Altro che Tobin Tax
Il Guardian ad aprile informava che, nonostante i 3,3 miliardi di sterline di fatturato nell’ultimo anno in Inghilterra, Amazon non paga tasse, avendo sede legale in Lussemburgo ma impiegando 500 persone nel paradiso fiscale centroeuropeo e 15 mila oltre Manica.
Le grandi multinazionali, nel mondo anglofono Corporation, non pagano tasse. È da sempre uno degli argomenti topici del linguista e attivista Noam Chomsky – come la stessa “Tobin tax”.
Ma a parlare di tassare le multinazionali ora sono i governi e la stampa. Cominciò un anno fa il New York Times trattando in prevalenza di Apple, del suo fatturato superiore a quello storico di General Motors negli anni ‘50 e General Electric negli anni ‘80 ma con una frazione infinitesimale di personale americano occupato e con 400mila dollari guadagnati per ogni singolo impiegato
Ora la situazione sta esplodendo a gli interessi di governi e multinazionali si incrociano (là dove questi ultimi non siano già palesemente vincitori: da noi il Vaticano riesce a non pagare neanche le tasse amministrative su edifici commerciali). In Francia come nel Regno Unito governi e giudici chiedono ad aziende con fatturato e utili miliardari, come Amazon, Google, Starbucks, di adeguare la loro posizione.
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In Italia, la Guardia di Finanza italiana scriveva l’8 novembre al ministro dell’economia Grilli:
“È emerso che grandi colossi come Google, Facebook, Amazon e Starbucks hanno versato negli ultimi quattro esercizi, nel Regno Unito, solo 36 milioni di imposte a fronte di un fatturato di oltre 3 miliardi e 800 milioni di euro. Sempre nel Regno Unito, nel 2011, Mc Donald’s, con un fatturato di 1 miliardo e 248 milioni di sterline, ha di fatto pagato imposte con un’aliquota del 3,4%. Con riferimento a Google, analoga situazione pare profilarsi anche in Francia. Apple, negli USA, su un utile estero di 36,7 miliardi di dollari ha versato imposte per soli 713 milioni, con un tax rate dell’1,9%.”
Gli squilibri di finanza pubblica, insomma, non sono riconducibili solo a disfunzioni sul lato della spesa, come viene costantemente ripetuto, ma vi è anche un problema di insufficienza strutturale di gettito, derivante dall’incapacità degli Stati a far pagare adeguatamente le imposte a chi dovrebbe. Che qualcosa si muova anche da noi appare difficile, i dati del documento sono riferiti al Regno Unito, e della situazione italiana viene citata solo Ryanair.
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Il Guardian ad aprile informava che, nonostante i 3,3 miliardi di sterline di fatturato nell’ultimo anno in Inghilterra, Amazon non paga tasse, avendo sede legale in Lussemburgo ma impiegando 500 persone nel paradiso fiscale centroeuropeo e 15 mila oltre Manica.
Un dirigente Amazon dichiara ai giudici che la sua compagnia non ha dati di vendita Stato per Stato. Google dal canto suo dichiara che la sua base sono i 17 mila ingegneri californiani, ma non spiega perché i dipendenti europei siano tutti assunti dalla sede irlandese.
La California, Stato neoliberista per eccellenza (ricordate le privatizzazioni dell’elettricità, e i conseguenti blackout, dei primi anni 2000? Fu una crisi da 40 miliardi di dollari) ora torna affannosamente indietro, con una tassa del 7,25% in vigore dal 15 settembre sui prodotti spediti via internet
A settembre le autorità francesi, come riporta Reuters, hanno chiesto 250 milioni di euro ad Amazon solo per iniziare a trattare.
LINK
www.dday.it/redazione/7702/Google-facebook-Apple-e-Amazon-elusione-fiscale.html
www.dailymail.co.uk/news/article-2231828/Immoral-tax-avoiders-Amazon-Starbucks-Google-lashed-MPs-elaborate-schemes.html
www.kswo.com/story/20073842/google-amazon-and-starbucks-face-questions-on-tax
gizmodo.com/5960053/france-amazon-owes-250-million-in-tax
www.techweekeurope.co.uk/news/amazon-tax-google-uk-mps-99029
www.guardian.co.uk/technology/2012/apr/04/amazon-british-operation-corporation-tax
www.latimes.com/business/money/la-fi-mo-california-internet-shoppers-paying-sales-tax-on-shipping-20121102,0,4934561.story
en.wikipedia.org/wiki/California_electricity_crisis
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