Appunti di un diario collettivo
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IERI E OGGI
Sapevamo che una lesbica può essere una buona madre, che un gay può essere un buon padre. Ce lo diceva la vita reale, il nostro desiderio genitoriale, i sorrisi bambini.
La Corte Costituzionale lo conferma con una recentissima sentenza e noi lo prendiamo come riscatto delle sofferenze e dei pregiudizi che ostacolano i nostri percorsi di persone lesbiche, gay, bisex, transex, queer.
Volevo ricordarvi che oggi che ricorre il quindicesimo anniversario del suicidio di Alfredo Ormando, poeta e scrittore siciliano bruciatosi vivo a Piazza S. Pietro, in Vaticano, in quella stessa piazza quattro femministe del gruppo ucraino Femen svestono i loro corpi rivendicando le istanze dei nostri diritti civili. Dimostrando così a noi, e al mondo che niente ci sarà regalato e che dovremo lottare per avere quello che ci spetta. E allora copriamo le nostre paure con il loro coraggio, e lottiamo, lottiamo. Ancora. Fino a quando non avremo né paura e nemmeno sensi di colpa. e saremo finalmente lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer liberi e liberati, tutte e tutti!
Sara Crescimone
Open Mind Catania
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“E’ QUASI BANALE”
La sentenza 601 della Cassazione è quasi banale. Non esiste uno studio scientifico che confermi il pregiudizio che essere cresciuti da una persona o da una coppia omosessuale danneggi la salute psico-fisica di un bambino. Di contro, esistono studi che evidenziano una minore incidenza di disagi psichici in bambini cresciuti in famiglie omogenitoriali.
In altre parole, le teorie secondo cui le coppie omosessuali non sono buoni genitori sono balle. Bugie ideologiche, spacciate come vere da giornalisti superficiali e politici omofobi.
Per questo la sentenza è banale nella sua semplice ovvietà: se non esiste alcuna prova delle affermazioni del padre (che l’aveva abbandonato quando aveva 10 mesi, e aveva malmenato madre e compagna), il figlio resta affidato alla madre. Semplice buon senso.
A riuscire ogni volta a stupirmi sono le polemiche e i commenti: la Cei, alcuni prelati, alcuni politici affannati a rilasciare dichiarazioni: anche se scienza e buon senso dicono il contrario, la sentenza sarebbe “contro natura”. Queste persone credono che sia giusto e “naturale” strappare un bambino alla propria famiglia o consegnarlo a un padre violento.
Sono queste le persone che impediscono, in Italia, l’adozione di provvedimenti di legge che sono baluardi di civiltà e che garantirebbero la pienezza dei diritti di cittadinanza per le persone LGBT: la legge contro l’omofobia (ovvero un’aggravante per i crimini commessi per omofobia, come già succede ad es. per il razzismo) e il riconoscimento del diritto di matrimonio per tutti. Sono loro che impediscono all’Italia di diventare un Paese pienamente civile, anteponendo alla cultura dei diritti umani un’ideologia cieca e violenta.
Daniela Tomasino