Al mercato delle belle idee
In Sicilia si fa “la cosa giusta” nei “Cantieri che vogliamo”…
La bella notizia, una volta tanto, è che i Cantieri Culturali della Zisa di Palermo, dopo l’abbandono nel grigio decennio delle amministrazioni Cammarata, tornano a vivere grazie all’azione determinata di un movimento di persone, associazioni, centri sociali e altre realtà cittadine.
Il motivo che ha determinato tanti a scrollarsi una rassegnazione da troppo tempo portata avanti nasceva dalla indignazione e la conseguente volontà di reagire alla sostanziale privatizzazione dello spazio – uno dei più vasti ed interessanti esempi di archeologia industriale in Europa già votato alla cultura e alla socialità – che la vecchia Giunta, ormai disfatta, stava realizzando con un colpo di coda, tanto indegno quanto illegittimo.
Questo tentativo di sottrarre alla città un’area simbolo, di particolare importanza simbolica e socio-culturale, è stato neutralizzato grazie ad una mobilitazione collettiva sintetizzata negli slogan simbolo: “apriamo i Cantieri” e“i Cantieri che vogliamo”.
Un movimento che ha prodotto una vertenzialità fatta di resistenza civile, ma anche di progettazione partecipata, di organizzazione di eventi e di tanto altro durante i quali un movimento invitava la città a riappropriarsi dei Cantieri per le numerose opportunità che essi possono dare, dalle produzioni culturali in campo cinematografico, teatrale e di varia espressione artistica, alla fruizione organizzata a disposizione del quartiere circostante e, più diffusamente dell’intera collettività.
Già da qualche mese i Cantieri ospitano manifestazioni interessanti, ma rimane in corso il dialogo, in piena autonomia delle parti, tra la nuova amministrazione e il Comitato “ i Cantieri che vogliamo”per provare a caratterizzare l’utilizzo, sempre più efficace dell’Area. Ciò in una rigorosa logica di “bene comune”che escluda una gestione esclusivamente centralizzata nelle istituzioni, come anche affidamenti a lungo termine che creino privilegi e impongano una fruizione passiva alternativa alla libera espressione della città in tutta la sua capacità di esprimere cultura e socialità.
Ma i progetti significativi sono, oltre che realizzati, anche nobilitati dalle pratiche. In questo senso, il fine settimana dal 19 al 21 ottobre 2012 ha rappresentato uno spartiacque importante nella nuova fruizione dei Cantieri.
Questo perché in questi giorni, in cui l’estate non si rassegnava a lasciare il passo all’autunno, ha aperto i suoi battenti a Palermo e alla Sicilia, una manifestazione importante come “Fa la cosa giusta Sicilia”.
Una mostra–mercato sui consumi critici e gli stili di vita sostenibili e responsabili che, oltre a fare rivivere il maestoso capannone delle “tre navate”e altri spazi interni ed esterni dell’Area dei Cantieri, metteva in sinergia, positivamente innovativa, valori, relazioni e capacità di progettare futuro. Questo in una logica di responsabilità etica all’interno di un sistema di economia alternativa a quelli dominanti, la cui crisi, ormai evidentemente strutturale, mostra tutti i suoi aspetti di profonda e irresponsabile disumanità.
E’ stato questo “Fa la cosa giusta siciliana”, la prima del centro-sud. Un modo per interpretare un’esperienza fieristica del Nord del Paese, attraverso la specificità di una Regione come la Sicilia di grandi complessità, ma anche di straordinarie potenzialità. Una Sicilia che vuole mostrare un volto diverso dagli stereotipi correnti, ma a partire dalla sua capacità d’innovazione in tutti i campi.
Questo è stato dimostrato dalla presenza tra le strutture e i viali dei Cantieri – e prima ancora tra le pagine di una Guida ai consumi responsabili e alle buone pratiche, edita dal Comitato organizzatore nel 2011 – di un mondo, vasto e motivato delle produzioni e dei servizi compatibili e responsabili, dell’associazionismo e, più in generale, dell’impegno sociale ed antimafioso.
Una grande festa, ma anche un modo per veicolare progetti e innovazione perché chi l’ha detto che edificare una nuova società basata sul rispetto dei diritti e delle libertà delle persone e dell’ambiente, sia un fatto da affidare a consessi elitari e seriosi? In questi giorni dai Cantieri culturali di Palermo parte verso tutti i territori della Sicilia il messaggio che ognuno, ogni giorno e nel proprio piccolo – provando a vivere meglio sul piano ambientale, sociale ed alimentare – ha la possibilità, per se e per gli altri, di “fare la cosa giusta”.