Cento milioni di schiaffi al mondo della fragilità
Epifanio Grasso
Ancora una brutta storia che colpisce la cooperazione sociale, che ferisce il virtuoso mondo del terzo settore. Una vicenda che per certi versi assomiglia al “mondo di mezzo” romano di Carminati
Il maxisequestro di cento milioni di euro e di svariati immobili che ha riguardato il magnate dei servizi socio-assistenziali Giuseppe Busacca, imprenditore “sociale” a capo della cooperativa Genesi con sede legale a Milazzo (ME), rappresenta uno schiaffo ad oltre un secolo di storia della cooperazione, fondata sul mutualismo e sulla partecipazione attiva e responsabile dei cittadini che si organizzano per gestire pezzi importanti della vita sociale. Ed è passato un ventennio della legge 328/2000 che aveva previsto in modo sistematico ed innovativo la riforma dei servizi socio-assistenziali, cercando di dar voce alla cittadinanza attiva e di disegnare la mappa dei bisogni scrivendone progetti e servizi da destinare alla collettività. E’ uno schiaffo a tutto l’universo mondo del terzo settore che lotta quotidianamente perché nessun essere umano venga escluso o rimanga solo. Uno schiaffo a tutti coloro che operano con passione e dedizione in un settore delicato come quello dei servizi alla persona: dagli anziani ai sofferenti di salute mentale, dai disabili a tutti i soggetti vulnerabili esclusi in quanto tali dal mondo del lavoro. Uno schiaffo a tutti gli operatori sociali che in questi anni hanno lavorato, nonostante i contratti precari e gli stipendi da fame, in sinergia con gli enti locali e i servizi sanitari costruendo reti, buone prassi e politiche sociali per rispondere a bisogni sempre più complessi. E’ uno schiaffo che quasi vent’anni fa qualcuno aveva già denunciato in una delle tante carovane antimafia promosse dall’Arci Sicilia: eppure, dopo tanto tempo, abbiamo ancora anziani – il cui servizio d’assistenza, pagato dalla collettività, continua a non essere garantito – che muoiono in disperazione e solitudine, d’inedia, in mezzo ai ratti. Uno schiaffo alla storia e alla dignità di un mondo sano e pulito che in questo ventennio ha cercato di garantire gli anticorpi per la salvaguardia della coesione sociale, della relazione e dell’attenzione verso gli altri e le altre: cozzando contro un sistema sempre più disattento, distratto, autoreferenziale ed egoista. Uno schiaffo alla dignità umana nella sua interezza che in tempi di pandemia non avrebbe dovuto darci mai più notizie del genere.