Camaro batte Tor Sapienza
Nel quartiere di Camaro Superiore, un’area “difficile”, disagiata e popolare (come il Tor Sapienza), dell’estrema periferia messinese, da tempo c’è la Casa Mosè.
Un Centro di Prima Accoglienza istituito in un edificio concesso in comodato d’uso all’associazione delle Suore Figlie di Maria. Un protocollo d’intesa viene stipulato con l’assessorato comunale alle Attività Sociali. Dal dicembre del 2013 ha ospitato circa cento minorenni migranti – non accompagnati dai genitori -. Un’attività di accoglienza, sostegno e solidarietà – gestita dall’Aibi, “Amici dei bambini” -, egregia. Denominata “ Bambini in alto mare”.
Poi, la drastica “svolta”. I fondi pubblici (promessi) a sostegno di un’azione comandata dalle nostre norme costituzionali, non ci sono più (circa 20 euro giornalieri per migrante).
Parte lo sloggio. Il Comune è ancora in attesa dei 120.000 euro stanziati a favore dei Misna – I Centri dei minori migranti non accompagnati -. Ci sono 18 ragazzini africani.
Ebbene, i cittadini, in tanti, non ci stanno, e si ribellano. Manifestano per diversi giorni davanti a Casa Mosè. A sostegno dei ragazzini migranti, per non farli mandare via!
Al centro della cancellata principale un grande cartello: “Siamo tutti africani”.
Ben altro degli sputi e dei sassi… volati nel quartiere romano. Le leggi razziali in Italia ci sono state già state, operate dal regime fascista dal 1938.