Catania. Piazza Raffaella Dignità
La targa che dedica la piazzetta del quartiere Antico Corso di Catania a Raffaella Carrà, affissa da Open, con Arci e Comitato Popolare Antico Corso, non c’è più.
Può darsi che l’abbiano distrutta per ripicca, con rabbia e violenza, perché proprio in questi giorni stiamo chiedendo ufficialmente alle Istituzioni di avere cura di una zona della città preda di malaffare, mafia e inquietanti sparatorie. Può darsi che l’abbiano spaccata per odio: perché troppo rosa, troppo fucsia, troppo gay, troppo disturbante, troppo libera. Può darsi che l’hanno levata per coerenza: di continuo trasformano quell’angolo di strada in una discarica abusiva, con pedane, materassi, spazzatura di ogni genere. E quell’inno alla bellezza risultava troppo contraddittorio. Può darsi che l’abbiamo fatta a pezzi i ragazzini, poco più che bambini, durante un gioco distruttivo, in orario scolastico, nell’ennesimo giorno da assenti a scuola.
Mi piacerebbe però pensare che nessuno l’abbia rotta: che un signore sulla cinquantina, all’alba, mentre non c’era nessuno, nel più assoluto silenzio, con cura l’abbia smontata e se la sia portata a casa. L’abbia allora chiusa nell’armadio, accanto alle gonne e agli abiti lunghi che ogni tanto indossa di nascosto, sopra il cassetto dei collant che non ha mai avuto il coraggio di mettere, vicino agli smalti, che ogni tanto sperimenta nei colori più sgargianti. La penso lì la targa, sopra la scatola di vecchie foto con le lettere proibite a qualche indicibile amante, alle foto dell’amico al quale non ha mai potuto confidare l’amore. La immagino lì la targa della Carrà, ennesimo trofeo di una collezione proibita, cimelio di un mondo che non si è avuto ancora il coraggio di vivere.
E adesso metteremo un’altra targa. Perché se è stato qualche amico di mafioso sappia che non abbiamo alcuna intenzione di arretrare, di arrenderci, di spaventarci. Perché se è stato uno che ce l’ha con i gay, con le lesbiche, con le persone transgender e non binarie, sappia che ci abbiamo fatto il callo alla spregevole violenza e abbiamo imparato a reagire e a vincere quell’odio. Perché se è stato chi vuole trasformare quello spazio in una discarica sappiano che piazza Raffaella Carrà sarà sempre più bella. Perché se è stato un ragazzino senza scuola, deve imparare che l’amore e il coraggio vincono sulla violenza e la sopraffazione. Rimetteremo la targa, perché se è stato un signore troppo impaurito dall’essere sé stesso, deve sapere che non è più tempo di nascondersi, che in milioni ci siamo finalmente conquistate la libertà, la felicità, la dignità. Deve sapere che in piazza Raffaella Carrà c’è sempre un posto per lui, per tutte e per tutti.