Otello
L’Otello che abbiamo visto è passionale ed esasperato, per i torti subiti prima di incontrare Desdemona. Un cuore tenero ma anche avvelenato dalla paura e dal sospetto che non riesce a placare con la sua forza da condottiero e si trova intrappolato dalle mal dicenze di Iago, “innamorato” del suo generale a tal punto di metterlo contro Desdemona, che accusa di tradimento. Otello nel suo forte dialetto siciliano esprime la sua disperazione e si divide tra l’amore che ha per Desdemona e il suo essere uomo ad ogni costo che lo porta a non ascoltare il suo cuore innamorato ma la vendetta verso Desdemona per salvare il suo onore.
Giovanni Caruso I SICILIANI giovani
Otello
Un Otello scarnificato, condensato nella dimensione dell’atto unico, ridotto a tre, anzi quattro personaggi: il ruolo del titolo, Iago e Desdemona, ai quali si aggiunge l’invenzione di un soldato che si fa narratore, coscienza critica, coro.
«A partire dall’Otello di Shakespeare, un altro Otello», sottolinea Luigi Lo Cascio a proposito della sua nuova avventura teatrale, che lo impegna nella triplice veste di autore, regista, attore. E se l’artista palermitano riserva per sé i panni di Iago, sceglie come Otello il conterraneo Vincenzo Pirrotta. Desdemona è Valentina Cenni, la figura del soldato è affidata a Giovanni Calcagno. Scene, costumi e animazioni sono di Nicola Console e Alice Mangano, le musiche di Andrea Rocca, le luci di Pasquale Mari.
Luigi Lo Cascio riassume il percorso che lo ha portato alla personale rivisitazione della tragedia del Bardo: «Mettere in scena l’intero testo, e per di più nella versione compiuta e statuaria dell’originale, appare impresa fuori misura. Così, insieme per prudenza e devozione nei confronti del modello, ho cercato di cavarne un soggetto, fedele il più possibile agli spunti narrativi e ai rimandi alla fonte, ma intraprendente, sempre scontando i limiti delle forze a disposizione, nella ricerca di una via, foss’anche un vicolo, da aggiungere alla mappa sterminata che raccoglie le varianti, le trasposizioni, i calchi di questa tragedia candidamente misteriosa. Fortunatamente, il fatto che l’opera di Shakespeare, pur coinvolgendo lo spazio pubblico, rapidamente converga e punti al cuore di un dramma fortemente individuale, sembra autorizzare un lavoro di concentrazione e restrizione del campo d’azione. Si metteranno a fuoco soltanto alcune parti del testo, quelle che obbligano a confrontarsi con l’enigma di certe passioni umane».
Attraverso l’uso dei versi e con una scrittura in cui la lingua italiana e quella siciliana si fronteggiano a colpi di endecasillabi, il plot si presenta modificato già nella sequenza temporale. Come spiega l’autore: «Si comincia dalla fine del testo di Shakespeare. La tragedia di Otello è già compiuta. La prima preoccupazione di chi resta è giustiziare Iago. Per mezzo di atroci torture si vuole penetrare il mistero dell’evidente sproporzione tra il suo risentimento per Otello e la catastrofe che ha voluto innescare. Un soldato che ha assistito agli avvenimenti, non sopportando le distorsioni e i travisamenti con cui la vicenda rischia di venire tramandata, racconta la storia del suo amato generale, praticando alcune infrazioni alla realtà in nome di una verità più radicale. Nella sua versione, la storia di Otello è la storia di un uomo. E ciò che lo conduce al compimento del suo atto scellerato non è chiaramente dovuto alle implicazioni che derivano dal colore nero della pelle. Ma da quella differenza fondamentale che talvolta, invece di generare un incontro tutto da costruire in virtù del desiderio, può spalancare un varco da cui può irrompere un odio smisurato. Questa differenza è quella tra uomo e donna».
Caterina Rita Andò
OTELLO
di Luigi Lo Cascio
liberamente ispirato all’Otello di William Shakespeare
con Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio, Valentina Cenni, Giovanni Calcagno
scene, costumi e animazioni Nicola Console e Alice Mangano
musiche Andrea Rocca
luci Pasquale Mari
coproduzione Teatro Stabile di Catania ed Emilia Romagna Teatro Fondazione
Repliche fino al 16 marzo