AAA.. Via Plebiscito vendesi!
Come vive il quartiere dopo la chiusura dell’ospedale Vittorio Emanuele.
A cinque minuti dal centro storico e dalla carne di cavallo, si vende grazioso quartiere alberato sul viale del tramonto. Abbandonato dopo la chiusura dell’ospedale Vittorio Emanuele, conserva tuttavia il suo vissuto: dal civico 643 al 727 c’erano una volta, infatti, il salumiere, il ferramenta, il fruttivendolo, due bar, il negozio di elettronica, il girarrosto, il negozio di cinesi ed il panificio. Eppure, in mezzo a tutte queste saracinesche abbassate vittime della ruggine e ai vetri opachi dei negozi, troverete ancora compagnia: “Siamo qui da cinquantaquattro anni, mia mamma ha aperto il negozio e anche io, un po’ per passione un po’ per necessità, ho proseguito l’attività di famiglia.” racconta Alessandro Arcidiacono parrucchiere da ventitré anni.
“L’assenza del Vittorio non mi ha danneggiato più di tanto; magari ora non faccio più la piega alle infermiere stremate a fine turno, ma non mi posso lamentare; lo stesso non vale per gli altri commercianti” – spiega Alessandro indicando l’insegna all’angolo con Via Aloisio – “Il bar D’Andrea, dopo cinquantasei anni, è stato costretto, due mesi fa, a chiudere ed è triste vederlo sprangato; aveva cominciato a lavorare nello stesso periodo in cui mia mamma sistemava il salone.” Insomma, morto l’ospedale Vittorio, il quartiere è diventato un fantasma: “Sono rimasto solo io, ha chiuso anche l’autorimessa dell’AMT, mentre gli abitanti sono intrappolati in una sorta di incantesimo: la realtà di questo quartiere era l’ospedale, chiuso questo non esiste nient’altro.”
“La cosa più avvilente è vedere il politico o onorevole di turno ispezionare la zona inventando una favola; prima il museo, poi il campus e tutti quanti qui a sognare che i negozi avrebbero riaperto a breve, arricchendosi con gli studenti, una volta usciti medici ed infermieri, ma così non è stato.” dice Alessandro mentre osserva il cancello verde della sezione pediatrica ricoperto dalla sporcizia. “È da un anno che è tutto chiuso ed ancora oggi qui si aspetta che qualcosa accada, che qualcuno ci venga a salvare. Se riparte tutto di nuovo, anche le botteghe circostanti si potrebbero risollevare, ma se non succede la via Plebiscito è destinata al degrado.”
L’incuria della zona non è un fenomeno nuovo; risale a nove mesi fa il crollo della palazzina in via Castromarino, i residenti fino al mese scorso si sono arrangiati come potevano, mentre si registravano degli atti di sciacallaggio nelle loro abitazioni: “Il problema è che non c’è mai stato davvero un progetto e penso che non si farà mai nulla. È stato un errore chiudere l’ospedale, ma l’errore più grave è stato abbandonare poi anche l’edificio, questo è sempre stato un quartiere pericoloso e ora si ritrova allo sbando. I vigili urbani non passano mai e l’abusivismo è sempre più frequente, basta aprire un’attività e mettere delle attrezzature fuori e nessuno dice mai niente. Se fanno dei blitz, l’indomani è tutto ritornato come prima, non c’è per nulla controllo.”