L’azzardo del deputato
Amedeo Laboccetta approda al berlusconismo, vende l’anima a Nick’ ‘o Mericano ed è “nominato” deputato…
È un camaleonte, Amedeo Laboccetta. Vuole fare il grande salto. Il suo sogno: è fare il deputato. Entra nell’orbita del potere di Nicola Cosentino, scala posizioni. L’affiliazione alla corte di Nick o’ Mericano sancisce il suo passaggio armi e bagagli al berlusconismo spinto e il suo salto da giustizialista a fustigatore di quart’ordine di magistrati e giudici.
Amedeo oltre all’attività politica come consigliere comunale d’opposizione al Comune di Napoli diventa procuratore speciale del gruppo Atlantis Gioco legale ltd, ribattezzato Bplus, che si occupa con strepitoso successo di slot machine e video poker con sede legale in Olanda, base operativa nei Caraibi e filiali a Londra. A trasformare la società in una grande holding lo aiuta l’allora ministro dell’Economia nel governo Berlusconi, Domenico Siniscalco, col decreto ministeriale che introduce in Italia “il gioco con partecipazione a distanza”, vale a dire videopoker, slot machine e ogni possibile scommessa online. Il 15 luglio 2004 l’Atlantis world group of companies ottiene dalla Aams (Monopoli di Stato) un bel regalo: è una delle 10 concessionarie per il “gioco con partecipazione a distanza”.
Laboccetta fa carriera, il suo successo è favorito anche dall’amicizia con Francesco Corallo dell’Atlantis, figlio di Gaetano, condannato a sette anni e mezzo per associazione a delinquere per un tentativo di scalata ai casino di Campione e Sanremo da parte degli amici di Nitto Santapaola.
Laboccetta non appena è eletto deputato abbandona l’attività all’Atlantis ma non dimentica gli amici appena nominato membro della commissione antimafia: difende strenuamente il suo ex datore di lavoro. Un aiuto indiretto o diretto Laboccetta lo può sempre dare visto che il Gat (il Gruppo antifrodi telematiche) della Guardia di finanza accerta che delle 200mila macchinette installate in Italia solo una su tre è collegata al cervellone della Sogei che calcola il “preu”, cioè il prelievo erariale unico che i concessionari devono versare allo Stato pari al 13,5%; Il 70 per cento del prelievo è stato evaso.
La Corte dei Conti chiede ai concessionari, tra tasse evase e sanzioni, 98 miliardi di euro, l’equivalente di tre Finanziarie. Ma finora non hanno pagato un centesimo. Le sanzioni più pesanti, 31 miliardi, riguardano proprio l’Atlantis group, che secondo le contestazioni si è reso colpevole delle infrazioni più gravi. I soldi però non spariscono, tutt’al più, come dice Giulio Tremonti, cambiano di tasca….A proteggere i loro interessi e non quelli dell’erario provvede il governo di Romano Prodi. Come? Introducendo nella Finanziaria per il 2008 un codicillo che, semplicemente, cambia i termini dell’accordo tra Monopoli e concessionari.
E ora? Ora Laboccetta è un parlamentare che nascondendosi dietro l’immunità ha fatto sparire un Pc e “ripulito” da dati scottanti. E’ scritto nelle 60 pagine dell’ordinanza con cui i giudici del Tribunale di Milano hanno messo ai domiciliari per una storia di tangenti l’ex numero uno della Banca Popolare di Milano ed ex presidente di Impregilo Massimo Ponzellini e Antonio Cannalire, suo collaboratore.
La storia riguarda una perquisizione nell’appartamento di piazza di Spagna a Roma dell’imprenditore Francesco Corallo il 10 novembre 2011. La Guardia di Finanza si presentò nell’abitazione per conto dei magistrati che indagavano sul finanziamento di 148 milioni di euro dalla Bpm ad Atlantis, società di Corallo che si occupa di macchine per il gioco d’azzardo legale. I finanzieri però furono lasciati fuori con la scusa che l’imprenditore godeva di immunità diplomatica. Poi arrivarono quattro avvocati e, il deputato del Pdl Amedeo Laboccetta. L’onorevole impedì il sequestro di un Pc portatile, sostenendo di esserne il proprietario, e se lo portò via. La procura di Milano Lo indagò per questo, accusandolo di aver cancellato tutto l’hard disk del Pc.
“La sottrazione del computer è stata un’attività concordata da Corallo e Laboccetta – scrivono nell’ordinanza – come dimostra la circostanza che lo stesso Corallo ha avvisato e chiamato in soccorso Laboccetta per essere assistito durante la perquisizione. Labocetta ha invece dichiarato, anche alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, di essersi recato spontaneamente presso Corallo al fine di recuperare il “suo” Pc”. “Dopo l’episodio – scrivono i magistrati – e successivamente al parere favorevole della Giunta per le autorizzazioni, Laboccetta ha consegnato alla Finanza il Pc. I risultati dell’ispezione dicono che il Pc è stato manipolato con la cancellazione dei dati. sul Pc è stato installato un software (Cleaner) idoneo alla “bonifica” dei dati del disco fisso, cancellando le tracce in profondità.
“In sostanza – concludono i magistrati – il Pc è stato prima manipolato con la cancellazione dei dati, quindi rinominato al fine di occultare la effettiva proprietà del pc in capo a Francesco Corallo e, ovviamente, i contenuti pregressi dello strumento. Il proposito criminoso è andato, per la più parte, a buon fine”.
Scheda
EX DI TUTTO
Amedeo Laboccetta, 65 anni, ex missino, ex An, ex Pdl ora berlusconiano doc, dopo una lunga esperienza come consigliere comunale a Napoli e dirigente politico, viene eletto deputato nel 2008 ed è membro della commissione antimafia. Nel suo lontano passato una pesante vicenda giudiziaria. Alla vigila della tangentopoli partenopea – siamo sul finire del 1992 – Laboccetta si segnala come grande moralizzatore, tifoso dei pm, invocatore delle manette, lanciatore dagli spalti della sala consiliare di palloni pieni d’acqua contro i ladroni del pentapartito. Laboccetta però finisce in manette. Resta detenuto per tre mesi al “Grand Hotel Poggioreale” (è il titolo del libro che scrisse) al padiglione “Torino”. Un’esperienza che lo segna. Sarà assolto dopo 15 anni. Si rimette in carreggiata, fonda l’associazione “Polo Sud” e con questa sigla macina politica: dibattiti, incontri, riflessione, iniziative che ben presto acquistano un respiro nazionale. Adesso è finito sott’inchiesta per aver dichiarato proprio un Pc portatile che apparterebbe, invece, al faccendiere Francesco Corallo.