“Al gufo, al gufo!”
Guai ai magistrati che “remano contro”
I polemisti convertiti all’ornitologia (scarsità di argomenti?) strilleranno “al gufo!”. Ma nessuna invettiva esorcizzante può cancellare le angosce che suscita l’interminabile elenco dei record negativi che il nostro Paese è riuscito ad inanellare.
Occupiamo il terzo posto nella classifica mondiale per l’evasione fiscale (dopo Turchia e Messico).
E’ stato stimato in 154,4 miliardi di euro l’ammontare delle tasse non pagate nel 2012. Una perdita annua di 60 miliardi di euro colloca l’Italia fra i paesi più corrotti d’Europa, insieme a Romania, Grecia e Bulgaria.
I record negativi
Nella classifica europea della libertà di stampa siamo terz’ultimi. La disoccupazione giovanile italiana è del 43,3%, contro una media europea del 22,5%. Siamo ultimi per gli investimenti nel settore culturale.
La nostra ricerca è in ginocchio. La fuga dei cervelli è diventata una valanga. Le imprese italiane sempre più spesso o chiudono o vengono assorbite da stranieri. La giustizia è un disastro completo.
Il “cambio di passo” del regime
Eppure, a sentire i nostri governanti dovremmo stare sereni perché nel giro di qualche settimana (massimo qualche mese) il “cambio di passo” del nuovo regime riuscirà a risolvere ogni problema.
L’impressione è che le formule magiche tendano a soppiantare le terapie realistiche. O che addirittura si voglia partire regolando qualche conto in sospeso, rinviando ancora una volta gli interventi nel merito.
Il caso giustizia
Prendiamo il caso giustizia: il dato ineludibile da cui partire è lo spaventoso arretrato di 9 milioni di processi (5 nel civile e 4 nel penale). O ci si libera da questo macigno o si continuerà ad esserne schiacciati, condannando al fallimento qualunque tentativo di riforma.
Occorrono rimedi radicali, per esempio l’abolizione del giudizio di appello.
I magistrati ed il personale amministrativo dell’appello andrebbero destinati all’eliminazione dell’arretrato nell’arco di due o tre anni.
Esaurito l’arretrato, quei magistrati e quel personale dovrebbero essere concentrati sul primo grado di giudizio così da ridurne i tempi, mentre la soppressione del secondo grado dimezzerebbe la durata complessiva del processo.
Una riforma a costo zero
Una riforma a costo zero, che oltretutto porrebbe il nostro Paese in linea con tutti gli altri paesi che hanno (come noi ci siamo dati nel 1989) un sistema processual-penale moderno di tipo accusatorio, creando finalmente anche da noi le condizioni necessarie per avere una giustizia rapida e certa, veicolo di garantismo autentico e non strumentale.
Il patto col Condannato
Senonché, invece di intervenire sui tempi vergognosi del processo, pare si vogliano prima di tutto sistemare alcune questioni coi giudici, rimodulando la responsabilità civile e quella disciplinare. e se qualcuno osasse scorgervi un qualche riflesso del “patto del Nazareno” stipulato con un signore condannato ed espulso dal Senato, sappia che rischia la “promozione” da semplice gufo a nemico della Patria.