giovedì, Dicembre 12, 2024
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“Per mia figlia”

TDoR. Il lutto e la rivolta.

Luca

A un certo punto, alla fine del corteo, mi si è avvicinato un signore anziano. Se ne erano avvicinati tanti, con lo sguardo un po’ curioso, un po’ disgustato. Lui no. Ero pronto a ricevere l’insulto. Ma aveva gli occhi lucidi. Mi ha preso la mano, ho lasciato che mi prendesse la mano. Mi ha guardato in viso e mi ha detto grazie. “Ho una figlia, avrà la vostra età, vive a Torino. Mia figlia è una ragazza trans. Io sono sempre preoccupato che le possa succedere qualcosa, che le possano fare qualcosa di male. Il mondo è così ostile. Grazie, per aver parlato di queste cose, grazie per averle dette in piazza davanti a tutti. Sono rassicurato che esistano persone come voi, associazioni come la vostra. C’è speranza. Grazie, grazie, grazie”. Mi ha lasciato la mano, è andato via.

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Pauly

Pauly Likens

Pauly Likens, ragazza trans di quattordici anni, è stata uccisa nella città di Sharon in Pennsylvania il 25 giugno. È stata accoltellata e fatta a pezzi da un uomo conosciuto sull’app Grindr. Queste le parole lette al suo funerale.

“Paul “Pauly” Likens Jr., 14 anni, di Mercer/Sharon è morta. Pauly è nata il 6 luglio 2009 alla Sharon Regional da Jennifer McClure e Paul A Likens Sr. Pauly era una studentessa alla Mercer Elementary e alla Junior High School. Pauly illuminava ogni stanza in cui entrava, facendo sempre sorridere le persone e trasmettendo la sua risata contagiosa. Pauly era una persona altruista che non perdeva mai un’occasione per aiutare gli altri e dare ciò che poteva. Fin da bambina, donava i suoi pochi soldi alla bancarella dei veterani fuori dal Walmart. Pauly amava tutti i suoi animali domestici, tutti gli animali domestici dei suoi amici e praticamente qualsiasi animale vedesse. Una bambina impertinente, Pauly amava dare filo da torcere alla sua famiglia, facendo battute e amando ogni momento con loro. Fare shopping con sua zia Liz alimentava il suo stile di vita boujee, non perdeva mai un’occasione per acquistare nuovi capi alla moda o farsi fare le unghie. Pauly amava i suoi giochi, giocare a Fortnite e Roblox con le sue amiche. A Pauly piaceva tenersi al passo con la scena musicale attuale, ascoltando qualsiasi cosa le capitasse. Pauly lascia i genitori Jennifer L McClure e Paul A Likens Sr. e i fratelli Alexa McClure e Michael Likens. Pauly lascia anche i nonni materni, Lori e Daniel Morsillo, la bisnonna materna, Rose Rager, e i nonni paterni, Joyce e Butch Likens. Pauly lascia la zia Liz Morsillo e la zia Ashley Likens e numerose zie, zii, cugini e amici che custodiranno la sua memoria”. Alla prima udienza contro l’assassino, fuori dall’aula di tribunale, un litigio ha coinvolto amici e familiari di Pauly. Il padre sosteneva che l’identità transgender non era adatta a definire “il figlio”. Gli amici invece insistevano: “Non accettiamo chi cerca di cancellare l’identità della vita che Pauly stava tentando di condurre. Lei era entusiasta della sua identità femminile”.

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Anna

Posso citare Pose? – Certamente – “Gli uomini non ci uccidono perché ci odiano, ci uccidono perché hanno paura di cosa significherebbe amarci”. Lo dice Elektra Aboundance. Dietro i nostri striscioni, le nostre bandiere, i nostri cartelli ci sono le vite e le morti. C’è Sofia che quando aveva solo 15 anni denunciò suo padre ai servizi sociali per le violenze, verbali e fisiche, subite, e non fu accolta, perché secondo loro quella violenza, che era odio transfobico, non era abbastanza grave e la rimandarono a casa con il suo aggressore. C’è Alex, ragazzo Trans, che all’ospedale di Vizzolo a Milano, mentre aspettava sulla barella di ricevere delle cure, fu stuprato da un uomo che lavorava lì, e dopo alcuni giorni di agonia per l’accaduto decise di togliersi la vita. Aveva 22 anni. C’è Nex Benedict, persona non binaria vittima di bullismo, che era costretta ad utilizzare – dopo la legge transfobica sui bagni per transgender dell’Oklahoma – il bagno delle ragazze e che fu ritrovata morta in quello stesso bagno. Uccisa dalle compagne. Aveva 16 anni. C’è Sasha, persona Trans, si è lanciata dal 6° piano terminando il suo dolore. Aveva già provato il dolore della violenza maschile sul suo corpo, la violenza sessuale e quella transfobica. Aveva 14 anni. Ci sono io, sopravvissuta alla transfobia di mio padre, alle violenze sessuali, all’indifferenza delle istituzioni. Io cerco di costruire per me e la mia comunità una vita che valga la pena vivere. Ho 21 anni. Sono viva. Resisto.

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TDoR sta per Trans Day of Remembrance, giornata della memoria trans. Fu celebrato per la prima volta venticinque anni fa, contemporaneamente a Boston e San Francisco. Nell’ultimo anno l’organizzazione Human Rights Cmpaign ha censito almeno 36 omicidi di persone transgender, uccise perché transgender.

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