Una festa circense, per togliersi il bavaglio al castello di Milazzo. Quello che è stato
“Cos’è questa iniziativa?”. Un sorriso. “Un po’ circo, un po’ memoria e un po’ futuro”. Inserisci un oggetto – politico e giornalistico – in uno dei più grandi castelli italiani, quello di Milazzo, scechera forte e esce fuori #sbavaglio, la festa de I Siciliani giovaniche è andata in scena il lo scorso fine settimana. Come spiegare una storia così complessa e fragile come quella di un giornale che nasce ispirandosi a quel I Siciliani di Pippo Fava – diretto da Riccardo Orioles che quel percorso lo visse fin dal primo istante -a due turisti che pensavano di trovare l’antica fortezza saracena, poi carcere borbonico e dopo ancora fascista, e che si sono trovati ad attraversare un caos di tavoli di discussioni, artisti come i Tetes de Bois venuti per un concerto e coinvolti dal luogo e dalle persone che lo popolano, ragazzi di Milazzo Rossa e della rete di realtà locali, un parlamentare M5S un po’ sperduto, Tommaso Currò, rappresentanti della sinistra locale e siciliana, giornalisti, militanti della sinistra diffusa, antimafia sociale, collettivi, attivisti dei movimenti, vignaioli, amministratori locali di sinistra? Come lo spieghi il circo a chi lo vede solo a Natale in televisione?
Ecco. #sbavaglio è stata un circo. Di idee. Un po’ laboratorio politico e progettuale, un po’ osteria, un po’ tentativo di portare la politica formale davanti a un pubblico di politica reale cercando di stanarla dai propri rituali e cliché comunicativi.
Perfino come è nata #sbavaglio ha una componente circense. Un compagno di Barcellona Pozzo di Gotto che ritorna in Sicilia dopo anni di migrazioni, Epifanio Grasso, che decide di fare qualcosa per sostenere il progetto del giornale e alza il telefono e cerca la disponibilità di Andrea Satta cantante dei Tetes de Bois, poi va da Orioles e alla fine ha cercato – e affascinato in due minuti – Dario Russo, un assessore un po’ kamikaze e soprattutto con un’idea chiara del valore sociale e culturale che può avere un patrimonio come il Castello di Milazzo e che di Riccardo èstato compagno da sempre fin dai tempi di Lotta Continua. Ed ecco lì tirato su al centro di uno dei luoghi più incredibili della Sicilia il tendone della premiata ditta I Siciliana giovani.
Se Currò ha abilmente svicolato da un’ipotesi di uscire dalla gabbia propagandistica per confrontarsi con la sinistra non solo sul piano locale durante il dibattito che lo vedeva protagonista con due giovani dirigenti di Sel e del Pd (Olga Nassis e Federico Nastasi) su un “impossibile possibile”, le donne amministratrici locali e operatrici del terzo settore invece hanno cercato di offrire un insieme di proposte sul piano locale e di genere alla crisi. La politica nazionale, e le contraddizioni del momento siciliano fra crisi del sistema Crocetta-Lumia-D’Alia sono entrate anche loro, e pesantemente, nel calderone di #sbavaglio. Attraverso una chiave di lettura simbolica, quella rappresentata dal movimento NoMuos e per i beni comuni, che qui, in Sicilia, è centro del cortocircuito dei conflitti sui sistemi di potere nazionali e locali.
Ma è quello che è avvenuto fra le persone che si sono trovate a partecipare a #sbavaglio che ha innescato piccoli e grandi incastri potenzialmente destabilizzanti. Quando metti attorno a un tavolo con una bottiglia di vino nel mezzo Salvo Vitale, compagno di Peppino Impasto, e un ragazzo di Milazzo, uno di Bologna, un paio di vecchi cronisti e ti metti a parlare di differenze fra Antimafia sociale e Antimafia rituale hai già innescato una rivoluzione quando la chiave di lettura dei sistemi mafiosi in questo paese è affidata solo alla narrazione di Saviano. Quando un piccolo editore come Salvatore Coppola regala – regali tanti venduto poco assai- libri, idee e progetti a biblioteche autogestite, collettivi e persone, hai inaugurato una rete inedita di relazioni che poi è difficile fermare. Quando i vignaioli – che di economia vivono – riversano torrenti di vino di altissima qualità per “facilitare” l’incontro e la convivialità e contribuendo a smontare ogni accenno di formalità e, artisti rendersi disponibili a mettere cuore, faccia e arte non solo per l’iniziativa ma anche per un ipotesi di “domani”, quando il racconto della festa viene garantito da un gruppo di vecchi comunicatori – giornalisti, filmmaker e fotografi – che si mettono a disposizione come assistenti dei comunicatori di domani, i giovani che si sono messi in gioco, hai aperto un processo che non sarà facile chiudere. Quello di aver rimosso un bavaglio.
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#sbavaglio è terminata la campagna di raccolta fondi per I Siciliani giovani no