sabato, Novembre 23, 2024
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Aggiungi un posto all’Ato…

Parentopoli all’Ato Ambiente di Ragusa: diciannove Cocopro eccellenti. E adesso, i “fortunati” vogliono un contratto

A far ripiombare le nuvole nere sull’Ato Ambiente di Ragusa sono state le dimissioni di Severino Santiapichi. L’illustre magistrato, impegnato anche nel processo Moro, era stato chiamato alla guida  dell’ambito territoriale ibleo, reduce da anni di cattiva gestione. A stretta ruota sono seguite le dimissioni di Giovanni Lucifora, componente del collegio di liquidazione della stessa Ato in quota Centrosinistra.
Dimissioni, in entrambi casi, che hanno destato più di qualche dubbio e che hanno puntato nuovamente i riflettori sulla matrice dell’Ato: quella del carrozzone elettorale.
Già nel 2010 gli allora vertici della società (il presidente Giovanni Vindigni, il vice Franco Muccio, il componente del Cda Concetta Vindigni, il direttore Fabio Ferreri) erano finiti al centro di un’indagine della Guardia di Finanza di Ragusa, su delega della procura iblea, per irregolarità riguardanti diciannove assunzioni compiute nel 2009 in violazione delle norme. Pare che, nel caso sotto esame, il bando di assunzione sia stato affisso solamente sulla bacheca della società, senza avere adeguata pubblicità. A comparare i curricula ricevuti una società catanese, la Mediacom, che non sarebbe in possesso di autorizzazione del Ministero del Lavoro per effettuare selezioni di questo tipo. E, come se non bastasse, il tutto in violazione dell’articolo 61 della legge regionale numero 6 del 14 Maggio 2009 che, tra le altre cose, prevede il divieto di nuove assunzioni per gli Ato rifiuti. Il risultato di queste “maldestre” manovre ha portato all’assegnazione di contratti Cocopro biennali per quindici persone, a cui se ne sono aggiunti altri quattro già approvati in precedenza nel 2007. Chi sono questi diciannove fortunati? “Figli della casta”: vi è un misto fra parenti, mogli, amanti, faccendieri di politici del territorio ibleo.
Il “gioco”, nonostante le indagini, è durato praticamente per l’intera durata del contratto e adesso, i “fortunati vincitori delle procedure di assunzione”, incuranti di tutto hanno deciso di rivolgersi ai sindacati per vedere rinnovato il proprio incarico addirittura a tempo indeterminato. Praticamente una beffa che, per come si presenta, potrebbe tranquillamente far parte di un film comico-demenziale.
E forse è stata proprio questa la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso portando Santiapichi e Lucifora verso la firma delle dimissioni. Una situazione diventata poco sostenibile che il presidente e il liquidatore dell’Ato, considerate le assai probabili pressioni politiche, hanno deciso di mollare.
Al timone dell’ambito territoriale rimane, attaccatissimo alla poltrona nonostante le richieste di dimissioni provenienti dal Pd del capoluogo ibleo (pare che la sua compagna sia tra i diciannove “raccomandati”), il ragusano Migliorisi (secondo liquidatore della gestione Santiapichi, area Pdl). Migliorisi viene nominato  presidente della società e viene affiancato dal vittoriese  Salvatore Garofalo (area Sel, suo vice) e dall’altro ragusano Giancarlo Cugnata (area Pdl, nuovo liquidatore).
L’affare Ato, però, non si ferma qui: i deputati regionali del Pd Roberto Ammatuna e Pippo Di Giacomo hanno predisposto la presentazione di un’interrogazione a Giosuè Marino, assessore regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, chiedendo lumi sulle modalità attraverso cui si sia proceduto a formalizzare quei contratti nonostante il divieto di assunzioni per gli Ato e, comunque,  in palese violazione delle procedure per l’individuazione delle unità lavorative. I due rappresentanti ragusani all’Ars chiedono di mettere la parola fine alla questione domandando all’assessorato “quali  misure intenda adottare perchè simili violazioni vengano perseguite e condannate dagli organismi competenti”.

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