Un candidato da bruciare
Chi manovra contro Claudio Fava e l’alternativa in Sicilia?
Premessa. Sono di parte. Chi mi conosce sa che i miei rapporti con Claudio Fava risalgono al lontano 1984, a dopo l’omicidio mafioso di Giuseppe Fava, suo padre, nonché fondatore e direttore del mensile I Siciliani, dove ho iniziato il mestiere di giornalista.
Rapporti proseguiti negli anni con la condivisione di esperienze come quella politica della Rete (sono stato il suo addetto stampa e il più stretto collaboratore dal ’91 al ’94, all’Ars e alla Camera) e quella del ritorno in edicola dei Siciliani nuovi (1993-1996). Insomma, con Claudio abbiamo condiviso un pezzo di vita, “i migliori anni della nostra vita” potrei dire, usando un trito ma appropriato luogo comune. Perciò sono di parte, perché Claudio per me non è un candidato qualsiasi.
Sono di parte, ma i fatti sono fatti e, da qualsiasi parte li si guardi, tali restano: fatti.
Fino al primo pomeriggio di mercoledì 26 settembre Claudio Fava è stato il candidato delle sinistre alla presidenza della Regione siciliana. Poi è successo l’imprevedibile, l’inimmaginabile.
Iniziamo dall’ultima settimana d’agosto, quando il Fatto diffonde la notizia di un sondaggio riservato, commissionato da Pd-Udc all’Ipsos di Pagnoncelli, che dà sorprendentemente in testa Claudio Fava, seguito da Micciché e, buon terzo, il candidato dei committenti, Rosario Crocetta; Nello Musumeci non era ancora candidato.
Vane le smentite di Crocetta e sostenitori: l’istituto di ricerca conferma l’esistenza del sondaggio, ma tace sui dati; i committenti si guardano bene dal diffonderli. Sondaggi successivi danno tutt’altre previsioni, con un testa a testa Musumeci-Crocetta e Fava quarto, assai staccato. E’ possibile che in pochi giorni, in seguito alla scelta del candidato da parte del Pdl, ci sia stata una poderosa ripresa del candidato di Pd-Udc? Diciamo che tutto è possibile e chiudiamola qui.
La cronologia
Saltiamo a mercoledì 26 settembre.
SICILIA: CANCELLIERI,RISCHIO ESCLUSIONE PER CLAUDIO FAVA
NON RISPETTATI TEMPI DI PRESENTAZIONE LISTINO
(ANSA) – ROMA, 26 SET – Ci potrebbe essere un problema legato al listino di Claudio Fava che lo escluderebbe dalle elezioni siciliane. Lo ha detto il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, a margine del question time alla Camera.
Cancellieri ha osservato: ”E’ un dato tecnico che approfondiremo, ma che temo fondato perche’ sembrerebbe non siano stati rispettati i tempi di presentazione. Sarebbe un dato oggettivo e sarebbe un’irregolarita’ difficilmente sanabile”; le norme elettorali, conclude, ”sono molto rigorose”. Y99 26-SET-12 17:07 NNNN
Dunque, poco dopo le 17 di mercoledì l’Ansa e le altre agenzie di stampa diffondono questa “notizia”. In realtà una colossale bufala, poiché i tempi per la presentazione dei listini scadono venerdì e quello di Fava (come quelli degli altri candidati) non è ancora stato presentato e, dunque, per potere riscontrare “un dato oggettivo”, “un’irregolarità difficilmente sanabile” bisognerebbe essere veggenti. Non risulta che la ministra Cancellieri lo sia.
Circa due ore dopo il Viminale corregge il tiro.
SICILIA: VIMINALE, IRREGOLARITA’ FAVA SU RESIDENZA
(V. ”SICILIA: CANCELLIERI,RISCHIO ESCLUSIONE…” DELLE 17.07)
(ANSA) – ROMA, 26 SET – In relazione ad alcune notizie relative ai requisiti della candidatura di Claudio Fava in occasione delle elezioni regionali in Sicilia, il Viminale precisa che ”il ministro Annamaria Cancellieri ha fatto riferimento non ai termini di presentazione delle liste, ma al requisito della residenza per l’iscrizione nelle liste elettorali”. (segue) NE 26-SET-12 19:12 NNNN
SICILIA: VIMINALE, IRREGOLARITA’ FAVA SU RESIDENZA (2)
(ANSA) – ROMA, 26 SET – La legge siciliana prevede che un candidato alle elezioni regionali debba essere avere acquisito la residenza in un comune dell’isola al piu’ tardi 45 giorni prima della data della consultazioni. Il termine scadeva dunque il 13 settembre, mentre Fava – a quanto sembra – ha acquisito la residenza in Sicilia soltanto il 18 settembre, con 5 giorni di ritardo, dunque, rispetto a quanto stabilito dalla legge. (ANSA). NE 26-SET-12 19:22 NNNN
Stavolta l’“irregolarità” sarebbe in un presunto ritardo nel trasferimento della residenza in Sicilia, non più nel listino.
Bene. Anzi, male.
La bufala messa in circolo
Resisi conto della bufala messa in circolo, al Viminale si documentano e, con una nota ufficiale, chiariscono che le (presunte) irregolarità non stanno nel listino (ci voleva poco a verificare che la scadenza era due giorni dopo – avrebbero potuto farlo anche i cronisti parlamentari ma la Sicilia, si sa, è lontana da Roma…) bensì nel presunto tardivo cambio di residenza di Claudio Fava.
Di scorrettezza in scorrettezza, trattandosi ancora una volta di competenze dell’assessorato regionale agli Enti locali.
Sarebbe bastata una nota in cui si smentiva il veleno messo in circolo in precedenza, chiarendo che la data di scadenza per la presentazione delle candidature e delle liste era (è) il 28 settembre. Invece no, si è voluto individuare un’altra “irregolarità” e offrirla alla stampa con tanto di comunicato ufficiale: Claudio Fava non è candidabile. Firmato, il ministro dell’Interno. Niente male per una che non ha alcun titolo per intervenire nella questione, che invece ha sollevato, aperto e chiuso. Definitivamente.
A quel punto la coalizione che lo sostiene entra in inevitabilmente fibrillazione: se Fava non è candidabile, bisogna trovare subito una nuova candidatura, raccogliere nuovamente – rapidamente – le firme a sostegno delle liste e del nuovo candidato nelle nove provincie e la relativa documentazione elettorale per evitare di essere esclusi dalle elezioni regionali del 28/29 ottobre. Il tutto, entro mezzogiorno del 28 settembre. Essì, perché se Fava dovesse essere escluso dalla competizione elettorale, anche le liste a lui collegate (Idv e Sel-Fds-Verdi) sarebbero escluse dalle elezioni. Rischiare? I segretari dei partiti, come sappiamo, non se la sono sentita di rischiare, anche perché la pubblica presa di posizione del Viminale non lascia ben sperare.
Quando ho cominciato a seguire la campagna elettorale di Claudio tramite il principale gruppo di sostegno su Fb (oltre 17.000 iscritti) sono andato a cercarmi la legge elettorale siciliana, modificata nel 2005, diversa da quella delle regioni a statuto ordinario e diversa da quella che ricordavo, quella “dei miei tempi”. Una botta di fortuna mi ha fatto trovare, nel sito della Regione, il testo della legge commentato da Livio Ghersi e Fabrizio Scimè, due alti funzionari della stessa Regione siciliana specialisti in legislazioni elettorali.
Ieri mattina, giovedì 27 settembre, quando i partiti, dopo una notte di consultazioni e trattative avevano già deciso di non rischiare insistendo sulla candidatura di Fava, su LinkSicilia ho trovato un intervento di Livio Ghersi, uno dei due firmatari del commento alla legge prima citata, che contesta le affermazioni del Viminale sulla presunta irregolarità temporale nel cambio di residenza.
Per me, Ghersi, che ho personalmente conosciuto nel periodo in cui lavorai all’Ars con Claudio, nel gruppo della Rete, è un’autorità in materia elettorale e se si espone pubblicamente smentendo la ministra Cancellieri ritengo che non lo faccia per mettersi in mostra (non ne ha bisogno) ma per tentare di correggere in extremis un’informazione errata messa in circolo da fonte autorevolissima, che rischia di falsare in maniera irrimediabile – stavolta sì – le elezioni regionali siciliane.
Chi ha “informato” la ministra?
Purtroppo, l’autorevole parere non fa recedere i segretari dei partiti che sostenevano Fava dall’intenzione di non rischiare e trovano una nuova candidatura, Giovanna Marano, dirigente della Fiom, degnissima e capacissima sindacalista che avrà Fava come vice, per mantenere in maniera visibile la continuità del progetto politico.
Chi mi conosce sa quanto io sia malpensante. Ma come si fa a non esserlo, in casi del genere?
L’unico candidato siciliano con possibilità di vittoria (vedi sondaggio riservato Pd-Udc), estraneo all’attuale maggioranza di governo e alla vecchia giunta regionale, nemico giurato dei potentati dell’isola, diventa oggetto delle determinanti esternazioni della ministra dell’Interno.
Chi ha (male) informato la ministra delle presunte irregolarità?
Chi ha (male) informato i giornalisti parlamentari delle stesse presunte irregolarità, spingendoli a interpellare la ministra?
Come mai la ministra non ha dirottato i giornalisti sull’organismo competente, cioè l’assessorato agli Enti locali della Regione siciliana?
Perché, al Viminale, una volta accortisi dell’errore, invece di limitarsi a correggerlo hanno voluto individuare un’altra “irregolarità” di Fava e renderla nota?
Chi aveva (ha) interesse a escludere Claudio Fava dalla “corsa” a Palazzo d’Orleans?
E’ legittimo sentire “puzza di bruciato” e porsi e porre domande, di fronte a interferenze inaudite come quelle del Viminale?
O è più comodo non porsi domande e fermarsi all’apparenza del presunto tardivo trasferimento della residenza di Fava da Roma a Isnello, magari ironizzando, com’è stato fatto, che “non sa dove sta di casa e vorrebbe governare la Sicilia”?
E’ avere la “cultura del complotto” sostenere – come sostengo, ragionando sui fatti – che in questa storia si è voluto fermare Fava per favorire altri?
Siccome sono malpensante, penso che chi sta dietro a questa losca vicenda s’è mosso prima della scadenza dei termini per la presentazione di candidature e liste perché non era assolutamente certo che un eventuale ricorso avrebbe sortito gli effetti sperati – metti che trovava dei giudici che non si lasciavano condizionare -; si è mosso prima – ottenendo l’intervento del Viminale – per avere la sicurezza che i partiti avrebbero accantonato Fava e che lui stesso, con senso di responsabilità, avrebbe fatto un passo indietro; chi sta dietro questa vicenda voleva essere certo di estrometterlo dalla scheda elettorale.
Se poi la manovra sortirà gli effetti sperati da chi l’ha congegnata e la candidatura di Giovanna Marano non possa rivelarsi valore aggiunto alla già solida candidatura di Claudio Fava, ritorcendosi contro chi rimesta nel torbido, lo diranno le urne la sera del 29 ottobre.