venerdì, Novembre 22, 2024
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Un Master sui beni confiscati intitolato a Pio La Torre

Per formare dei giovani professionisti in grado di gestire i beni e le aziende confiscate alla mafia

 

In Italia esiste un patrimonio che rischia l’abbandono: ville, aziende, case e terreni edificabili. Sono quei beni confiscati alle mafie e condannati al degrado dalla burocrazia.

Bologna, profondo sud, dove fino a pochi anni fa la mafia “non esisteva”: è proprio qui che si è dato vita al primo Master Universitario annuale in gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscati alle mafie, intitolato a Pio La Torre.

S’inserisce in quel percorso portato avanti in questi anni dalla Prof.ssa Stefania Pellegrini, docente di Mafie e Antimafia e direttrice del Master, e dalla sua cattedra. Negli ultimi due anni ha dato vita ad un laboratorio di giornalismo, coordinato da Gaetano Alessi (Premio Fava 2011) che insieme ad alcuni studenti hanno realizzato due dossier sulle mafie in Emilia-Romagna. Scaricali qui

Oggi in Emilia Romagna dei 110 beni confiscati negli ultimi sedici anni, solo 55 sono stati destinati e assegnati.

Si tratta di un tesoro confiscato alle mafie che non viene riutilizzato per problemi burocratici o per mancanza di risorse e di competenze adeguate.

Il Master in oggetto si propone di formare professionalità in grado di gestire un bene o un’azienda dal momento della custodia a quello della confisca, per poi divenire oggetto di una richiesta di assegnazione a fini sociali e ritornare a produrre una ricchezza “sana”, diversamente da come accadeva quando era di proprietà delle mafie.

Al Deputato siciliano, Pio La Torre, si deve la proposta di una legge che ha introdotto il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso all’interno del nostro codice penale ed ha indicato la confisca dei beni ai mafiosi come uno tra gli strumenti più efficaci di contrasto alla criminalità organizzata.

Il 30 aprile 1982, Pio La Torre viene ucciso da Cosa Nostra, ma per l’emanazione della legge n. 646/1982, cosiddetta “Rognoni-La Torre”, si dovranno attendere ancora quattro mesi ed un’altra morte, quella di Carlo Alberto dalla Chiesa, Prefetto di Palermo. A completare il percorso ci penseranno la legge n. 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati, il 7 marzo 1996, voluta fortemente dall’associazione Libera e l’istituzione dell’Agenzia nazionale (istituita con d.l. 4/2010), che si occupa dell’amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie.

Il Master è rivolto soprattutto a professionisti che vogliano rivestire il ruolo di amministratori giudiziari di beni e/o aziende confiscati alla criminalità organizzata, funzionari e/o dipendenti di Enti Locali.

Il Master, che si concluderà a luglio, è iniziato lo scorso 23 novembre ed ha visto salire in cattedra, alla prima lezione, oltre che la Prof.ssa Stefania Pellegrini, anche il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri ed il Dott. Antonio Nicaso. Come si dice, chi ben comincia è a metà dell’opera.

 Qui per saperne di più

salvatore.ognibene

Nato a Livorno e cresciuto a Menfi, in Sicilia. Ho studiato Giurisprudenza a Bologna e scritto "L'eucaristia mafiosa - La voce dei preti" (ed. Navarra Editore).

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