mercoledì, Dicembre 4, 2024

Autore: frank

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Abruzzo, valanghe, seveso, megadiscariche e altro

L’Abruzzo non ha ancora tutte le “carte” in regola, mancano o non si rinnovano da anni le carte delle valanghe e quelle sulle zone ad elevato rischio sismico. La conoscenza di queste permettere di incrociare i dati con i PEE, previsti per gli Stabilimenti a Rischio d’Incidente Rilevante e per i luoghi dove insistono vere e proprie “minacce ambientali”, a partire dalla mega discarica di Bussi. La Commissione Grandi Rischi si è riunita lo scorso 20 gennaio “mettendo in guardia da possibili nuovi eventi ancora più intensi nelle zone vicine, fino ad una magnitudo 6-7 della scala Richter”.

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I rom di Gianturco

Andare a vivere in un terreno abbandonato, in condizioni di precarietà totale, a rischio di essere cacciati e di dover traslocare continuamente, resta comunque un’alternativa migliore che ritornare in Romania, almeno per il momento. La signora con la sua famiglia si è trasferita varie volte tra Napoli e provincia, scegliendo le aree di permanenza in base all’accesso all’acqua e alle possibilità di trovare lavoro e sostentamento, fino a sistemarsi quattro anni fa in via Brecce a Sant’Erasmo, quartiere Gianturco, dove preesisteva un agglomerato. Abusivo, naturalmente.

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Sicilia: fenomeni distorsivi nella gestione dei rifiuti

Anche l’Anac, (l’autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone) scopre che la gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia, in perenne, sistematica e organizzata emergenza da oltre vent’anni, è segnata da un passato di “logiche clientelari”, da “condizioni di oligopolio”, da un quadro economico “disastroso”, e sulla quale incombe il rischio di un’interminabile fase transitoria, che si trascina da anni e non si è ancora chiusa.

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Catania – Una domenica al Midulla

Ieri dalle undici del mattino alle sette di sera, si è tenuta una festa per inaugurare il Midulla riconsegnato alla città. Non l’ennesima autocelebrazione di un’amministrazione che inaugura per mettersi medaglie al petto, ma un’inaugurazione dal basso dove semplici cittadini hanno festeggiato la riapertura del centro polifunzionale, facendo le attività più disparate e coinvolgendo la gente del quartiere.

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Alla testa del corteo

Il bambino pedala allegramente una ventina di metri avanti al corteo e ogni tanto si ferma e mette in mano al passante una copia dei Siciliani che è fieramente impegnato a distribuire. È un bambino del Gapa, uno di San Cristoforo, uno del doposcuola. Alle spalle, il corteo avanza lento, con lo striscione dei Siciliani in testa e un paio di centinaia di cittadini che marciano in silenzio.

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Qua si continua

“Un uomo dentro a un giubbotto di pelle con una nazionale sempre in bocca e una faccia da saraceno”. Non so se fu un caso quando in quella calda estate dell’Ottanta lo incontrammo o se fosse già scritto da qualche parte, so solo che fummo accolti con un abbraccio severo che provocò in noi soggezione e rispetto.

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