Mai dimenticare la penna
L’Italia soffre di una grave patologia cronica: la burocrazia.
Benedetta Muscato
“Oggi ho fatto il vaccino per il Covid, è stata un’impresa gestire tutta la documentazione necessaria. Servivano ben cinque moduli, dalla A alla E. Col telefono ormai si può fare di tutto: ci sono intere schiere di ragazzi, informatici, che cercano lavoro, ma allora perché non gli viene concessa un’opportunità?” dice una signora in fila mentre cerca in borsa gli occhiali per leggere da vicino, tenendo con il braccio sinistro cartelle zeppe di fogli.
“Non le dico nemmeno che fine fanno queste carte non appena avrete varcato quella porta…sprecare tanta carta così è davvero inutile oltre che dannoso per l’ambiente” dice scherzosamente il ragazzo dell’accettazione con le mani tra i capelli.
Secondo un’indagine della Cgia che risale al 2017, elaborata in base ai dati della Commissione Europea, l’Italia, infatti, ha la peggiore burocrazia di tutta Europa, la medaglia d’argento va alla Grecia, seconda in classifica.
“Sarebbe comunque sbagliato generalizzare, non tutta la nostra amministrazione pubblica è di bassa qualità. La sanità al Nord, molti settori delle forze dell’ordine, diversi centri di ricerca assicurano performance che non temono confronti con il resto d’Europa”- ha replicato qualche anno fa Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi degli Artigiani-“L’incomunicabilità, la mancanza di trasparenza, l’incertezza giuridica (…) hanno provocato l’allontanamento di molti operatori stranieri che non vogliono più investire in Italia (…).”
“Concluso tutto l’iter per la prima dose del vaccino arriva il momento di prenotare la seconda. Quindi consegni i mille documenti a chi di dovere per poi alla fine ricevere un promemoria cartaceo e un sms con la data prefissata per il secondo appuntamento. È davvero incredibile entrare nello stabile con una media di cinque/sette fogli a testa per poi uscire con uno solo”- continua un signore sulla cinquantina in attesa che trascorrano dieci minuti dalla somministrazione del vaccino- “Mai dimenticare la penna, mia cara.”
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