Business monnezza
Qualche esempio? Basta dare una scorsa agli assetti societari delle ditte che gestiscono i rifiuti nell’Isola.
Nel territorio di Motta Sant’Anastasia nel catanese, la Oikos srl, è proprietaria della discarica di contrada Tiritì dove vengono smaltiti i rifiuti provenienti da tutta la Sicilia orientale e che, a breve, potrebbe diventare la seconda discarica più grande della Sicilia dopo quella di Siculiana, anche quella privata. Secondo quanto riportato nel nuovo piano delle discariche, verrà ampliata fino a una capacità di 2.538.576 metri cubi (per una previsione d’introiti superiore ai 200 milioni di euro).
La società di Salvatore Proto e figli, che può vantare un giro d’affari annuo di 28 milioni di euro, fa parte del consorzio Simco che è anche una delle aziende che si occupa della raccolta dei rifiuti in alcuni centri etnei per conto della Simeto Ambiente. Sul punto il presidente della provincia di Catania aveva segnalato nel 2010 alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, presieduta dal deputato Gaetano Pecorella, un’anomalia relativa proprio a questo aspetto: «in sostanza, nella provincia alcuni operatori che si occupano della raccolta dei rifiuti gestiscono anche la discarica ed è evidente che non vi è alcun interesse da parte di questi operatori ad incentivare la raccolta differenziata».
Nel consorzio Simco è presente anche la Gesenu, che ha quote (10%) in Tirrenoambiente, la società a capitale misto proprietaria della discarica di contrada Zuppà nel Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, l’unica operativa nel territorio messinese (terza siciliana in ordine di grandezza).
La Gesenu fa poi capo al Gruppo Sorain Cecchini (55%) del signore di Malagrotta Manlio Cerroni, attualmente indagato dalla procura di Roma per associazione a delinquere, estorsione, truffa, traffico illecito di rifiuti.
I soci privati, tra cui si contano anche società come Ederambiente (21%) ed Ecodeco (3%) – società facente parte del colosso dei multiservizi A2A – a vario titolo forniscono a Tirrenoambiente il know how necessario per la gestione delle discariche. Quello fornito da Ederambiente e Gesenu consiste nella raccolta e nel trasporto dei rifiuti, servizio che hanno svolto, guarda caso, proprio nell’ambito territoriale di riferimento degli impianti di contrada Zuppà, negli anni dal 2005 al 2010, l’Ato Me 2. In pratica, chi raccoglieva la spazzatura è socio della discarica in cui veniva smaltita: un intreccio che lascia spazio a conflitti d’interessi, secondo la definizione usata anche dalla commissione Pecorella.
Tra gli intrecci a rischio conflitto d’interessi che ruotano intorno al business delle discariche, c’è anche quello che ha riguardato Greenambiente, la società che gestisce l’impianto di Augusta (965.626 metri cubi di capacità per 40 milioni di possibili introiti). Greenambiente ha un capitale di 50 mila euro detenuto in maggioranza dalla Cogeme di Rovato (Brescia) e per il 20 per cento dalla Linea Group Holding di Cremona, società che riunisce cinque municipalizzate lombarde con la stessa Cogeme a detenere la quota più alta. Fino al 2009, nella corporate governance di Greenambiente rientrava anche la siciliana Ekotrans, società di Priolo specializzata nel trasporto di rifiuti. Un conflitto d’interessi che è stato corretto con l’ingresso della Linea Group al posto dell’Ekotrans.