lunedì, Novembre 25, 2024

Autore: Matteo Iannitti

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Нет войне il movimento russo contro la guerra di Putin. Assemblea a Catania

Un’assemblea contro la guerra, contro l’uso delle armi. La testimonianza di Giovanni Savino, professore di storia contemporanea all’Università di Mosca, costretto a fuggire per le sue posizioni politiche pacifiste.

La voce di Carlo Gubitosa, del movimento Peacelink, sulle prospettive del movimento pacifista. La testimonianza di Mao Valpiana, presidente nazionale del movimento nonviolento, protagonista della manifestazione per la pace di Leopoli in Ucraina e di Elena Majorana, del collettivo Donne di Classe. Sarà presente la Rete Catania No War e interverrà Alfonso Distefano.

Qual è l’opposizione a Putin e alla guerra in Russia? Come possiamo fermare la corsa agli armamenti? Come possiamo mettere fine alla guerra? Esiste una strada che non contempli la violenza?

Ne discuteremo, insieme ad altre associazioni e movimenti sabato 23 aprile alle ore 18,00 al Giardino di Scidà – bene confiscato alla mafia, in via Randazzo 27.

I Siciliani giovani, Arci Catania

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Beni confiscati alla mafia e PNRR. Il Comune di Catania presenta sei progetti

Il 7 febbraio il Comune di Catania ha pubblicato i provvedimenti con i quali si nominano i responsabili dei progetti che saranno presentati all’Agenzia della Coesione Territoriale per ristrutturare i beni confiscati alla mafia destinati al Comune. Sono sei i progetti che l’amministrazione comunale si sta impegnando a presentare su altrettanti beni confiscati alla mafia fino ad oggi abbandonati. Sono proprio quegli immobili confiscati alla mafia che grazie alla campagna dei Siciliani giovani e dell’Arci sono finiti sotto i riflettori, perché inutilizzati, vandalizzati, sottoutilizzati. Immobili che per primi abbiamo censito e posto in una mappa consultabile da tutti.

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Con Claudio Fava nelle ville confiscate a Santapaola. “Non sprechiamo i soldi del PNRR”

Mercoledì 2 febbraio alle ore 10,00 in via Giorgio De Chirico nel comune di San Gregorio di Catania, zona Cerza, presso le abitazioni confiscate al boss mafioso Nitto Santapaola si terrà una conferenza stampa promossa dalle associazioni Arci Catania e I Siciliani giovani con la partecipazione del Presidente della Commissione Regionale Antimafia, On. Claudio Fava.

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Sciacalli

Bisognerebbe allora chiedersi chi sono davvero gli sciacalli. Noi che non riusciamo a provare indignazione per un Sindaco vittima di una legge ingiusta? Oppure loro, che governano da sempre, e sono riusciti soltanto a costruire un deserto di rassegnazione, cattiveria e disperazione?

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La Libera Repubblica della Kore di Enna

Quando si entra a Enna, nel cuore della Sicilia, sul cartello stradale di benvenuto, prima di ogni altra cosa, c’è scritto “città universitaria”. Una definizione che di solito viene attribuita da altri ma che a Enna viene autoproclamata nella segnaletica. Chi comanda vuole che tutti sappiano che l’università non statale che ha sede in città ne è essenza costituente, fulcro della vita sociale, economica e pure politica. A Enna il Palazzo di città è il Rettorato della Kore, la libera università fondata nel 2005. Può così succedere che quando il Comune (quello vero) decide di scrivere un’ordinanza anticovid senza concordarlo con la Kore, l’Università può anche decidere di non rispettarla. Benvenuti nella Libera Repubblica della Kore di Enna dove migliaia di studenti, generosi contribuenti, vivono da alcuni giorni nel caos.

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“La dad fa schifo. Il Governo pure”

Abbiamo paura a rientrare a scuola”. Nelle chat, nelle discussioni tra compagni, nei gruppi studenteschi, la considerazione è sempre la stessa. Si ha paura. I contagi da Covid crescono e stanno colpendo principalmente la generazione in età scolastica. Si discute da giorni sull’opportunità di riaprire le scuole. Ma cosa ne pensano davvero le studentesse e gli studenti? Ne abbiamo discusso con Anna Chisari, Luigi Nicolosi e Luca Redolfi.

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Crolla il tetto della scuola. “Ora abbiamo paura e ci ribelliamo”

“nella nostra classe abbiamo trovato un cumulo di macerie: un enorme buco nel tetto. Eravamo scioccate. Tornate in classe abbiamo appreso che i vigili del fuoco stavano controllando la scuola. All’improvviso è arrivata un’altra email che ci informava che avevamo cinque minuti per sgomberare la scuola”. Il racconto e la rabbia delle studentesse del Liceo Boggio Lera di Catania.

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