Attenti al miracolo tarocco…
Profonda crisi, profondo rosso: aziende in panne davanti al miraggio di un prestito a tassi minimi. Ma la truffa è dietro l’angolo
Una congiuntura finanziaria, divenuta praticamente uno status quo, continua a mettere in ginocchio le piccole e medie imprese. Una crisi cronica di liquidità per le aziende che innesca un circolo vizioso paradossalmente letale: fidi bancari esauriti, serie di cartelle Serit / Equitalia come incubi, RID rispediti al mittente, nuovi ordini bloccati, Enel sul piede di guerra.
É a questo punto che prende il via una faticosa ed estenuante, ma allo stesso tempo vitale, ricerca di denaro. Corsa a ostacoli che può contare su metodi più o meno legali per raggiungere l’obiettivo. Primo e naturale approdo è rappresentato dagli istituti bancari, assai restii negli ultimi tempi a concedere credito.
Ragioni più o meno valide conducono al rifiuto della richiesta di prestito. Un “no” pesante che porta l’imprenditore a rivolgersi ad “amici” in grado di prestare denaro con tassi di interessi a livelli di usura.
Ma non basta: c’è chi propone vie d’uscita miracolose, a mò di specchietti per allodole, nel tentativo di trarre in “trappola” soggetti già duramente colpiti a livello economico.
É il caso di S. J., truffatore francese che ha scelto Modica e la provincia di Ragusa come terreno di battaglia..
Tutto parte da un messaggio, assai allettante, inserito strategicamente su diversi siti di annunci: si offrono prestiti, fino al milione di euro, con interessi al 2%, rimborsabili in un lasso di tempo a scelta.
Roba da far sbrilluccicare gli occhi ad un imprenditore in panne che si ritroverebbe davanti ad una manna dal cielo in versione 2.0, un’iniezione di liquidità con tassi praticamente nulli rispetto a quelli proposti dalle banche (nell’ordine dell’8%). Basta mandare una mail, e chiedere maggiori informazioni.
Alla richiesta la controparte, con il nome italianizzato S. G., risponde in una lingua evidentemente ricavata da una traduzione fatta con Google Translate. Si ribadisce la disponibilità del prestito e si invita ad inviare una serie di dati, alcuni sensibili: nome, cognome, città, carta d’identità, iban su cui ricevere la somma richiesta. E poi reddito mensile, durata del prestito, occupazione.
Si chiede qualche delucidazione, le risposte possono sembrare sensate.
Vengono inviati i parametri del credito: importo richiesto 100.000 euro rimborsato in sessanta mesi. Rate mensili di 1.752,78 euro, la prima nel Giugno 2013. Il totale rimborsato, dopo i cinque anni, sarà di 105.166,56 euro, interessi veramente minimi. Non si chiede nessuna garanzia, nessuna prova dei dati poco prima inviati. Cosa succede nel caso che una rata non venga pagata? Giusto una “piccola” penale di 48 euro.
A questo punto entra in campo un nuovo soggetto, assolutamente fittizio: il notaio.
Nel giro di poche ore giunge una bozza di contratto, anch’esso redatto in una lingua “maccheronica”, da rimandare indietro firmato e scannerizzato. Si tratta di un pdf, sullo sfondo un logo con la scritta “le notaire”. L’aria è fortemente farlocca.
Indicazione del prestatore, del mutuatario. E qualche clausola: “L’istituto di credito concede in comodato per l’uso principalmente rimborso in conformità con le disposizioni degli articoli 1875 e seguenti del codice civile, che il destinatario lo accetta, secondo le condizioni, i termini e gli obblighi di legge e la pratica, e specialmente in quelli specificato nel presente contratto, il seguente importo: 100.000,00 € (euro) / tasso di interesse: 2%. Scopo del prestito via [indirizzo indicato poco prima via mail]”.
Firma del prestatore, spazio per la firma del mutuatario, e il timbro del notaio appositamente tagliato nel punto in cui dovrebbe essere indicata città e numero di telefono. Una piccola genialata.
Il contratto, compilato, viene rispedito via mail. A questo punto la svolta: per il prestito è tutto ok, basta fare un piccolo versamento per spese notarili di 330 euro, e poi la somma di 100.000 euro sarà accreditata nel giro di quarantotto ore. Sembra quasi un miracolo. Miracolo francese, miracolo tarocco.
S.J. chiede di ricevere la somma tramite trasferimento Western Union. Western Union è, in maniera assai rinomata, la modalità di pagamento preferita dai truffatori e quella meno tracciabile dalle Forze dell’Ordine.
I 330 euro inviati, considerati a mò di obolo per spese notarili, appaiono come un sacrificio accettabile per poter risolvere i problemi economici.
Il truffatore, intascato il contante, scappa via. E scompare. Ogni suo riferimento è falso, il magheggio è compiuto. Tutto è pronto per “colpire” un nuovo soggetto.
L’annuncio è ancora lì, e attende un’altra azienda della provincia.