Una resistenza armata di pace
La vedi sventolare proprio lì dove non ti saresti mai aspettato che fosse. E sembra così vivace e stabile che proprio non sembra possibile. La bandiera NO MUOS sopra un’ antenna piazzata proprio al centro della base. E’ stato Nicola a portarla, mentre c’ era chi in tranquillità si trovava davanti ad una tazza di caffè, chi davanti al televisore, comodamente seduto sul divano, con la camicia appena stirata e le mani pulite…e la coscienza anche., dato che con essa ci fa i conti troppe poche volte.
Lì, fuori da quella base, tra i No Muos, ormai sono conosciuti Turi, col suo flauto, Nicola, Desi e Simona, che hanno raggiunto le antenne, arrampicandovisi tranquillamente sopra. Le forze dell’ ordine non hanno potuto fare altro che rimanere a guardare, mentre Turi scavalcava il filo spinato che recinta la base di Niscemi e, con una naturalezza da bambino, percorreva tutto il tratto che separa la recinzione dall’ antenna, fino ad arrampicarsi su di essa. Ho sognato che scoppiava la terza guerra mondiale e poi è anche importante dare visibilità alla vicenda”. Nulla di concordato con Nicola, Simona e Desi, che si sono lasciati trascinare da quel vento di ribellione pacifica che s’era svegliato: “Avevo buttato un berretto dentro la base e sono entrato per riprenderlo. Poi mi sono convinto che ormai ero dentro e valeva la pena di rischiare…”.
L’ azione del 22 aprile e quella bandiera appesa su un’ antenna NTRF-8 della base si portano dietro un grande merito, quello di aver creato la consapevolezza di poter fare molto di più. Con la sola forza della pace, esercitata li a Niscemi, contro una gigantesca macchina da guerra, due uomini e due donne, che al cospetto di essa appaiono come delle formiche, hanno creato coscienza, hanno dato forza e hanno allargato la visibilità di uno scempio che ancora tiene in bilico Niscemi e la Sicilia.