Il lavoro prima era molto regolare, ma tutto d’un tratto siamo stati penalizzati. La nostra situazione era già delicata.” dice Alessandro. “Quello che danneggiava prima, e che continua anche ora, è l’abusivismo esercitato da sempre più colleghi. I giovani parrucchieri, infatti, una volta finito il percorso di formazione, a causa della pesante pressione fiscale, preferiscono lavorare in nero senza aprire un negozio che comporterebbe il pagamento dell’affitto, delle bollette e delle tasse alte. In questo periodo siamo sconfitti sia dal virus sia dalla concorrenza illecita che non conosce crisi nemmeno ora lavorando ugualmente.”
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