domenica, Novembre 24, 2024
-mensile-Reportage

Sicilia armata

Ieri la base dei missili, oggi quella degli ae­rei-robot. Ma il destino della Sicilia dev’essere sempre quello di mi­nacciare il Mediterra­neo, ed essere minac­ciata?

Tre orribili antenne d’acciaio puntate contro l’orizzonte per teleguidare killer robot.

Aerei più o meno invisibili per stragi e omicidi destinati a restare impuniti e invi­sibili. Bombe, granate, missili, mine e te­state all’uranio impoverito per dissemina­re nel pianeta semi di morte e distruzione. Fregate ed elicotteri lanciamissili che ne­gano il salvataggio ai naufraghi in nome della nuova crociata contro le migrazioni. Navi da sbarco e portaerei trasformate in carceri d’alto mare, pattugliatori dove sti­pare i rifugiati da riconsegnare alle polizie delle efferate dittature africane e medio­rientali. Comandi, centri di controllo, sta­zioni di telecomunicazione satellitare, ra­dar, videoterminali, piste per il decollo, depositi e arsenali, qua e là, tra i boschi e le riserve, alle porte di un capoluogo, nel­le isole minori. Ovunque e contro chiun­que: unità aereonavali di Mosca e Pechi­no, alqaidisti e terroristi arabi, pirati so­mali, migranti sub sahariani, richiedenti asilo eritrei e siriani, combattenti islamici di Mali, Nigeria, nord Africa, Iraq, Afgha­nistan, Pakistan, Yemen.

Trent’anni fa il ti­more, fondato, di la­sciare in eredità ai propri figli un’Isola trafitta dal via via di camion trasportatori e lan­ciatori dei mi­cidiali missili Crui­se, immenso paglia­io nucleare per sa­crificare il mondo all’altare della follia dei si­gnori Strana­more.

Portaerei Sicilia

Oggi la Sici­lia è portaerei tricolore, USA, NATO ed extra-NATO per ripudiare la Pace e riaf­fermare la Guerra come stru­mento unico di risoluzione delle contro­versie in Africa, Asia ed Est Europa, fron­tiera avanzata per saccheggiare risorse e beni comuni e per­petuare le ingiustizie. Le ricchezze in mano a sempre più pochi, la con­danna alla miseria e alle privazioni per miliardi di esseri umani.

La Sicilia muro invalicabile per divide­re irrimediabilmente in futuro il Mediter­raneo, l’Europa fortezza dell’egoismo e dell’intolleranza a Nord, il continente nero dei diritti negati e delle libertà viola­te a Sud. Lager galleggiante nel Mare Mo­strum dove detenere gli scampati ai cata­clismi e agli ecocidi; Lampedusa e Pantel­leria come Alcatraz; vecchie caserme, al­berghi e campi sportivi da Trapani alla cit­tà dello Stretto e Capo Passero trasfor­mati in CIE, CARA e centri di prima e unica acco­glienza per coloro a cui bisogna impedire di raccontare, costi quel che co­sti, i crimi­ni della globalizzazione neoli­berista e del capitale finanziario.

Da Sigonella capitale mondiale dei dro­ni al MUOStro della Sughereta di Nisce­mi per rendere ancora più disumanizzati e disumanizzanti i conflitti del XXI secolo; dalla baia di Augusta dove si alimentano i sottomarini atomici e Trapani-Birgi scalo di bombardieri e velivoli-spia ai cento terminali radar anti-migranti disseminati nelle spiagge e nelle coste, il processo di militarizzazione della Sicilia appare inarrestabile.

Gli spazi di democrazia ed agibilità po­litica sono annullati, i diritti sospesi e chi si oppone ai deliri dell’élite di governo e della borghesia mafiosa è vittima di arbitri e illegalità infiniti.

L’ignavia dei padri, l’eredità dei figli

L’ignavia dei padri consegna un’orribile eredità ai propri figli. A vent’anni sogna­vamo la Sicilia Ponte di Pace. Oggi che ne abbiamo più di cinquanta sentiamo di vivere sospesi, tra il Limbo e l’Inferno. Di muoverci sempre più in una terra inaridita dall’odio, dal razzismo e dalle armi.

Eppure sentiamo ancora il calore e la forza di quei giovani che per mesi hanno impedito con i corpi che il MUOStro di­vorasse le ultime querce plurisecolari di Niscemi.

E nutriamo la speranza, ancora, che quelle straordinarie presenze non si rasse­gneranno come i loro padri al maca­bro destino segnato dal Pentagono e dai pupi di pezza di Bruxelles, Roma e Paler­mo.

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