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9 maggio

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9 maggio 2018

Come ogni anno si ripropone l’eterna questione di non ridurre Peppino a un santino, a una icona da inserire nel pantheon degli eroi antimafia. Come ogni anno si ripropone il problema di una identità di Peppino negata dall’immagine che ne hanno dato i mass media o i film su di lui e su Felicia.

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Vive

I giovani hanno capito prima di tutti che la mafia non è un’escrescenza criminale ma un vero potere socio-politico, che si elimina solo trasformando profondamente la società. Questa intuizione, che è quella di Peppino Impastato e Giuseppe Fava, è oggi ben chiara in testa dell’ultimo ragazzino che viene a unirsi alla lotta.

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Non più Casa Badalamenti, ma Casa Nove Maggio

Il problema non è di ricordarsi di un mafioso per odiarlo, ma di rendere noto che in quel posto  ha vinto lo stato, che il sito è stato confiscato e affidato ai compagni di Peppino e a suo fratello nel 2011, che al piano di sopra, se il sindaco si decide, avrà posto la biblioteca comunale e che quello che era il centro della violenza è diventato e diventerà ancora il centro della cultura e della legalità. E infine che, per più di dieci anni, tutta la casa è stata la sede del Forum Sociale Antimafia e il centro propulsivo delle iniziative condotte nel nome di Peppino. Per tutto il resto la memoria da portare avanti e da rispettare è quella di Peppino Impastato e la casa da visitare con attenzione è la sua.

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