giovedì, Novembre 21, 2024
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Lontano dagli occhi, lontano dalla decenza

Benedetta Muscato

La testimonianza di Agata, abitante del quartiere storico San Cristoforo di Catania.

“Siamo abbandonati a noi stessi in questo quartiere. San Cristoforo è come se fosse un’altra città, quelli della Catania bene qui, forse, non ci hanno messo piede, per paura, nemmeno una volta” racconta Agata (nome di invenzione), estetista catanese sulla trentina.

“Ci sono pochissimi spazi verdi adatti a bambini ed anziani, sono quasi tutti in uno stato di degrado. Gli ospedali storici della zona sono stati abbandonati, prima o poi le strutture cederanno, il prato del Santo Bambino è già secco e inaridito.”

“La raccolta differenziata nel mio quartiere non è ancora attiva, in altre zone della città c’è quella porta a porta già da quattro o cinque anni. Io vorrei fare qualcosa di concreto per l’ambiente, non è difficile dividere la carta dalla plastica, la plastica dal vetro e il vetro dall’organico. Ci dicono che siamo incivili qui, ma se non ci danno la possibilità di dimostrare il contrario come dovremmo fare?” afferma Agata infastidita dai pregiudizi sociali.

“Quando passo in macchina dal centro storico noto sempre il trenino turistico giallo e rosso e ne studio il percorso: in pratica passa per via Etnea, per piazza Duomo, per Via San Giuliano e infine svolta a sinistra in direzione piazza Dante, per una breve visuale sul Monastero dei Benedettini, per poi ritrovarsi in via Vittorio Emanuele. Via Plebiscito, strada storica della città, non fa testo, non esiste nella mappa prevista dal tour. Eppure in via Etnea non vedi l’artigiano lavorare nella sua piccola bottega, non vedi il panificio che sforna prelibatezze siciliane profumando le strade a tutte le ore del giorno, non vedi i camerieri dei ristoranti tipici della zona preparare una fettina di carne di cavallo fumante condita dal suo salmoriglio. La tradizione catanese abita a San Cristoforo, non si può negare. Voltare le spalle e mascherare il degrado in cui si trova il quartiere non ci deve rendere fieri, ma tristi per la bellezza che stiamo sciupando.”

 

 

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