Catania. Lo Stato contro la legge
Consentito il corteo fascista, aggrediti i cittadini che difendevano la Repubblica e le leggi
Da ieri a Catania è consentito il furto di biciclette, la distribuzione di soldi falsi, la propaganda di Al Qaeda e l’internamento forzato di gay, zingari e ebrei. Tutte queste cose, fino all’altro ieri, erano formalmente vietate dalle leggi della Repubblica Italiana.
Ma ieri il Questore di Catania dottor Gualtieri ha ufficialmente comunicato che a far data dalle ore 17.30 di sabato 23 settembre 2017 nella città di Catania le leggi della Repubblica non vigono più; in modo esplicito, quelle che vietano le manifestazioni fasciste e la ricostituzione del fascismo, ma implicitamente anche tutte le altre. Le leggi infatti, in un Paese civile, non possono essere rispettate alcune sì e altre no: violarne una, da parte dell’autorità, significa renderle istantaneamente obsolete tutte.
Non abbiamo ancora ricevuto, da parte del signor Questore, il documento ufficiale che – ne siamo certi – egli avrà doverosamente provveduto a stilare secondo regolamento. Facciamo a meno di richiedere – come in un paese civile si dovrebbe – le sue dimissioni e le sanzioni a suo carico da parte del Governo. Nelle città senza legge, come fu già Catania dagli anni Venti, procedure del genere non generano che sorrisi.