venerdì, Novembre 22, 2024
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C’è troppa antimafia, smantelliamo la “Catturandi”

Palermo. I poliziotti denunciano: vogliono smantellare la punta di lancia della lotta contro i boss

 

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Squilla il telefono. Rispondiamo. “Smantellano la Catturandi, diamoci da fare. Ci sentiamo dopo”.

Cerchiamo conferme su internet, facciamo qualche chiamata. Niente.

Non esiste ancora un documento ufficiale in cui si possa leggere che il Dirigente della Mobile e il Questore di Palermo dispongono formalmente lo smantellamento della Squadra Catturandi. L’unica fonte finora è il comunicato (qui) della segreteria provinciale del SIAP. Poi ci sono gli articoli degli antimafiosi in rete, un accenno di Libero e un intervento di Rita Dalla Chiesa a Forum. Il resto, finora, tace.

Un comunicato pesante quello del Siap. Parole dure. Ma non sembrano aver fatto scalpore.

 

Motivazione ufficiale? Spending review. Risparmiare, tagliare, detto in italiano.

Qualche mese fa erano in quaranta. Poi diciotto. Oggi sono appena dieci. Nessuno è stato cacciato, solo “destinato ad altri servizi”.

Per le mafie, che riciclano e investono nei settori in crisi, la crisi economica è una pacchia. E a Roma cosa fanno? Tagliano i fondi all’antimafia. E in particolare alla Dia – la struttura voluta da Giovanni Falcone – e quindi alla Squadra Catturandi di Palermo, la punta della prima linea. Farebbero prima a chiuderla, a questo punto.

La Catturandi di Palermo è l’ufficio pubblico con la più alta produttività del Paese. L’obiettivo? Arrestare i mafiosi. Provenzano, Lo Piccolo, Raccuglia, Matteo Messina Denaro. Sulla maggior parte di questi nomi c’è già una crocetta. In più, la missione civile – gli applausi che dopo ogni missione “vittoriosa” l’accolgono al ritorno in questura. Ma per la politica non è importante. E neppure per la stampa, a quanto pare.

“Abbiamo ancora vive le immagini festanti della parte sana della gioventù di Palermo adunatasi sotto la Squadra Mobile. Eravamo lì quando con cori da stadio i giovani, che credevano possibile e volevano una Palermo migliore, inneggiavano alla cattura dei Provenzano, dei Lo Piccolo, dei Raccuglia…Segno dei tempi che cambiavano, segno di un mondo in evoluzione di una Palermo ogni giorno più solare… E’ il segno che la mafia poteva essere sconfitta, che i suoi mostri sacri non erano intoccabili, che vincere era possibile, che IL SANGUE DEI TROPPI COLLEGHI CHE CI HANNO PRECEDUTO NON ERA STATO VERSATO INVANO. Sulle fredde scrivanie dei ragionieri delle ragioni dei conti e degli “straordinari” e delle “missioni” tutto ciò non é valso a nulla”.

Questo dicono alla Catturandi. Fino questo momento, risposte non ne hanno avute.

 

Qua c’è gente che ha dedicato la propria vita allo Stato, a un durissimo lavoro. Uomini e donne, persone coraggiose e sconosciute. Di loro conosciamo solo gli occhi. Occhi della Sicilia che lotta per cambiare.

 “Questa  è una questione che riguarda i mezzi per la lotta alla mafia – dicono i poliziotti di base – Riguarda tutti i cittadini”. Dall’alto, nessuna risposta.

Forse qua c’è troppa antimafia. Licenziamola. 

 

Qui il servizio di Telejato sull’arresto di Raccuglia da parte della Catturandi di Palermo

salvatore.ognibene

Nato a Livorno e cresciuto a Menfi, in Sicilia. Ho studiato Giurisprudenza a Bologna e scritto "L'eucaristia mafiosa - La voce dei preti" (ed. Navarra Editore).

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