Chiude la sede della DIA di Malpensa
Era utile per l’Expo, dove diversi cantieri odorano di mafia, ma evidentemente la sicurezza e legalità dell’Expo non è stata giudicata una priorità
La lotta alle infiltrazioni criminali in Expo “sarà una delle nostre ossessioni. Ovviamente lo faremo applicando le leggi, ma anche mettendoci qualcosa di più in termini di attenzione e impegno”.
Diceva così il neo premier Enrico Letta pochi giorni fa, lasciando ben sperare. Ma a poche ore di distanza arriva un fatto per niente positivo: l’altro ieri il Nucleo Informativo della Direzione Investigativa Antimafia, dell’aeroporto di Malpensa viene chiuso. Stando a quanto riportato dal sindacato dei lavoratori di polizia della Cgil le motivazioni sarebbero da legare ad esigenze di ottimizzazione.
Pochi giorni fa, per voce del suo segretario generale, Daniele Tissone, la Silp Cgil aveva denunciato l’irresponsabilità dell’atto poiché non rappresenta altro che “un segnale decisamente negativo nella lotta contro la criminalita’ organizzata”. Lo stesso sgomento è arrivato anche dal sindacato Siulp legato alla Cisl che, inoltre, in un comunicato stampa ha richiamato una nota del direttore della DIA, del 12 gennaio 2012, nella quale si sosteneva l’importanza del mantenimento del Nucleo Informativo proprio in vista di Expo.
Uno scenario preoccupante.
I lavori di Expo procedono a rilento mentre la criminalità avanza infiltrandosi sempre più. Due cantieri sono nel mirino della magistratura e un’azienda, la Ventura Spa, è già stata estromessa dai lavori di Expo perché avrebbe intrattenuto rapporti con la cosca mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, e altre imprese sono sotto inchiesta.
È in questo scenario che si inserisce la chiusura della sede operativa della Dia nell’aeroporto di Malpensa, luogo che, vista la vicinanza alla zona dove sorgerà Expo, sarà destinato a diventare uno dei punti di snodo principali per l’evento. Oltre a questa vicinanza, Malpensa è situata nel varesotto, una zona non certo immune dalla presenza della criminalità organizzata e nella quale è stata dimostrata la presenza attiva di locali di ‘ndrangheta in due comuni limitrofi all’aeroporto, Busto Arsizio e Lonate Pozzolo, quest’ultimo adiacente all’aeroporto.
Fatti, non parole.
Se il governo Letta è davvero intenzionato a mantenere alta l’attenzione sulle infiltrazioni criminali in Expo, dia un segnale concreto e operi affinche il Nucleo Informativo sia ripristinato. Appelli al Ministero degli Interni sono stati presentati sia dal livello locale, in maniera congiunta da Gabriele Ghezzi, vice presidente della commissione sicurezza del Comune di Milano e da David Gentili, presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano, sia a livello nazionale, da Emanuele Fiano capogruppo Pd in commissione Affari Costituzionali della Camera. Il governo deve rispondere e agire per tener fede alle parole pronunciate pochi giorni fa dal Primo Ministro. Come ha scritto Giulio Cavalli sul suo blog, non bisogna passare “dalla mafia che non esiste all’antimafia che chiude”.