressa Federica Paiola, al giornalista Primo Mario Cavaleri viene contestato il reato di corruzione in concorso con l’ex sindaco di Santa Marina Salina Massimo Lo Schiavo e il geometra Giuseppe Caravaglio, responsabile dell’U.T.C. presso il medesimo Comune, “in quanto Caravaglio, con la complicità di Lo Schiavo, rilasciava in favore di Cavaleri, nella veste di committente delle opere edili da realizzarsi nella località Lingua, la C.E. n. 1 del 31 ottobre 2016 avente ad oggetto piano di lottizzazione di un complesso turistico stagionale in zona C3, nonostante fosse a conoscenza che le abitazioni avrebbero avuto l’effettiva destinazione d’uso di private dimore, in contrasto con quanto previsto dagli strumenti urbanistici vigenti – ricevevano dal predetto Cavalieri, rispettivamente (Giuseppe Caravaglio) la promessa di un dono e (Massimo Lo Schiavo) la promessa di utilità di consistente nell’intercessione del Cavaleri affinché lo stesso fosse nominato assessore regionale e nella redazione, da parte del Cavalieri, di articoli di stampa a lui favorevoli”. A Mario Cavaleri, Giuseppe Caravaglio e Antonio Battaglini (altro geometra in servizio presso l’U.T.C. del Comune di Santa Marina Salina), viene pure contestato il reato di abuso d’ufficio, “perché con azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, agendo in concorso e comunque previo concerto tra loro (…) nell’esercizio della pubblica funzione (Caravaglio e Battaglini), ovvero, comunque, agendo in qualità di concorrente morale e/o istigatore (Cavaleri) del pubblico ufficiale, in violazione di legge, in data 28 febbraio 2017 nel corso del sopralluogo effettuato nel cantiere delle opere relative al piano di lottizzazione in località Lingua, omettevano di adottare le misure sanzionatorie e cautelari (sequestro) conseguenti alle violazioni riscontrate, limitandosi unicamente ad emettere, nei giorni seguenti, una ordinanza di sospensione dei lavori, e così intenzionalmente procuravano a Primo Mario Cavaleri, un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nel mancato spossessamento delle opere in questione”. Il Pubblico ministero di Barcellona Pozzo di Gotto contesta infine al giornalista Cavaleri e alla neo-soprintendente Mirella Vinci il reato di cui agli artt. 319 e 321 del codice penale, “perché l’architetto Vinci, nella qualità di dirigente dell’U.O. IV della Soprintendenza di Messina, riceveva per sé o per altri l’utilità consistente nel pagamento – a carico dell’associazione Prima Sicilia della quale è presidente Massimiliano Cavalieri, figlio di Primo Mario Cavalieri – di un soggiorno nell’isola di Salina dal 2 al 5 agosto 2014, per un totale di 660 euro, al fine di compiere e/per aver compiuto un atto contrario ai doveri del suo ufficio, in particolare in quanto la stessa rilasciava in favore di Cavalieri, l’8 luglio 2014 il parere n. 4303 ed in data 15 giugno 2016 il parere n. 4329, relativamente alle opere di lottizzazione sopra descritte, nonostante fossero in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti”.
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