Augusta batte Catania 7 a 1
Iniziativa di partecipazione democratica per la rinascita di Catania e del nostro Porto
Sul porto di Augusta sono sette gli indagati, sette ben note persone di alto impegno sociale, politico e militare fra le quali perfino un Ammiraglio. Tutti dovranno rispondere per una sola concessione di un solo pontile.
A Catania invece, risulta rinviato a Giudizio solo il Direttore dei Lavori della abusiva, costosa e devastante darsena portuale da decine di pontili per le poche ditte di trasporto operative, non escluse quelle sotto indagini, sequestri e confisca per mafia.
Esponiamo i fatti ed elenchiamo i nomi su Catania delle persone coinvolte colpevoli o innocenti che siano . In testa vi è uno spedizioniere privato divenuto, su designazione del Sindaco Bianco, prima pubblico Presidente per otto anni e poi pubblico Commissario a pagamento per tre semestri. Costui, Cosimo Indaco in dispregio della avvenuta censura Giudiziaria per tale insanabile conflitto di interessi, destinò nel 2000 la suddetta darsena, oggi sotto inchiesta, ad un irregolare “porto turistico” aggiudicato a Caltagirone Bellavista ma non realizzato dello stesso aggiudicatario, dovendo rispondere di reati simili e già a giudizio a Civitavecchia ed Imperia.
Un “porto turistico” poi tramutato in “darsena” e come tale inaugurata da Indaco stesso, dal sindaco Bianco e dal Ministro dei Trasporti tutti sedicenti inconsapevoli delle devastazioni di regole ed ambiente commesse.
Indaco, sebbene censurato dalla Procura della Repubblica anche per i suoi interessi conflittuali di proprietario della ditta di famiglia “Perez” e comproprietario della ditta “Sogese” già nota ai Magistrati, oggi divenuta “Sogesal”, nel 2014 veniva , ancora una volta su designazione Sindaco Bianco, nominato nuovo commissario e pertanto controllore del piano portuale da lui stesso ideato e della relativa nuova “darsena” ex “porto turistico” oggi sotto processo.
Martedì 16.4.2016, il giornale a cui Indaco cura le operazioni di controllo, sdoganamento e consegna della preziosa carta da stampa importata dall’estero, ne titola le parole : “Lascio un porto proiettato nel futuro” , anziché da lui distrutto in passato e tuttora, per come risulta percorrendo le banchine disastrate dai camion sotto il suo controllo e leggendo gli indici ministeriali di efficienza mercantile che hanno per due decenni relegato il nostro porto cittadino agli ultimi posti in Italia.
Tale spedizioniere, ex commissario anomalo, tace oggi sul fatto di essere stato costretto dall’ANAC a lasciare il nostro porto da lui dominato da oltre venti anni ed oggi così disastrato. Tace anche sulle ulteriori e recenti sue conflittualità nell’ avere rivendicato crediti dalla Tecnis che è l’impresa che ha devastato la Plaia ed il torrente Acquicella con la suddetta darsena abusiva oggi sotto processo; una darsena che risulta al servizio delle suddette ditte di Indaco e anche di altre ditte non escluse, finora per quanto si sappia, quelle di trasporto su gomma sotto indagini e sequestri per mafia.
Tace ancora Indaco di avere, in conferenza stampa con il suddetto direttore dei lavori della suddetta darsena abusiva Pietro Viviano , fatto credere al Comandante la Capitaneria di Porto che è l’Ammiraglio Nunzio Martello che è anche vice Presidente ed oggi perfino Commissario della Autorità Portuale e che da poco ha sostituito il suddetto commissario-spedizioniere padrone di fatto del porto, che tutto fosse normale nel “porto delle nebbie” cosi testualmente definito in Commissione Nazionale Antimafia il porto di Catania.
Siamo sicuri che l’Ammiraglio Martello saprà correggere l’errore di quel suo sottoposto in corso di accertamenti sulla dichiarata legittimità della suddetta darsena, che reputò incompetente la Guardia Costiera sulla parte della Plaia sottoposta ad abusi ambientali e procedurali.
Siamo sicuri che l’Ammiraglio Martello dimostrerà:
– che un effettivo sviluppo mercantile è possibile solo su adeguati fondali non soggetti ad insabbiamenti continui ed in posizione baricentrica nella costa orientale della Sicilia, cioè ad Augusta
– che sono stati sperperati oltre 100 milioni di Euro per un presunto sviluppo del trasporto merci in un porto non correttamente baricentrico sulla costa ed in tempi di lunga e perdurante crisi di consumi e trasporti
– che la darsena ha pregiudicato irrimediabilmente il solo futuro sostenibile rimasto a Catania, devastando la Plaia e separandola dal nostro centro storico e monumentale.
Una irrimediabile cementificazione della spiaggia che si vede dalla stessa foto di stampa di cui si serve il maggiore responsabile di quanto sopra esposto nel vano tentativo di giustificare le proprie colpe.