domenica, Dicembre 22, 2024

Saguto

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Caso Saguto: e venne il giorno del giudizio

Il caso è scoppiato cinque anni fa. Ci sono voluti tre anni di processo, sono stati ascoltati quasi un centinaio di testimoni in un centinaio di udienze e alla fine oggi dovrebbe arrivare la sentenza nei confronti di Silvana Saguto e di tutta la sua cricca che nel passato decennio, e anche prima è stata la signora assoluta dell’Ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, dando vita a quello che i giudici di Caltanissetta hanno definito “un sistema perverso e tentacolare” e che dall’emittente Telejato, sin dall’inizio avevamo definito “il cerchio magico”, definizione poi ripresa da tutti i giornali e i media che si sono occupati dell’argomento. 

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Processo Saguto: chiesti 15 anni per l’ex giudice

Stavolta non era presente. Ha preferito non andare all’udienza dello scorso 19 febbraio in cui la procura ha chiesto per lei 15 anni e dieci mesi, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Silvana Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione di Palermo, radiata definitivamente dalla magistratura, è accusata di essere stata a capo di un sistema illegale nella gestione dei beni sequestrati.

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Caso Saguto

L’allegro e criminoso modo, portato avanti dalla Saguto, di mettere sotto sequestro aziende alle quali, in qualche modo spesso solo indiziario, si attribuiva una patente di mafiosità per procedere alla loro requisizione e affidarne la gestione agli avvocati o economisti che facevano parte del cerchio magico. L’amministrazione giudiziaria di questi beni ha arrecato danni irreversibili all’economia siciliana, poiché le aziende sono state smantellate e non più restituite, anche quando i proprietari sono stati penalmente assolti da ogni imputazione.

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Noi emigranti

I siciliani veri, quelli che non dimenticano di avere avuto padri e nonni emigranti, salutano con affetto e gratitudine i volontari che rischiano la vita per salvare gli emigranti di ora.

Se vi si dovesse infiltrare qualche raro individuo mosso da motivi oscuri, venga fatta giustizia esemplarmente, come per i traditori dell’antimafia tipo Montante o Saguto. Ma in nessun caso si faccia confusione con i numerosissimi concittadini che tengono alta, salvando e non massacrando altri esseri umani, la bandiera d’Italia e l’umanità millenaria della nostra gente.

Chiunque cerchi pretesti per sabotare la loro opera, per motivi politici o per debolezza morale, è un complice dei trafficanti e un nemico del nostro Paese.

Seguiremo con attenzione le inchieste giudiziarie su questi temi, appena verranno iniziate e non semplicemente accennate. Confermiamo la nostra fiducia alla Magistratura nel suo complesso, presidio – da Falcone in poi – della Repubblica basata sulle leggi e i diritti umani.

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