“A noi non ci pensate mai”
La testimonianza di Alberto Surrentino, portavoce del cinema King di Catania.
“I debiti che abbiamo noi, così come altri cinema d’Italia, sono consistenti. Questi non coinvolgono solo le sale e chi ci lavora, ma anche tutte le società che vi gravitano attorno. Si tratta di una devastazione economica di proporzioni enormi. Se lo Stato non si presterà ad aiutare i cinema, le saracinesche potrebbero rimanere abbassate anche dopo la fine della pandemia” racconta Alberto Surrentino gestore dello storico cinema catanese King.”
“Durante questi mesi di stallo non ce la siamo sentita di organizzare piattaforme streaming o alternative alla classica proiezione in sala, oramai ci siamo rassegnati: il nostro futuro non è più nelle nostre mani. La realtà al momento è questa: non riceviamo aiuti da mesi e quelli promessi non bastano.”
Da quasi un anno i cinema italiani faticano ad andare avanti, complici le false speranze propinate dal Governo. La menzogna più recente risale al ventisette marzo 2021: “Nessun cinema catanese sarebbe stato in grado di riattivarsi il ventisette marzo, le case di distribuzione o diffondono le pellicole per tutto il paese o per nessuno. È evidente che la politica italiana non è interessata a noi, non sanno come si gestisce un’impresa. Non è corretto prendere in giro chi lavora davvero, chi ha investito denaro per rispettare il distanziamento, per il ricambio d’aria in sala e per le pulizie extra. Il cinema Tiffany di Palermo, ad esempio, ha dovuto chiudere i battenti pur essendo stato aperto pochi mesi prima dell’inizio della pandemia. A Roma ha chiuso l’Azzurro Scipioni perché i proprietari continuavano a chiedere l’affitto.”
“Da marzo 2020 ad oggi abbiamo ricevuto: una tantum dall’Agenzia delle Entrate, ma che non equivale nemmeno all’affitto di un mese; ad aprile il Governo ci fece fare un prestito, nonché altri debiti, i famosi 25.000 euro a tasso ridotto. Se incassi paghi i debiti, ma se chiudono l’attività come li paghi i debiti? A giugno con il Decreto Franceschini abbiamo ottenuto un indennizzo, strettamente correlato ai guadagni dell’anno precedente che ci ha soddisfatto ed è stato rifinanziato, per fortuna. Da giugno in poi abbiamo stretto i denti. Ad agosto grazie all’uscita del film Tenet abbiamo guadagnato più di agosto 2019, la gente ci torna volentieri al cinema se ne ha la possibilità. Ad ottobre la situazione epidemiologica peggiorò, in quel momento ricevemmo quella che io sono solito definire “la coltellata alla schiena”, in quanto la settimana precedente nessuno aveva preannunciato la chiusura delle sale. A novembre, il giorno prima della richiusura dei cinema, ricordo che andai all’Odeon, io e il proprietario siamo amici. Ci siamo abbracciati e ci siamo detti “ci vediamo l’anno prossimo”. Ad oggi si può dire che la stagione si è chiusa per noi cinema al chiuso. Senza interventi pubblici i cinema sarebbero falliti già a marzo 2020, se lo Stato vuole mantenerli in vita sa cosa fare, bisogna intervenire al più presto o sarà troppo tardi.”
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