domenica, Novembre 24, 2024

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-rete-Andrà BeneApertura

Ma la mafia abita ancora qua

A Gravina di Catania gli immobili confiscati alla famiglia Zuccaro risultano occupati nonostante siano stati inseriti nel bando dell’Agenzia Nazionale. Due assemblee si sono tenute a Catania nelle ultime settimane, con tante associazioni e persone di buona volontà, per denunciare tutto questo: per fare squadra e non rassegnarci. È possibile ancora consentire che la malagestione dei beni confiscati continui a essere un regalo alle organizzazioni mafiose?

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-rete-AperturaCronaca

“Cercare di far qualcosa per migliorarlo…”

Ecco questo è Dante Cristina ed è uno di noi, uno dei Siciliani giovani. Lui c’è entrato nell’ottantaquattro, con la prima banda, e ho detto “è uno di noi” ma forse è sbagliato, visto che è morto ieri e più o meno in questo momento gli stanno facendo il funerale. O forse non è  sbagliato o non del tutto, non si sa bene in questi casi chi veramente c’è e chi non c’è e in che maniera. Noi comunque si va avanti, e grazie Dante, è bello scrivere ancora qui il tuo nome, anche se gli occhiali scrivendolo sembrano un po’ appannati.

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-rete-AperturaCronacaCultura

Repubblica, repubbliche e imperi

La lotta fra umanitari e schiavisti negli Stati Uniti non è mai finita, e oggi, come a ogni generazione, si riaccende ferocemente. Dall’esito di questa lotta dipende, per i prossimi anni, l’assetto del pianeta intero, compresa la piccolissima parte chiamata Italia. Le poche decisioni locali le prendono le famiglie Agnelli, Medici o Berlusconi, non certo Comuni e Repubbliche di cui sopravvivono i riti, non i poteri. Le elezioni locali non sono che una concessione imperiale, con l’unico valore ormai di un test antropologico.

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-rete-AperturaGiornalismo

Il nuovo giornalismo e il mondo nuovo

In che cosa noi gente perbene, ed anzi i più generosi, siamo colpevoli per la disinformazione, per la mafia, per i giornali mercanteggiati, per l’epidemia di servilismo? Perché protestiamo solo ogni anno – non ogni giorno e momento – e perché protestiamo divisi. Protestiamo per rito, per abitudine, senza crederci fino in fondo; i pochi che davvero ci credono riescono per lo più a rendersi impopolari col loro linguaggio incomprensibile e il loro “io so tutto”

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-rete-Apertura

Branca, Branca, Branca…

Tra non molto Catania resterà senza squadra di calcio e pure senza giornale. La squadra, fondata nel 1946, è in fallimento. Il gruppo industriale e finanziario di Nino Pulvirenti, proprietario della società sportiva, è in bancarotta, col fiato sul collo di creditori, lavoratori e magistrati. Non se la passa meglio il giornale La Sicilia, che a causa delle spregiudicate amicizie dell’editore Mario Ciancio è riuscito a mantenere il monopolio della carta stampata in Sicilia orientale, ma non le vendite. Il gruppo Ciancio ha già annunciato la liquidazione dell’altro giornale di sua proprietà, la Gazzetta del Mezzogiorno. Nel frattempo nella città in fallimento, elegantissimo, con la medaglia di Cavaliere di Gran Croce al petto, rientra in scena l’avvocato Vito Branca.

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-rete-AperturaFotografiaInchiesteIntervistePeriferie

Prove napoletane di sommovimento

La quarantena e le misure di contenimento imposte ai cittadini sono elementi che vanno a sommarsi alle profonde diseguaglianza già esistenti, seppure generalmente ignorate ed occultate. Le iniziative solidali di città come Napoli hanno avuto questo come principale merito, restituire visibilità a coloro di cui questo paese colpevolmente si dimentica. Ora, che lentamente torniamo alla quotidianità, è tempo di chiederci cosa possiamo fare affinché chi vive ai margini della società non sia condannato all’invisibilità. Oltre ad offrire tutto il supporto materiale, è tempo di pianificare ma senza essere ingenui.

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-rete-Apertura

Diario della fase uno

Questo volumetto è il contributo delle giovani redattrici dei Siciliani – la quinta generazione del giornale fondato da Giuseppe Fava – alla libera informazione in un momento difficile del nostro popolo. Difficile, ma affrontato in complesso con spirito di disciplina e di solidarietà. Certo, fra molti mugugni, che non vanno però confusi con l’irresponsabilità di coloro che, per carriera politica o per semplice vanità, di questo drammatico momento non hanno colto che l’occasione di mettersi in mostra o con un eccesso di critica o con un eccesso di autorità.

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