LE STRANE COINCIDENZE DI UN’OPERAZIONE DI MARKETING. DAL PROGRAMMA INESISTENTE DI RENZI CONTRO LE MAFIE ALLA LIQUIDAZIONE DEI BENI COMUNI A ROMA
Lo ammetto, mi sento a disagio. Un senso, a quello che sta accadendo in relazione al contrasto alle mafie, ancora non lo trovo. O meglio, non lo voglio trovare. C’è qualcosa che suona stonato, falso, in questi giorni – anni – che lascia l’amaro in bocca a fa crescere l’allarme. Tutti sono antimafiosi – per definizione -, ma c’è sempre qualcuno che è più antimafioso di te. Già quel termine, “anti”, un senso di disagio me lo provoca e non da poco tempo. Lo stesso disagio che provo quanto sento la parola “controinformazione”. Il termine informazione è neutro, non esiste un’informazione buona o cattiva. Tutto il resto è propaganda e strumentalizzazione. E’ troppo tempo che tratto questo delicato oggetto “informazione” per non sapere quanto sia difficile non rimanere incastrati nel gioco della manipolazione. Ma sto cambiando argomento, torniamo a quell’”anti”.
Fatti. C’è un neo premier (lo ammetto, non ha le mie simpatie) che sia durante la corsa alle primarie che nella stesura del programma di governo e negli interventi a Camera e Senato non ha fatto accenno al contrasto al sistema di potere politico-finanziario-mafioso (l’aggiunta dei termini “politico” e “finanziario” non è frutto di vezzi estetici). Poi, dalle pagine del quotidiano La Repubblica (azionista di maggioranza il principale sponsor di Renzi) il cantore ufficiale dell’antimafia degli ultimi anni, Roberto Saviano, si rivolge al premier invitandolo a dire qualcosa di più. A stretto giro di posta, e sulle pagine dello stesso giornale, Renzi risponde comunicando che ha ben 5 punti di contrasto. Tutto bene, no?
Leggiamo i 5 punti sintetizzati sul sito di Repubblica.it (qui il pdf con la lettera integrale di Renzi a Saviano 02_03)
Autoriciclaggio. Prevedo l’introduzione del delitto di autoriclaggio per punire così l’estorsore o il pusher che reimpiega il provento dei delitti.
Certificazione. Va ripensata la certificazione antimafia: troppo spesso si riesce ad aggirare. Servono controlli più severi.
Beni confiscati. Con urgenza porrò il tema della riforma dell’Agenzia nazionale dei Beni confiscati: restituire ai cittadini quanto i clan hanno loro sottratto.
I manager. Nei Comuni sciolti vanno inviati manager che possano operare a tempo pieno anche in deroga alle regole del patto di stabilità .
Corruzione. Ha un costo che ammonta a 60 miliardi di euro ogni anno. E’ fondamentale dare piena attuazione alle legge 190 del 2012. Mi impegno a nominare immediatamente, a partire già dai prossimi giorni, il Commissario anticorruzione, come previsto dalla stessa legge.
Continuo nel mio racconto.
La risposta di Renzi arriva nel giorno in cui si tiene a Roma la conferenza nazionale sui beni confiscati di Libera. Roma, che sappiamo essere in un mare di guai sul piano finanziario e come molti fanno finta di dimenticarsi aggredita da decenni dal sistema politico-finanziario-mafioso e con tatto di guerra (con tanto di morti ammazzati) in corso da qualche anno per il riassetto degli equilibri criminali in città. Roma, guidata da un sindaco che ha alzato la voce contro il segretario del Pd e premier sul decreto “salva Roma” e che ha dovuto subire, per riuscire a trovare una via per non precipitare nel default, una ricetta amara, anzi amarissima, di dismissioni e di “commissariamenti di fatto” che toglieranno alla città e ai cittadini il pur minimo controllo sulle scelte del loro patrimonio e in particolare della liquidazione dei beni confiscati alle mafie (un terzo proprio nella capitale).
Partendo dal fatto che io non credo alle coincidenze, questo elenco di fatti mi lascia come minimo perplesso. Come le richieste del Pd (e non del governo) a Marino che sembrano un dictat di fonadamentalisti delle liberalizzazioni (senza privatizzazioni) dei beni comuni. Lo potete leggere qui .
Sono io che sto diventando paranoico o questa sembra una ben orchestrata operazione di marketing (politica e economica) e la liquidazione della parte relativa nella legge La Torre al riuso sociale dei beni sottratti alle organizzazioni mafiose? Sono io che sono paranoico o il punto relativo a “i manager” della letterina del premier prevede la liquidazione del controllo pubblico sulle scelte amministrative della città? Sono io paranoico o, per come è formulato, il tanto sbandierato provvedimento sull’autoriclaggio è completa, totale fuffa? E ancora, sono io paranoico o la linea del Pd che vuole imporre a Marino la cessione di quote del trasporto pubblico a FS (che hanno di fatto liquidato il sistema di trasporto pubblico su ferro nel nostro paese puntando solo all’alta velocità) e alla francese Ratp è la svendita di una società già provata da parentopoli e sprechi e affari loschi negli ultimi anni? Sono io paranoico quando mi torna in mente che uno dei patrimoni immobiliari (aree dismesse) nella capitale sono proprio in mano all’Atac?
In natura, come in politica e negli affari, le coincidenze non esistono. La Mafie s.p.a. non si allarmi del tuonare proclami, e legga bene le clausole in piccolo a piedi del contratto.