E’ la stampa bellezza. E tu puoi fare molto
Sbavaglio le utopie. La festa de I Siciliani giovani a Milazzo il 21 e 22 settembre [Fanino Grasso, Sebastiano Gulisano e Pietro Orsatti]
di Fanino Grasso, Sebastiano Gulisano e Pietro Orsatti
Tu prendi un vecchio compagno che non ha dismesso il gusto di mischiarsi e che al momento giusto si ritrova a fare l’assessore (al posto giusto. Dario Russo si chiama, che da un passato in Lotta Continua, ragazzo, si ritrova a gestire, oggi, un patrimonio immenso in un comune – Milazzo – senza un euro che sia uno, e ci mette cuore e fantasia, ché fantasia ce ne vuole.
Tu prendi un altro vecchio compagno, sempre da Lotta Continua, che un euro (e una lira) in tasca non l’ha mai avuto ma che si è ritrovato a fare il giornalista fondando I Siciliani con Pippo Fava e di sogni e voglia di realizzarli non si è mai saziato. Riccardo Orioles si chiama, e oggi ci riprova a rifare I Siciliani (giovani) con un’armata Brancaleone di vecchi cronisti spiantati e di pelo e giovani, tanti, che ci mettono cuore e passione.
Tu prendi un castello, quello di Milazzo, che forse lo tirarono su gli arabi e poi i normanni e gli spagnoli e ancora i Borboni e che fu carcere, per tanto tempo, e sotto il fascismo fu prigione per Canepa e Pertini, fra gli altri.
Tu prendi questo castello, chiuso da svariati decenni e restituiscilo alla collettività, come ha fatto Dario con la sua testarda visionarietà, e avrai una struttura e spazi enormi per ogni progettualità creativa.
Tu prendi la Sicilia e quest’Italia che sembrano precipitare ogni giorno che passa nella solitudine dei tanti e nell’abbrutimento dell’egoismo che si adagia. T
Tu prendi Niscemi e Roma, Bologna e Milano, la Val Di Susa e la voglia di ritrovare un senso comune ancor prima dei beni (comuni).
Tu prendi teatranti, operatori sociali, studenti, operai, volontari, giornalisti, attivisti dei movimenti, associazioni, piccole testate locali, blogger, produttori di vini e di prodotti sostenibili, editori, librai, musicisti, artigiani, disoccupati o diversamente occupati. Compagni, si sarebbe detto un po’ di tempo fa ma vale anche oggi.
E poi l’antimafia sociale (che è cosa antica e nata a sinistra, nelle lotte bracciantili), i movimenti come il No Muos, quello sui Beni comuni, il lavoro di un mare di persone che si sbattono pensando a un’alta società possibile.
Insomma, tu prendi tutto questo mettilo insieme e scuoti forte. Misturar, si dice in Brasile, per descrivere un accordo fatte bene, dove ogni storia, persona, progetto si miscela con l’altra diventando altro e ognuno più forte.
A volte, ancora, funziona così. Funziona.
Metti insomma tutti quelli che, per un verso o per un altro, stanno, da sempre ” dalla parte del torto”, decidendo che almeno per una volta ancora, dopo tanto tempo, devono incontrarsi. E quale modo migliore per farli incontrare se non quello di organizzare una festa.
Una festa che possa ridargli il senso del “noi”, collettivo e plurale, differente e conflittuale, ma coeso di appartenenza, fratellanza e solidarietà.
Una festa pubblica per chi si è autocostretto nell’isolamento pur di raccontare le verità in cui, di volta in volta, si imbatteva; o per chi, volente o nolente, ha dovuto fare i conti con altri percorsi di vita.
Una festa per ritrovarsi e far ritrovare vecchie storie e appartenenze, per raccontarsi a distanza di anni, chissà poi, magari scoprire che anche a distanza di tanto tempo, tanto torto non lo si aveva nel preconizzare la fine di una società solidale.
Così è nata “Sbavaglio”, la festa de I Siciliani giovani che il 21 e 22 di settembre nel Castello di Milazzo andrà in scena. Dario, Riccardo, il Castello e poi decine e decine di persone e di storie e di desideri, sogni, bisogni. Per fare la festa dell’esserci, ora, e non di essere semplicemente sopravvissuti.
E per, se possibile, raccogliere quella manciata di euro che serve a un giornale non solo a sopravvivere ma a crescere, diventare oggetto, e non solo progetto di descrizione della realtà: I Siciliani giovani.
Tutto qua.
Ps: ogni sera vino critico a cura di Officina Enoica ed Altreconomia, degustazioni di vini siciliani
Vini Lauria (Alcamo), Azienda biologica Bosco Falconeria (Partinico), Lantieri Malvasia (Vulcano)
“il peggior vino contadino è migliore del miglior vino di industria” [Gino Veronelli)
Ecco il link con il programma.