Cartoline dal Muos/parte II
Scheda
UN VOLANTINO
Crediamo sia importante in questo momento rendere noto l’ennesimo attacco repressivo che il potere sta attuando, sul nascere di una lotta, per criminalizzare qualcuno e delegittimare un movimento popolare in difesa del proprio territorio, come stiamo vedendo dalla Val di Susa fino in Sicilia.
Dopo aver notificato da poco il foglio di via da Niscemi, attaccandosi pretestuosamente a vicende trascorse riguardanti diverse lotte, il 13 febbraio 2013 a Bologna a casa di Peppe, compagno anarchico e attivista NoMuos,mentre alcuni compagni si stavano organizzando x andare a presentare la lotta in una tappa gia stabilita dal tour, si presenta la Digos che, con molta nochalance, gli consegna il foglio di via da Bologna, diventato ormai una pratica standard nei confronti di diversi compagni, che abitano in città o anche solo la frequentano.
Il pretesto è la frequentazione di svariati compagni del capoluogo emiliano, coinvolti in un’inchiesta per associazione a delinquere , e il fatto che Peppe stia organizzando da Bologna un tour informativo riguardante la lotta al muostro di Niscemi.
Mentre le contestazioni in Sicilia al presidio permanente continuano, ogni giorno ed ogni notte diventando più forti e numerose, i poteri forti non perdono l’occasione per cercare di stroncare non solo la lotta sul posto stesso, ma anche la solidarietà e la complicità che si costruiscono nel resto d’Italia.
Questi fogli di via fanno parte di un attacco purtroppo molto più ampio: infatti, nel catanese, nell’ultimo mese sono stati denunciati una quarantina di compagni, ognuno con 3 o 4 denunce a testa, per reati diversi, riguardanti lo sgombero dell’Esperia, l’occupazione del Minerva, l’occupazione di via Verginelli, la lotta popolare del palazzo di Cemento, i fatti accaduti durante il processo del compagno Peppe Sghigno, un corteo NOTAV non autorizzato, ed inoltre le lotte dei lavoratori per la loro situazione precaria.
A Messina, inoltre, dopo lo sgombero del Pinelli, vari compagni saranno raggiunti da un’altra sfilza di denunce.
È evidente che cercano di bloccare una lotta crescente, basata sulla solidarietà e la complicità di tutti nell’opporsi ad uno stato oppressore e repressivo. Non saranno valanghe di cartacce a bloccare la rabbia dilagante. Continueremo dall’Emilia a portare avanti la lotta NO MUOS, continueremo a supportare Peppe e tutti i compagni che si ostinano a tenere alta la testa e resistere alla devastazione dei territorio.
(Attivisti No Muos)
Scheda
E se revocassimo anche le trivellazioni nel Belice?
La complessa vicenda politico-istituzionale con cui è stata revocata dalla giunta Crocetta l’autorizzazione amministrativa, concessa dal precedente Governo Lombardo, per la costruzione a Niscemi, del sistema satellitare MUOS (Mobile User Objective System) merita qualche riflessione.
Se la revoca dell’autorizzazione al Muos, rimarrà un isolato e anomalo episodio di buona politica o diventerà prassi, presto lo verificheremo. Un naturale proseguimento potrebbe essere revocare l’autorizzazione per la ricerca di idrocarburi mediante trivellazione. nella Valle del Belice.
In stretto comparaggio con una servile alta burocrazia Regionale la mala politica dei sedicenti difensori dell’autonomia Siciliana oltre al Muos ha autorizzato il 10 ottobre 2012, tre mesi dopo le dimissioni del presidente Lombardo, la ricerca di idrocarburi nella Valle del Belice, area protetta.
L’autorizzazione per la ricerca di idrocarburi mediante trivellazioni è stata rilasciata alla Enel Longanesi, una società privata, per un’area di circa 600 kmq, in piena zona sismica, tra parchi, bacini idrogeologici e aree di fondamentale importanza dal punto di vista agricolo, culturale, paesaggistico e zootecnico.
L’area interessa i Comuni di Montevago, Santa Margherita Belice (Agrigento), Bisacquino, Campofiorito, Camporeale, Contessa Entellina, Corleone, Monreale, Partinico, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirrello e San Giuseppe Jato (Palermo), Alcamo, Gibellina, Poggioreale e Salaparuta (Trapani). Un”area devastata dal terremoto del 1968, che provocò centinaia di vittime.
Scientificamente è stato dimostrato un legame tra terremoti e trivellazioni: l’attività d’iniezione di liquidi altamente ad alta pressione influenza in maniera significativa le faglie sismiche, col pericolo di anticipare sismicità. Inoltre, i liquidi iniettati per “ammorbidire “la roccia sono fortemente tossici, con effetti devastanti nel medio periodo. La propaganda politica aveva detto che questi disastri ambientali e umani sarebbero stati risarciti con la riscossione dei diritti di estrazione, ma in Italia le royalties, al 10%, sono le più basse al mondo: negli altri Paesi produttori vanno dal 20 all’80%.
Una politica dissennata, servile e ascara ha prodotto questo disastroso modello di sviluppo, che dobbiamo lasciarci alle spalle pensando alle generazione future.
Ignazio de Luca