Agostino e Chiara hanno bisogno di aiuto
Cinquanta italiani bloccati in Laos.
Agostino e Chiara sono una coppia da già anni, entrambi di origine siciliana.
Lui viveva in Inghilterra dove faceva il cameriere, lei è architetto.
Un giorno hanno deciso di mollare tutto e partire per l’Oriente: il diciassette febbraio scorso sono arrivati a Vientiane, nei giorni successivi avrebbero dovuto visitare la Tailandia e il Vietnam.
“Qui non c’è l’ambasciata italiana”- ha detto Agostino all’Ansa- “ Ci siamo rivolti a quella francese, ma era intasata e il console non ci ha potuto ricevere. Prima che la situazione precipitasse abbiamo tentato di rientrare in Italia; io e Chiara abbiamo già acquistato venti tratte aeree che sono state tutte cancellate.”
“Non so quanto resisteremo, quello che doveva essere un viaggio di piacere si è trasformato in un incubo”- dice Agostino disperato col sudore in fronte – “Nella capitale siamo circa cinquanta italiani. Il sistema sanitario qui è pessimo e non ci sono tamponi. Le nostre forze fisiche e psicologiche si stanno esaurendo.”
“Non dormiamo, siamo stressati e non sappiamo cosa fare”- afferma una signora sulla cinquantina- “ Questa non è casa nostra. C’è chi alloggia in ostello e chi in albergo, abbiamo il timore che chiudano tutte le attività come in Italia e quindi potremmo ritrovarci per strada da un momento all’altro.”
“Non possiamo conservare cibi freschi nel frigorifero perché non ce lo abbiamo, non possiamo comunicare con un’autorità di riferimento, ci hanno abbandonati qui” afferma un uomo con la figlia piccola in braccio che si aggrappa forte al papà- “Le temperature elevate di certo non aiutano, al momento ci sono trenta gradi a Vientiane.”
“Cerchiamo di stare fuori il meno possibile, il governo ha raccomandato di non uscire dall’uno al diciannove aprile eccetto che per la spesa e per la farmacia”- racconta Chiara- “ C’è lo stop anche alle feste tradizionali, ai matrimoni, ai funerali, è in atto il distanziamento sociale. L’ultimo aereo per l’Europa è decollato il ventotto marzo, vi prego non abbandonateci qui.”