Chi si vede! Il libro!
Gli editori indipendenti non si fermano.
“Bisogna capire che dietro un libro si nasconde una filiera di mestieri diversi: c’è il lavoro dell’impaginatore, del traduttore, dell’editore” racconta Sergio Polimene, membro del consiglio direttivo di ADEI Associazione degli Editori Indipendenti.
“Adei è nata dall’incontro di Fidare, Odei e Amici del Salone del Libro di Torino le quali erano tutte realtà preesistenti che hanno deciso di unirsi per collaborare. Attualmente sono soci dell’Adei duecento cinquanta case editrici sparse in tutto il territorio nazionale” spiega Polimene.
Per comprendere le difficoltà degli editori indipendenti Adei ha lanciato un sondaggio: “Hanno risposto all’incirca centosettanta editori e ne è emerso che nel mese di marzo è stato registrato il 70% di fatturato in meno”- afferma Sergio- “Il grande problema si presenterà ad aprile non essendoci nemmeno una possibilità che le librerie possano riaprire. Risulta che la maggior parte degli editori dovrà rinunciare al 20% delle pubblicazioni e al 30% delle ristampe, si venderanno decina di migliaia di copie in meno. In un anno si perderà il 35% del guadagno.”
“I dipendenti delle librerie sono stati messi in cassa integrazione per nove settimane. Il governo sta studiano delle norme specifiche per le singole attività e noi, in base alle richieste degli editori, come associazione, abbiamo domandato il credito di imposta.”
Gli editori hanno pianificato diverse iniziative online per fronteggiare il virus: “C’è chi organizza letture su internet, chi fa dirette Facebook, chi mette a disposizione audio libri e e-books”- dice Polimene- “Tanti librai consegnano testi a domicilio, l’iniziativa “Libri da asporto” prevede che gli editori aiutino le librerie con le spese di spedizione, non gliele fanno pagare, in modo che il cliente possa ricevere gratuitamente il libro in un paio di giorni. Questa misura ci permette di essere in competizione con le librerie online, anche se da ultimo sta consegnando solo materiale già presente in magazzino. Ci siamo battuti parecchio per la Legge sul libro, questa pone tutti gli operatori sullo stesso piano e blocca gli sconti libri al cinque per cento. Finalmente così le librerie on line non potranno rilanciare con sconti più alti e saremo tutti alla pari. Su dieci euro di spesa totale a noi editori ne arrivano tre, con questo sconto fisso otterremmo venti centesimi in più a copia che ci consente di garantire lo stipendio ai dipendenti.”
Molte persone stanno riscoprendo il piacere della lettura: “In tante case ci sono libri che spesso occupano solo un posto nella libreria, ma che mai sono stati sfogliati. Adesso, avendo molto tempo a disposizione, chi prima non li degnava di uno sguardo, li legge. Io ho molto fiducia nel potere benefico della lettura e credo anche che le nostre abitudini cambieranno dopo la quarantena. Non so se dopo lo stop la gente avrà voglia di recarsi in una libreria e acquistare un cartaceo, ma lo spero. L’editoria non deve morire” conclude Polimene.