giovedì, Novembre 21, 2024
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Un candidato da bruciare

Chi manovra contro Claudio Fava e l’alter­nativa in Sicilia?

Premessa. Sono di parte. Chi mi cono­sce sa che i miei rapporti con Claudio Fava risalgono al lontano 1984, a dopo l’omicidio mafioso di Giu­seppe Fava, suo padre, nonché fondatore e direttore del mensile I Siciliani, dove ho iniziato il mestiere di giornalista.

Rapporti proseguiti negli anni con la condivisione di esperienze come quella politica della Rete (sono stato il suo addet­to stampa e il più stretto collaboratore dal ’91 al ’94, all’Ars e alla Camera) e quella del ritorno in edicola dei Siciliani nuovi (1993-1996). Insomma, con Claudio ab­biamo condiviso un pezzo di vita, “i mi­gliori anni della no­stra vita” potrei dire, usando un trito ma appropriato luogo co­mune. Perciò sono di parte, perché Clau­dio per me non è un candidato qualsiasi.

Sono di parte, ma i fatti sono fatti e, da qualsiasi parte li si guardi, tali restano: fatti.

Fino al primo pomeriggio di mercoledì 26 settembre Claudio Fava è stato il candi­dato delle sinistre alla presidenza della Re­gione siciliana. Poi è successo l’impreve­dibile, l’inimmaginabile.

Iniziamo dall’ultima settimana d’agosto, quando il Fatto diffonde la notizia di un sondaggio riservato, commissionato da Pd-Udc all’Ipsos di Pagnoncelli, che dà sorprendentemente in testa Claudio Fava, seguito da Micciché e, buon terzo, il can­didato dei committenti, Rosario Crocetta; Nello Musumeci non era ancora candida­to.

Vane le smentite di Crocetta e sosteni­tori: l’istituto di ricerca conferma l’esi­stenza del sondaggio, ma tace sui dati; i committenti si guardano bene dal diffon­derli. Sondaggi successivi danno tutt’altre previsioni, con un testa a testa Musumeci-Crocetta e Fava quarto, assai staccato. E’ possibile che in pochi giorni, in seguito alla scelta del candidato da parte del Pdl, ci sia stata una poderosa ripresa del candi­dato di Pd-Udc? Diciamo che tutto è pos­sibile e chiudiamola qui.

La cronologia

Saltiamo a mercoledì 26 settembre.

SICILIA: CANCELLIERI,RISCHIO ESCLUSIONE PER CLAUDIO FAVA
NON RISPETTATI TEMPI DI PRESEN­TAZIONE LISTINO
(ANSA) – ROMA, 26 SET – Ci potrebbe essere un problema legato al listino di Claudio Fava che lo escluderebbe dalle elezioni siciliane. Lo ha detto il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, a margine del question time alla Camera.

Cancellieri ha osservato: ”E’ un dato tecnico che approfondiremo, ma che temo fondato perche’ sembrerebbe non siano stati rispettati i tempi di presentazione. Sarebbe un dato oggettivo e sarebbe un’irregolarita’ difficilmente sanabile”; le norme elettorali, conclude, ”sono molto rigorose”. Y99 26-SET-12 17:07 NNNN

Dunque, poco dopo le 17 di mercoledì l’Ansa e le altre agenzie di stampa diffon­dono questa “notizia”. In realtà una colos­sale bufala, poiché i tempi per la presenta­zione dei listini scadono venerdì e quello di Fava (come quelli degli altri candidati) non è ancora stato presentato e, dunque, per potere riscontrare “un dato oggettivo”, “un’irregolarità difficilmente sanabile” bi­sognerebbe essere veggenti. Non risulta che la ministra Cancellieri lo sia.

Circa due ore dopo il Viminale corregge il tiro.

SICILIA: VIMINALE, IRREGOLARITA’ FAVA SU RESIDENZA
(V. ”SICILIA: CANCELLIERI,RISCHIO ESCLUSIONE…” DELLE 17.07)
(ANSA) – ROMA, 26 SET – In relazione ad alcune notizie relative ai requisiti della candidatura di Claudio Fava in occasione delle elezioni regionali in Sicilia, il Vimi­nale precisa che ”il ministro Annamaria Cancellieri ha fatto riferimento non ai ter­mini di presentazione delle liste, ma al re­quisito della residenza per l’iscrizione nelle liste elettorali”. (segue) NE 26-SET-12 19:12 NNNN

SICILIA: VIMINALE, IRREGOLARITA’ FAVA SU RESIDENZA (2)
(ANSA) – ROMA, 26 SET – La legge si­ciliana prevede che un candidato alle ele­zioni regionali debba essere avere acqui­sito la residenza in un comune dell’isola al piu’ tardi 45 giorni prima della data della consultazioni. Il termine scadeva dunque il 13 settembre, mentre Fava – a quanto sembra – ha acquisito la residenza in Sicilia soltanto il 18 settembre, con 5 giorni di ritardo, dunque, rispetto a quan­to stabilito dalla legge. (ANSA). NE 26-SET-12 19:22 NNNN

Stavolta l’“irregolarità” sarebbe in un presunto ritardo nel trasferimento della re­sidenza in Sicilia, non più nel listino.

Bene. Anzi, male.

La bufala messa in circolo

Resisi conto della bufala messa in circo­lo, al Viminale si documentano e, con una nota ufficiale, chiariscono che le (presun­te) irregolarità non stanno nel listino (ci voleva poco a verificare che la scadenza era due giorni dopo – avrebbero potuto farlo anche i cronisti parlamentari ma la Sicilia, si sa, è lontana da Roma…) bensì nel presunto tardivo cambio di residenza di Claudio Fava.

Di scorrettezza in scorrettezza, trattan­dosi ancora una volta di competenze dell’assessorato regionale agli Enti locali.

Sarebbe bastata una nota in cui si smen­tiva il veleno messo in circolo in prece­denza, chiarendo che la data di sca­denza per la presentazione delle candida­ture e delle liste era (è) il 28 settembre. Invece no, si è voluto individuare un’altra “irre­golarità” e offrirla alla stampa con tanto di comunicato ufficiale: Claudio Fava non è candidabile. Firmato, il ministro dell’Interno. Niente male per una che non ha alcun titolo per interveni­re nella que­stione, che invece ha solleva­to, aperto e chiuso. Definitivamente.

A quel punto la coalizione che lo sostie­ne entra in inevitabilmente fibrilla­zione: se Fava non è candidabile, bisogna trovare subito una nuova candidatura, rac­cogliere nuovamente – rapidamente – le firme a so­stegno delle liste e del nuovo candidato nelle nove provincie e la relati­va docu­mentazione elettorale per evitare di essere esclusi dalle elezioni regionali del 28/29 ottobre. Il tutto, entro mezzo­giorno del 28 settembre. Essì, perché se Fava dovesse essere escluso dalla compet­izione elettora­le, anche le liste a lui colle­gate (Idv e Sel-Fds-Verdi) sarebbero escluse dalle elezio­ni. Rischiare? I segre­tari dei partiti, come sappiamo, non se la sono sentita di rischia­re, anche perché la pubblica presa di posi­zione del Viminale non lascia ben sperare.

Quando ho cominciato a seguire la cam­pagna elettorale di Claudio tramite il prin­cipale gruppo di sostegno su Fb (ol­tre 17.000 iscritti) sono andato a cercar­mi la legge elettorale siciliana, modifica­ta nel 2005, diversa da quella delle regio­ni a sta­tuto ordinario e diversa da quella che ri­cordavo, quella “dei miei tempi”. Una bot­ta di fortuna mi ha fatto trovare, nel sito della Regione, il testo della legge com­mentato da Livio Ghersi e Fabrizio Scimè, due alti funzionari della stessa Re­gione si­ciliana specialisti in legislazio­ni elettorali.

Ieri mattina, giovedì 27 settembre, quan­do i partiti, dopo una notte di consultazio­ni e trattative avevano già decis­o di non ri­schiare insistendo sulla can­didatura di Fava, su LinkSicilia ho trovato un inter­vento di Livio Ghersi, uno dei due firma­tari del commento alla legge prima citata, che contesta le affer­mazioni del Vi­minale sulla presunta irre­golarità temporal­e nel cambio di residen­za.

Per me, Ghersi, che ho personalmente conosciuto nel periodo in cui lavorai all’Ars con Claudio, nel gruppo della Rete, è un’autorità in materia elettorale e se si espone pubblicamente smentendo la ministra Cancellieri ritengo che non lo faccia per mettersi in mostra (non ne ha bisogno) ma per tentare di correggere in extremis un’informazione errata messa in circolo da fonte autorevolissima, che ri­schia di falsare in maniera irrimediabile – stavolta sì – le elezioni regionali sici­liane.

Chi ha “informato” la ministra?

Purtroppo, l’autorevole parere non fa re­cedere i segretari dei partiti che sosteneva­no Fava dall’intenzione di non ri­schiare e trovano una nuova candidatura, Giovanna Marano, dirigente della Fiom, degnissima e capacissima sindacalista che avrà Fava come vice, per mantenere in maniera visi­bile la continuità del pro­getto politico.

Chi mi conosce sa quanto io sia malpen­sante. Ma come si fa a non esserlo, in casi del genere?

L’unico candidato siciliano con possibi­lità di vittoria (vedi sondaggio ri­servato Pd-Udc), estraneo all’attuale mag­gioranza di governo e alla vecchia giunta re­gionale, nemico giurato dei potentati dell’isola, di­venta oggetto delle determi­nanti esterna­zioni della ministra dell’Inter­no.

Chi ha (male) informato la ministra del­le presunte irregolarità?

Chi ha (male) informato i giornalisti parlamentari delle stesse presunte irrego­larità, spingendoli a interpellare la mini­stra?

Come mai la ministra non ha dirottato i giornalisti sull’organismo competente, cioè l’assessorato agli Enti locali della Re­gione siciliana?

Perché, al Viminale, una volta accortisi dell’errore, invece di limitarsi a correg­gerlo hanno voluto individuare un’altra “irre­golarità” di Fava e renderla nota?

Chi aveva (ha) interesse a escludere Claudio Fava dalla “corsa” a Palazzo d’Orleans?

E’ legittimo sentire “puzza di bruciato” e porsi e porre domande, di fronte a inter­ferenze inaudite come quelle del Viminal­e?

O è più comodo non porsi domande e fermarsi all’apparenza del presunto tardi­vo trasferimento della residenza di Fava da Roma a Isnello, magari ironizzando, com’è stato fatto, che “non sa dove sta di casa e vorrebbe governare la Sicilia”?

E’ avere la “cultura del complotto” so­stenere – come sostengo, ragionando sui fatti – che in questa storia si è voluto fer­mare Fava per favorire altri?

Siccome sono malpensante, penso che chi sta dietro a questa losca vicenda s’è mosso prima della scadenza dei termini per la presentazione di candidature e liste perché non era assolutamente certo che un eventuale ricorso avrebbe sortito gli effetti sperati – metti che trovava dei giu­dici che non si lasciavano condizionare -; si è mos­so prima – ottenendo l’intervento del Vi­minale – per avere la sicurezza che i partiti avrebbero accantonato Fava e che lui stes­so, con senso di responsabili­tà, avrebbe fatto un passo indietro; chi sta dietro que­sta vicenda voleva essere certo di estro­metterlo dalla scheda eletto­rale.

Se poi la manovra sortirà gli effetti spe­rati da chi l’ha congegnata e la candidatur­a di Giovanna Marano non pos­sa ri­velarsi valore aggiunto alla già solida candidatura di Claudio Fava, ritorcendosi contro chi ri­mesta nel torbido, lo diranno le urne la sera del 29 ottobre.

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