La favola della liberazione
Reazione antiproletaria, ma anche un disegno politico preciso
La Storia, si sa, la scrivono i vincitori e loro scrivono e non scrivono quello che vogliono; non è un problema, in questa sede, di stabilire ciò che è vero e ciò che vero non lo è, ma di scrivere cose mai scritte, ma taciute, sottovalutate, nascoste e censurate; sono da riscrivere i libri di storia e nelle scuole è giunta ora che si insegnino ai ragazzi di oggi cose mai insegnate e denunciare colossali mistificazioni.
Gli anglo-americani avranno certo sconfitto Mussolini, alleato di Hitler, ma non ci hanno liberato dal fascismo perché hanno imposto la sostituzione dei prefetti nominati dai CLN, sicché, ancora negli anni sessanta erano al loro posto 62 prefetti su 64 provenienti dall’apparato fascista e mussoliniano, dall’OVRA, la polizia segreta del regime che, semplicemente, si rinominò Ispettorato di Pubblica Sicurezza.
Hanno accolto nei loro servizi Junio Valerio Borghese, principe fascista e pontificio che fu il punto costante di riferimento per tutte le azioni golpiste e terroristiche tendenti alla restaurazione di uno Stato illiberale e antisocialista; di ciò darà ampie prove nella preparazione del tentativo di colpo di Stato che avrebbe dovuto scattare la notte del 7 dicembre 1970 e che fu bloccato all’ultimo momento.
Sulle torrette dei carri armati USA sventolava, accanto a quella a stelle e strisce, la bandiera gialla con le due “L” di Lucky Luciano e così il capo della mafia siciliana, Calogero Vizzini, fu nominato sindaco di Villalba così come numerosi capi di famiglie mafiose furono nominati sindaci dei loro paesi.
Più che liberatori furono, altresì, abilissimi strumentalizzatori del banditismo ed, in particolare, di Salvatore Giuliano, comandante dell’EVIS (Esercito Volontari Indipendenza della Sicilia) e dell’intero movimento indipendentista guidato da Andrea Finocchiaro Aprile. Nell’uno e nell’altro caso risultò significativa la matrice anticomunista della duplice strumentalizzazione.
Poi, quando Salvatore Giuliano e Andrea Finocchiaro Aprile scomparvero dalla scena e quando la Democrazia Cristiana restò l’unico baluardo degli interessi del capitalismo, della mafia e della Chiesa cattolica gli USA non fecero mai più mancare aiuti, sostegni e sicure condivisioni.
I documenti dell’OSS hanno permesso agli storici Casarubea, Tranfaglia ed altri di saperne di più sul progetto del gerarca Luca Pavolini di costituire nel Mezzogiorno liberato un esercito di duecentomila fascisti che sarebbero dovuti entrare in azione per impedire la formazione del nuovo Stato ”libero e democratico”.
Ho messo tra virgolette gli attributi di libero e democratico perché, in verità l’Italia non è stata mai nelle condizioni di costruire una condizione di vera libertà e di autentica democrazia a causa dell’oggetto contesto internazionale che la collocò necessariamente nella parte occidentale e del capitalismo per cui visse e subì i pesanti e oggettivi condizionamenti a portare avanti il progetto socialista di una società realmente e materialmente giusta ed equa ove fossero garantiti e rispettati i diritti delle classi popolari contro assurdi e anacronistici privilegi delle classi dominanti.
Per la Sicilia, addirittura, la situazione fu ancora più grave e lacerante a causa della struttura residuale del latifondo e a causa della organizzazione mafiosa imposta dalle classi dominanti locali che assecondarono e condivisero la componente reazionaria ed antiproletaria esplosa a Portella della Ginestra.
I “liberatori” prepararono ancora prima di sbarcare tutti gli ingredienti necessari per il piatto della strage di Portella della ginestra: il patto con la mafia (nomina di capi famiglia a sindaci in cambio di una tenuta anticomunista del territorio), i contatti con i fascisti della RSI, con il Vaticano per il tramite di Luigi Sturzo che ritenne opportuno mettere alle costole di un incerto Alcide De Gasperi il promettente Giulio Andreotti.
E’ assolutamente necessario ridefinire concetti, rivisitare fatti, aggiornare conoscenze per liberarci, questa volta, da censure, mistificazioni e bugie.