Attenti al Sistema
Si accapigliano per il governo. Ma i governi in realtà sono due
Mentre ferveva il dibattito sul finanziamento ai partiti, a marzo il megamanager Fiat Marchionne s’è aumentato la paga del 47,7 per cento, portandola a 7,387 milioni di euri, più azioni per un valore di 7,2 milioni. Praticamente nessuno ne ha parlato.
A febbraio, i magistrati di Torino hanno verificato l’esistenza di un immenso patrimonio clandestino “in capo al defunto Giovanni Agnelli, le cui dimensioni e la cui dislocazione territoriale non sono mai stati compiutamente definiti”. Fra Liechtenstein (Celestina Co. Limited), Jersey (Triaria Investments), Isola di Man (Delphburn Limited), Zurigo (Morgan Stanley) e altri “paradisi” si parla di valuta e beni per circa 1,166 miliardi di euri. Praticamente neanche di questo s’è parlato.
Infine, pochi giorni fa, a Vito Nicastro, un prestanome del boss Messina Denaro, è stato confiscato un tesoro di 1,3 miliardi di euro. Di questo – trattandosi di mafiosi – almeno per qualche giorno s’è parlato. Meglio tardi che mai, visto che l’inchiesta su Nicastro di Giorgio Ruta su i Siciliani giovani era uscita nel dicembre 2011.
Nessuno di questi tre casi ha avuto la benché minima eco nel dibattito “politico” in corso. Quanto costa il buffet del Senato? Chi paga il tempo libero dei galoppini? Chi farà il questore alla Camera, un rivoluzionario grillino o un inamidato del piddì? Tutti problemi giustissimi, per carità. Ma l’Italia sta andando in malora – guarda le cifre sopra – per altre cose.
“Andare in malora” vuol dire che oggi, stando a Confcommercio, ai quattro milioni italiani di poveri se ne sono aggiunti mediamente 615 nuovi. Non parliamo dei lavoratori immigrati perché questi, per unanime decisione di tutti i partiti vecchi e nuovi., nelle discussioni politiche non devono nemmeno essere nominate.
Chi comanda davvero
I governi in Italia in realtà sono almeno due. Uno si vede, e non conta niente. Gli altri, che non si vedono, hanno l’Italia in mano. Legali (Marchionne, Agnelli) o illegali (Cosa Nostra) che siano, hanno in comune il fatto di fare solo i loro interessi, e di non dare conto a nessuno. Di essi probabilmente Cosa Nostra è il più feroce, ma questo è un dettaglio etico: ai fini pratici, cioè dell’impatto sulla nostra (di noi poveracci) umile vita quotidiana sono più o meno la stessa cosa.
La vita quotidiana dei politici – vecchi e nuovi – è però un bel po’ diversa dalla nostra. Per cui si possono permettere il lusso di giocare a Risiko fra di loro – Lìder contro Lìder, armate gialle contro armate rosse – mentre noi li stiamo a guardare a naso all’aria, chiedendoci fantozzianamente quando si decideranno a darci un governo (lo potrebbero fare anche subito, se fossero meno superbi) che ci liberi il groppone da quella gente.
Balanzon, Pantalon, Capitan Spaventa
Non so se è Commedia dell’arte o se è l’Opera dei Pupi. C’è Balanzon-Bersani e Grillo-Capitan Spaventa. Non manca (Napolitano) Pantalone, né Gano ‘u traituri, che sarebbe il buon Renzi. “Distruggeremo il sistema! Noi soli! Abbasso tutto!”. “Sciòrbole! Ma il grande Ippocrate l’era minga d’acordo!”. “Ghe pensemo noi veci, portèe pasiensia…”. “Io, io, io!”. Allegria, la musica continua, si va avanti.
Ma davvero “hamo scherzato”?
Finora, i risultati sono questi: Berlusconi che stava affogando è tornato a galla, salvato dieci anni fa da D’Alema e ora da Grillo. Monti, cacciato a fischi e pernacchie, è tuttora al governo. Si doveva rinnovare la politica, e difatti eccoli là Violante e Quagliarello (e ai bordi del campo si scaldano Tutankamon e Amato). S’è votato a gran maggioranza per la svolta, e siamo più impantanati di un camion di calcestruzzi quando piove a Messina. “Hamo scherzato”, si direbbe a Roma.
Qua nella capitale…
Qua nella capitale (che ormai è Catania, per come stanno messe le cose) debbono fare il sindaco. O Bianco (centrosinistra), cioè privatizzazione dell’acqua e legnate agli studenti (a Napoli, dieci anni fa, anticipò il G8); o una signora Adorno, portavoce grillina, mai vista qua nei quartieri, mai parlato di mafia. Mai esistito Scidà, mai visto Giuseppe Fava.
La mafia, sì. Dei tre partiti, uno (Dell’ Utri,) non è lontano da essa. Uno (Pd) ha avuto, ma molti molti anni fa, Pio La Torre. Il terzo (M5) è inaffidabile (“Qua mafia non ce n’è più, ormai è tutta al nord!”) e non capisce nemmeno la differenza fra un (mediocre) giudice antimafia e un (pimpante ed efficientissimo) non nemico dei mafiosi.
Berlusconi il golpista
Si può nominare Pertini? O – visto che che la P2 ora è ufficiale, e che Berlusconi il golpista è una forza politica come le altre – Pertini oramai è vietato? E’ vietato, sì, multa a chi sgarra. Niente parlare di Pertini o Berlinguer, amici miei, sennò poi la gente magari fa paragoni, e questo ai politici di ora non fa piacere. Ma voi pensateci a Pertini, pensateci lo stesso.
Veda, dottor Orioles, l’Italia – non diversamente dal Mondo, anche se in forma molto più amplificata – è fatta di gente che, nella sua vastissima maggioranza, si identifica con i Marchionni e i Messina Denari e i Berlusconi di turno.
Marchionne è il milionario magnaccia che la grande maggioranza di noi vorrebbe essere, Messina Denaro è il latitante per cui noi tutti tifiamo – come tifavamo 60 anni fa per Salvatore Giuliano – perché riesce a farla in barba alle Forze di Polizia, e Berlusconi è addirittura l’eroe nazionale per essersi fatto miliardario “da solo e dal nulla” e per essersi inventato una nuova forma di latitanza il cui nascondiglio è sotto gli occhi di noi tutti: il Parlamento.
Che dire? Avremmo bisogno di una radicale Rivoluzione Culturale che nessuno di questi delinquenti che noi ammiriamo ed esaltiamo permetterà, però. che mai si faccia. Nè noi, d’altronde, ci sogniamo nemmeno lontanamente di fare!!!
E allora? Allora siamo nelle mani sapienti di madre Natura la quale la Rivoluzione Culturale la farà – in tempi lunghissimi com’è nel Suo stile – con tanta, ma tanta nostra sofferenza!!!
Saremmo un caso senza speranza se madre Natura ci avesse abbandonato a noi stessi. Per nostra fortuna così NON è: la soluzione c’è, ed è stata concepita al tempo stesso del nostro concepimento! Mica stupida, come spesso arrogantemente pensiamo, madre Natura!!!
……..ma intanto c’è chi ci lascia la pelle………non possiamo più aspettare la saggezza della natura..
Signor Angelo,
due sono le strade che a noi Umani è dato percorrere per il compimento della nostra evoluzione: quella propriamente “animale” la cui propulsione deriva dalla “sofferenza”, e quella propriamente “Umana” la cui propulsione deriva dalla “ragione”. Lei – che ovviamente è in possesso della ragione allo stato operativo – razionalmente osserva che “non possiamo più aspettare la saggezza della natura” perché “intanto c’è chi ci lascia la pelle”. Ma – e qui è il nodo cruciale della questione – NON il 90% della popolazione possiede la ragione allo stato operativo, avendo questa operativi ben altri organi che si trovano localizzati “dalla cintola in giù”, e sto parlando in senso letterale.
Di questa amarissima realtà dobbiamo prendere atto! E dobbiamo anche farci una ragione del fatto che il capovolgimento di questa realtà può solo avvenire attraverso una Rivoluzione Culturale che:
-1. Non può essere generata dal 90% della popolazione in quanto questa è oggettivamente impossibilitata a comprenderne la necessità a causa, appunto, dell’inattività della propria facoltà critica.
– 2. Deve, quindi, essere generata dal 10% che, a sua volta, DEVE prendere piena coscienza del fatto che una Rivoluzione Culturale implica tempi che si misurano in termini di decenni, e che richiede un intervento massiccio e a tempo pieno a livello scolastico, cominciando dalla prima classe elementare per finire – 13 anni dopo – al compimento delle superiori. Da osservare anche – e soprattutto – che NON saranno mai efficienti ed efficaci abbastanza gli interventi tradizionali – giornali, manifestazioni di piazza, commemorazioni, ecc. – all’attivazione della ragione nel 90%, in quanto questi interventi raggiungono solo una sparuta minoranza della popolazione scolastica, la grande maggioranza di essa rimanendo irraggiugibile a causa di una educazione scolastica volutamente “deficitaria” e di una educazione familiare addirittura “ostile” alla formazione di una “coscienza civica” inesorabilmente destinata a rompere i ponti con il passato.
In Democrazia, uno sparuto 10% non ha – né avrà mai – la capacità elettorale di determinare questa Rivoluzione Culturale a livello scolastico. Come, quindi, questo 10% potrà raggiungere la popolazione scolastica nella sua interezza? Si apra un dibattito su questa cruciale domanda: solo da una sua “valida” risposta la Rivoluzione Culturale potrà essere generata!