Nel feudo degli amici di Cosentino
Contestazione anti-Zinzi: un tutore dell’ordine in borghese voleva manganellare giovani inermi – ma i suoi colleghi non gli hanno dato retta
Pignataro Maggiore (Caserta). Tra gli appartenenti alle forze dell’ordine in servizio durante la visita di Giampiero Zinzi a Pignataro Maggiore, il 14 febbraio, c’era qualcuno che aveva tanta voglia di menare le mani, anzi di assestare manganellate sulla testa dei giovani che avevano aderito all’invito del centro sociale “Tempo rosso” per contestare la famiglia dell’Udc che vorrebbe imporre ai cittadini di Capua e della zona un disastroso eco-mostro noto con il nome di “gassificatore”.
Il miracolato Gianpiero Zinzi, candidato alla Camera dei deputati (figlio del presidente dell’Amministrazione provinciale, il molto onorevole Domenico Zinzi), era appena arrivato in piazza Umberto I ed era entrato nella sede dell’Udc (nella foto, il comandante della Stazione carabinieri di Pignataro Maggiore, maresciallo Antonio di Siena), accolto da pochi intimi, non tutti pignataresi, quando un appartenente alle forze dell’ordine, in borghese ma con un manganello sotto il giubbino, ha tentato di convincere i suoi colleghi a sferrare, tanto per cominciare, quella che ha definito una “carica di alleggerimento”.
Quella assurda “carica di alleggerimento” sarebbe stata una violenza immotivata e inutile, capace di scatenare pesanti conseguenze, tanto più che oggetto della manganellatura sarebbero stati ragazzi e ragazze inermi e in qualche caso giovanissimi. Talmente assurda quella invocata “carica di alleggerimento” che l’aspirante manganellatore, isolato, ha dovuto desistere ben presto perché nessuno dei suoi colleghi gli ha dato retta.
Quando qualcuno tenta di innescare situazioni del genere, inevitabilmente si torna con il pensiero al grande affare della centrale termoelettrica di Sparanise, realizzata per volontà del molto onorevole Nicola Cosentino che dettava la linea a tutti, ivi comprese certe articolazioni prefettizie, verso le quali poi si rivelerà generosamente riconoscente. E la protesta anti-centrale e anti-Cosentino fu stroncata con denunce a raffica ai danni degli ambientalisti (tra cui i giovani del centro sociale “Tempo rosso”) e “cariche di alleggerimento”.
A nostro avviso, si è impiegato troppo tempo nelle indagini della magistratura sulla centrale termoelettrica di Sparanise (si attende finalmente la grande retata).
Ora, però, si può guadagnare il tempo perduto, accendendo i riflettori, oltre che sulla centrale di Sparanise, contemporaneamente sul dissennato progetto del gassificatore di Capua voluto anche – e con lo zampino di “Nick ‘o Mericano”? – da un pupillo del molto onorevole Cosentino, il sindaco capuano Carmine Antropoli.
E pare voler tornare in campo, come si è visto, pure qualche paladino delle “cariche di alleggerimento” contro persone inermi.
Bisogna sempre fare molta attenzione quando c’è di mezzo il molto onorevole Nicola Cosentino, stavolta con il suo seguace Carmine Antropoli, profeta del gassificatore (in tandem con la famiglia Zinzi: il figlio Gianpiero e il padre “don” Mimì).