lunedì, Novembre 25, 2024
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Appunti di un diario collettivo

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IERI E OGGI

Sapevamo che una lesbica può essere una buona madre, che un gay può essere un buon padre. Ce lo diceva la vita reale, il no­stro desi­derio genitoriale, i sorrisi bambini.

La Corte Costituzionale lo conferma con una recentissima sentenza e noi lo prendiamo come riscatto delle sofferenze e dei pregiudi­zi che ostacolano i nostri percorsi di persone le­sbiche, gay, bisex, transex, queer.

Volevo ricordarvi che oggi che ricorre il quindi­cesimo anniversario del suicidio di Alfre­do Or­mando, poeta e scrittore siciliano brucia­tosi vivo a Piazza S. Pietro, in Vaticano, in quella stessa piazza quattro femministe del gruppo ucraino Femen svestono i loro corpi rivendi­cando le istanze dei nostri diritti civili. Dimo­strando così a noi, e al mondo che niente ci sarà regalato e che dovremo lottare per avere quello che ci spetta. E allora co­priamo le no­stre paure con il loro coraggio, e lottiamo, lot­tiamo. Ancora. Fino a quando non avremo né paura e nemmeno sensi di colpa. e saremo fi­nalmente lesbiche, gay, bi­sessuali, transessua­li, queer liberi e liberati, tutte e tutti!

Sara Crescimone

Open Mind Catania

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“E’ QUASI BANALE”

La sentenza 601 della Cassazione è quasi ba­nale. Non esiste uno studio scientifico che con­fermi il pregiudizio che essere cre­sciuti da una persona o da una coppia omo­sessuale dan­neggi la salute psico-fisica di un bambino. Di contro, esistono studi che evidenziano una mi­nore incidenza di disagi psichici in bambini cre­sciuti in famiglie omo­genitoriali.

In altre parole, le teorie secondo cui le cop­pie omosessuali non sono buoni genitori sono bal­le. Bugie ideologiche, spacciate come vere da giornalisti superficiali e politici omofobi.

Per questo la sentenza è banale nella sua sempli­ce ovvietà: se non esiste alcuna prova delle affermazioni del padre (che l’aveva ab­bandonato quando aveva 10 mesi, e aveva malmenato ma­dre e compagna), il figlio resta affidato alla madre. Semplice buon sen­so.

A riuscire ogni volta a stupirmi sono le polemi­che e i commenti: la Cei, alcuni prelati, al­cuni politici affannati a rilasciare dichiarazio­ni: anche se scienza e buon senso di­cono il contrario, la sentenza sareb­be “contro natura”. Queste persone credono che sia giu­sto e “naturale” strappare un bambino alla pro­pria famiglia o consegnarlo a un padre violen­to.

Sono queste le persone che impediscono, in Italia, l’adozione di provvedimenti di legge che sono baluardi di civiltà e che garantireb­bero la pienezza dei diritti di cittadinanza per le perso­ne LGBT: la legge contro l’omo­fobia (ovvero un’aggravante per i crimini commessi per omo­fobia, come già succede ad es. per il razzismo) e il riconoscimento del diritto di matrimonio per tutti. Sono loro che impediscono all’Italia di di­ventare un Paese pienamente civile, antepo­nendo alla cultura dei diritti umani un’ideologia cieca e violenta.

Daniela Tomasino

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