venerdì, Novembre 22, 2024
CulturaEconomiaEditorialiInchiesteTecnologia

“Facciamo libri”

Una lettera in redazione…

Ciao Riccà,

te la scrivo così questa cosa che abbia­mo già discusso insieme a Roma davanti a un panino nello spazio di un cambio di treni. Te la scrivo, sperando che tu non abbia appeso i coglioni al chiodo e che non solo la pubblicherai sul tuo giornale ma che troverai voglia, tempo e “cazzim­ma” per rispondermi. Si, il tuo giornale, perché dalle tue vene da vecchio pirata barbuto questo giornale è uscito. Questo, non quello in cui hai lasciato un pezzo di cuore e la leggerezza degli anni buoni. Questo qui, anno 2012, terzo millennio. I Siciliani giovani. Di questo parliamo. Di questo tuo sogno che si è fatto prodotto giornalistico e ha coinvolto anche una pattuglia di giovani che un pezzo di cuo­re ci stanno mettendo nel confezionarlo.

Ti scrivo, poi, appena finito a parlare com un comune amico, Pino Maniaci, commentando il provvidenziale colpo di culo che permetterà a TeleJato di rimane­re aperta. Quindi con un sorriso ti scrivo e la voglia di brindare, once in a lifetime. Almeno una volta nella vita.

Bene, andiamo al dunque Riccà. Mi sono fatto editore. Di me stesso, acciden­talmente, e di altri, di vecchi arnesi come noi due – che conosci bene come Seba­stiano e Antonio – e di giovani e esor­dienti e altri che un editore per pubblica­re un libro non lo trovano. Perché non hanno parenti che frequentano i salotti giusti o qualche padrino a socchiudere porte. Oppure che un libro lo hanno per noi. Lo stanno pensando per questa idea folle che mi frullava per la testa fin dal tempo de Gli Italiani.

Editore di libri fatti di bit e venduti in una libreria immensa che tutti e due fre­quentiamo abitualmente, la rete. Ebook. Che sono libri veri, fatti di lavoro e fatica e passione. Non gadget. Non prodotti editoriali di serie b. Libri che scelgo, curo con gli autori, edito, pubblico e poi sostengo e promuovo. Libri che selezio­no pensando: “questo lo comprerei”.Come facevano gli editori di una volta che i libri che pubblicavano prima di tutto li amavano. Funzionava così, lo sai, prima che il marketing di­ventasse dominio, fede, dittatura.

 

Una microscopica casa editrice

 

Ecco l’idea di questa microscopica casa editrice. Con un mio segno, una mia linea editoriale. Per questo ho chiamato l’edizione con il mio nickname di Twit­ter, @orsatti63. La mia firma, il mio con­tributo. Politico e culturale.

Mi penso, Riccardo, come un nodo di questa rete di pensieri e impegno, di arti­gianato e passione, di racconti e parole. Mi penso così, Riccà. Non è ritirata. Non è individualismo. Ma una cosa concreta, fatta dopo una lunga riflessione. Con chiarezza e con la determinazione di una artigiano che ama il suo lavoro: la parola, il racconto. Te la ricordi quella frase che scrissi un po’ di tempo fa nel racconto Il Lampo Verde? “Costa più di un soldino l’onore del racconto“.

Sì che costa, lo sai tu, lo so anche io. Questa frase, anche se non ancora espli­citata, è lo slogan – il sottotitolo – di questo mio progetto edi­toriale.

@orsatti63 non è I Siciliani Giovani. Il mio progetto però può essere un buon compagno di viaggio de I Siciliani Gio­vani. Facciamoli camminare assieme, questo ti dico. Facciamo promozione l’uno dell’altro. E facciamo libri insieme, Riccà. Libri. Quelli che sono un pezzo grosso del nostro scheletro affaticato che ci tiene in piedi.

Facciamo una collana a doppio mar­chio, promuovendo gli autori giovani (anche quelli che non lo sono anagrafica­mente) che stai coltivando con il progetto de I Siciliani. Una collana I Siciliani Giovani – @orsatti63. Da posi­zionare nel mercato – lo so la parola è or­ribile, ma quella è – degli ebook, offren­do mi­sero auto-reditto a chi li scrive, diffon­dendo approfondimento e cultura.

Tu sei e sei stato uno dei primi a im­maginare uno scenario in cui gli ebook diventavano un dirompente mezzo di dif­fusione di idee altrimenti soffocate dal mercato editoriale tradizionale. Attento alle tecnologie, allo sviluppo del sistema proposto dalla rete e non solo qui in Ita­lia. E hai tutti gli strumenti per capire, quindi, che l’idea di una rete di soggetti autonomi che di volta in volta si unisca­no in progetti comuni ora è la soluzione praticabile per reagire allo stritolamento culturale che abbiamo subito da almeno vent’anni.

Facciamo libri, Riccà. Libri de I Sici­liani Giovani e di @orsatti63. Questa è la mia proposta, il mio sogno, la mia dispo­nibilità. E il mio contributo concreto al vostro giornale, che non si limiti a qual­che mio servizio da pubblicare di tanto in tanto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *